10 maggio 2007
Feci volatile
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06 maggio 2007
Feci volatile
Salve, ho 30 anni. Oggi purtroppo, mentre guardavo verso il cielo, mi sono piombate addosso feci di uccello (non so quale), nell’occhio (dentro), sul naso e sulle labbra. Non ho avuto la possibilità immediata di lavarmi o disinfettarmi. Sono riuscita a pulirmi bene solo dopo un’ora e mezza. Adesso ho il timore di aver contratto qualche malattia o qualche parassita, peggio ancora l’influenza aviaria. C’è il rischio che abbia contratto qualcosa? Che malattie passano dalle feci d’uccello all’uomo? C’è qualche accertamento che mi consiglia di eseguire? Cosa mi devo aspettare? La prego mi risponda, sono molto in ansia anche perché sono incinta di 5 settimane. La ringrazio in anticipo. C.Risposta del 10 maggio 2007
Risposta a cura di:
Dott. MASSIMO SIBILIO
Qualsiasi trauma oculare deve essere attentamente valutato da uno specialista. Laddove non si siano verificate lacerazioni congiuntivali e/o traumi perforanti della cornea e/o della sclera, l'agente traumatizzante - in questo caso il guano - rimane confinato all'esterno del bulbo oculare, ed è quindi di più facile controllo con la terapia medica. Ciò che in genere accade è una disepitelizzazione della cornea a causa del trauma meccanico e chimico indotto dalla sostanza che giunge accidentalmente nell'occhio. Sta a significare che la superficie della cornea - per intenderci, la parte trasparente dell'occhio che lascia intravedere il sottostante colore dell'iride - perde alcune o molte delle cellule della superficie. In tal modo non è più protetta dagli agenti esterni. L'occhio diventa rosso, brucia e lacrima. Una attenta valutazione specialistica, la terapia con colliri, anche antibiotici, ed eventuali unguenti oculari, l'eventuale bendaggio per qualche giorno permettono la ricrescita cellulare e il ritorno alla naturale difesa del bulbo. Infine, il controllo periodico destinato alle donne in gravidanza permetterà, a seguito della segnalazione dell'incidente al ginecologo, il monitoraggio delle normali difese ematiche sistemiche dell'organismo.
Dott. Massimo Sibilio
Specialista attività privata
Specialista in Oftalmologia
TRAPANI (TP)
Risposta del 10 maggio 2007
Risposta a cura di:
Dott. MASSIMO SIBILIO
Qualsiasi trauma oculare deve essere attentamente valutato da uno specialista. Laddove non si siano verificate lacerazioni congiuntivali e/o traumi perforanti della cornea e/o della sclera, l'agente traumatizzante - in questo caso il guano - rimane confinato all'esterno del bulbo oculare, ed è quindi di più facile controllo con la terapia medica. Ciò che in genere accade è una disepitelizzazione della cornea a causa del trauma meccanico e chimico indotto dalla sostanza che giunge accidentalmente nell'occhio. Sta a significare che la superficie della cornea - per intenderci, la parte trasparente dell'occhio che lascia intravedere il sottostante colore dell'iride - perde alcune o molte delle cellule della superficie. In tal modo non è più protetta dagli agenti esterni. L'occhio diventa rosso, brucia e lacrima. Una attenta valutazione specialistica, la terapia con colliri, anche antibiotici, ed eventuali unguenti oculari, l'eventuale bendaggio per qualche giorno permettono la ricrescita cellulare e il ritorno alla naturale difesa del bulbo. Infine, il controllo periodico destinato alle donne in gravidanza permetterà, a seguito della segnalazione dell'incidente al ginecologo, il monitoraggio delle difese del sangue dell'organismo.
Dott. Massimo Sibilio
Specialista attività privata
Specialista in Oftalmologia
TRAPANI (TP)
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