15 maggio 2007
Istmectomia vs tiroidectomia
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09 maggio 2007
Istmectomia vs tiroidectomia
Buongiorno, espongo la situazione che vive mia moglie dal 2004. Nel 2004 (all'età di 26 anni), a causa di un'ecografia di controllo per un linfonodo gonfio, viene riscontrato un nodulo di 3 cm di diametro sul lobo dx e uno di 6 mm di diametro sul lobo sx. Non ho sotto mano la documentazione ecografica, ma entrambi i noduli erano molto periferici. L'esame citologico (ago aspirato) sul nodulo del lobo dx ha dato esito negativo, con consistenza principalmente liquida. A quel punto è iniziata una terapia ormonale (Eutirox 50 e poi 75) per inibire il funzionamento della tiroide e rallentare la crescita dei noduli (e tentare il riassorbimento). Questa terapia è proseguita per circa 2 anni, durante i quali il nodulo dx è diventato di 3, 5 cm e il sx di 8 mm. A quel punto un consulto chirurgico ha consigliato una tiroidectomia. A giugno 2006 mia moglie entra in camera operatoria, ma il chirurgo (stimato professore universitario) fa quanto segue (cito dalla cartellla clinica): dopo aver divaricato i muscoli del collo e aver constatato che entrambi i lobi sono regolari (?!?), riscontrata una grossolana nodularità sull'istmo si procede alla resezione di quest'ultimo. Risultato: da una diagnosi di "gozzo multinodulare" e da un intervento previsto di "tiroidectomia" si passa ad una diagnosi di "nodulo istmico" e ad un intervento di istmectomia. Ovviamente a noi era stato detto solo che la tiroide era a posto e che erano stati tolti solo i noduli (procedura già opinabile, ma comunque plausibile vista la giovane età della paziente). A Gennaio 2007 mia moglie si sottopone a controlli di routine e l'esame ecografico evidenzia che il nodulo del lobo sx è diventato di 4 cm, quello del lobo dx di 1 cm. Nel frattempo la terapia ormonale era stata sospesa su consiglio medico. Tuttavia nessuno fino a quel momento, nemmeno alla visita endocrinologica di controllo, ci ha spiegato cosa era stato realmente fatto. Abbiamo scoperto la verità solo tramite il nuovo endocrinologo che ha preso in cura mia moglie. Dopo la ripresa della cura ormonale (Eurirox 75 per 3 mesi), al controllo ecografico il nodulo dx era di 5 cm e il sx di 1, 2 cm. Al ché l'endocrinologo ha spiegato che probabilmente la tiroide di mia moglie è resistente all'inibizione ormonale e consiglia a questo punto di eseguire una tiroidectomia totale, perché aumentare l'Eutirox (poi sostituita con la Tirosint per problemi di intolleranza a degli eccipienti dell'Eutirox) comunque nel lungo termine non avrebbe risolto la questione. Inoltre mia moglie ha iniziato a lamentare dolore e ipersensibilità alla zona del nodulo sx, e questo l'ha ulteriormente convinto ad effettuare l'intervento chirurgico. Morale della favola: domani mia moglie si sottoporrà ad un nuovo intervento (a 11 mesi di distanza dal precedente) per rimediare agli errori commessi dal precedente chirurgo. Quello che ci chiediamo in tutto questo è: - Come è possibile che il chirurgo abbia visto dei lobi regolari quando mia moglie aveva dei noduli (di cui uno non piccolo) riscontrati con 4 diverse ecografie? - Che senso ha fare una istmectomia (che, a quanto mi è stato detto, non si usa fare da molto tempo)? - Ci sono gli estremi per chiedere un danno a causa di un intervento errato che ha portato a rifare l'intervento dopo poco tempo, con i conseguenti disagi che tutto ciò comporta? Grazie anticipatamente per l'attenzione e le eventuali risposte. A. G. D.Risposta del 15 maggio 2007
Risposta a cura di:
Dott. SANDRO FARAGONA
La diagnosi ecografica deponeva per uno struma plurinodulare bilaterale. In questi casi, se non ci sono sospetti di malignità e non ci sono sintomi compressivi legati al volume della tiroide ingrandita, la terapia indicata é conservativa con soppressione ormonale. In caso contrario, l'intervento chirurgico di scelta dovrebbe essere una tiroidectomia totale o subtotale, infatti non ha senso lasciare parti della ghiandola potenzialmente malate e destinate ad aumentare di volume. La resezione parziale tiroidea è un intervento chirurgico obsoleto che non risolve problemi, ma ne crea, dato che espone alla possibilità di reinterventi che sono gravati da rischi maggiori.
Dott. Sandro Faragona
Medico Ospedaliero
Specialista in Chirurgia generale
Specialista in Odontoiatria
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