27 settembre 2005
Vene e capillari evidenti agli arti inferiori
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05 settembre 2005
Vene e capillari evidenti agli arti inferiori
Buongiorno! Sono una giovane mamma di 30 anni e, da circa 12 anni, soffro di un problema alle gambe: soprattutto alla gamba sinistra, ho delle vene e dei capillari evidenti, che non mi danno dolori o fastidi particolari, ma, per me, sono una fonte di problemi a livello psicologico. Infatti, quando arriva l'estate e la bella stagione, faccio una fatica enorme ad indossare pantaloncini corti, gonne corte e costumi da bagno, perchè temo il giudizio della gente. Mio marito mi rassicura ogni volta, dicendomi che non si vede niente, ma io soffro molto per questo mio problema estetico. Mi può dare un consiglio, per risolvere la mia situazione? Grazie da SabrinaRisposta del 08 settembre 2005
Risposta a cura di:
Dott. DOMENICO CORBASCIO
il suo problema prende il nome di telengectasia e riconosce diversi meccanismi nella sua insorgenza
La terapia consiste in iniezioni di un liquido particolare (vi sono vari tipi) all'interno di questi capillari che ne determina la chiusura, se eseguito da mani esperte la metodica è sicura, e relativamente indolore.
altro sistema è quello di utilizzare un particolare tipo di laser chiamato ad argon.
l'utilizzo della metodica dovrà comunque essere decisa dal medico dato che le indicazioni variano a seconda del calibro dei capillari da trattare.
Vista la giovane età non aspetterei tanto a maggior ragione visti anche i prolemi psicologici che tale manifestazione le comporta.
Dott. Domenico Corbascio
Medico Ospedaliero
Specialista in Chirurgia generale
PAVULLO NEL FRIGNANO (MO)
Risposta del 09 settembre 2005
Risposta a cura di:
LUCIO PISCITELLI
Vene indesiderate degli arti inferiori, conosciute dai medici come teleangectasie o varicosità superficiali, sono capillari della pelle dilatati. Questi con il tempo possono diventare antiestetici e possono provocare un dolore sordo dell’arto dopo una prolungata stazione eretta.
La scleroterapia e la microscleroterapia sono tecniche di iniezione di una specifica soluzione in questi vasi (piccoli capillari o più voluminose Vene varicose ), usando un piccolo ago sottile. La soluzione irrita e distrugge lo strato interno del vaso sanguigno così che esso non è più in grado di trasportare il sangue. L’organismo ripara poi questo minimo danno con un impercettibile tessuto cicatriziale; tutto ciò non danneggia la circolazione, anzi la migliora eliminando la vena malata e non più necessaria.
Per una particolare area di teleangectasie possono essere necessarie varie iniezioni. La procedura è praticamente indolore.
Ogni zona da trattare generalmente richiede da una a tre sedute. In ogni seduta possono essere trattati da 10 a 40 capillari, compatibilmente con le dosi massime di farmaco da somministrare. La durata totale del trattamento non è quindi facilmente prevedibile e dipende dal numero delle zone da trattare, dalla loro estensione e dalla risposta individuale, che è molto variabile. Le teleangectasie scompaiono in un periodo di tempo molto variabile da soggetto a soggetto e a seconda del farmaco che è più opportuno utilizzare: a volte anche immediatamente, a volte tra due settimane e sei mesi. Lo scopo è quello di ottenere un miglioramento del 75-90 %. Le recidive possono comparire dopo un periodo di 1 - 5 anni; questo trattamento infatti non impedisce la comparsa di nuove teleangectasie.
La maggior parte delle persone sottoposte a scleroterapia andrà incontro a guarigione o per lo meno otterrà un notevole miglioramento. Circa il 10 % delle pazienti che si sottopongono a scleroterapia ottengono tuttavia scarsi risultati (“scarsi risultati” significa che i capillari non sono totalmente scomparsi dopo sei sedute). In casi estremamente rari le teleangectasie possono peggiorare dopo la scleroterapia.
La scleroterapia, come ogni trattamento medico-chirurgico, può comportare effetti collaterali e/o complicazioni:
- intorno al vaso iniettato possono formarsi piccole bolle che si risolvono nel giro di un giorno o poco più.
- in rari casi possono comparire piccole macchie più o meno scure (come lentiggini) in prossimità del vaso iniettato; questo inestetismo (pigmentazione) si risolve nell’ 80% dei casi entro tre - sei mesi; pochissime pazienti hanno pigmentazioni persistenti per più di un anno.
- nel capillare iniettato si forma spesso un piccolo coagulo, che viene spontaneamente riassorbito; tale fenomeno può a volte assumere maggiore evidenza e durata, soprattutto se le calze elastiche consigliate non vengono indossate con assiduità.
- In meno dell’ 1 % delle pazienti che si sottopongono a scleroterapia può comparire una piccola Ulcerazione sul luogo dell’iniezione, che guarisce lentamente nel giro di 30-60 giorni
- In casi assolutamente eccezionali possono verificarsi reazioni allergiche nei confronti dell’agente sclerosante, di solito lievi; episodi estremamente rari di reazioni più gravi, anche mortali (anafilassi), vengono riferiti in letteratura. Tali reazioni tendono per lo più a manifestarsi in pazienti con anamnesi nota per farmacoallergia. I farmaci attualmente impiegati (Polidocanolo, Sodio tetradecile solfato) sono tra i più sicuri da questo punto di vista.
Esistono metodiche alternative alla scleroterapia, ma, allo stato attuale delle conoscenze, meno valide o convenienti:
Trattamento laser: metodica recentemente riproposta, trova applicazioni limitate soprattutto a causa dell’alto costo e della scarsa diffusione degli apparecchi effettivamente dotati di caratteristiche appropriate per questa specifica applicazione (esistono diversi tipi di laser per la cura di malattie diverse) e per il relativo elevato costo delle sedute. Il suo utilizzo non è indolore, né scevro di possibili inconvenienti (depigmentazioni, piccole Ustioni ); è sicuramente indicato per il trattamento dei sottili vasi del volto e per i vasi che non rispondono al trattamento iniettivo.
Elettrocoagulazione: questo metodo, ormai abbandonato, produce una distruzione non specifica dei vasi e della cute soprastante, determinando così un’alta incidenza di cicatrici.
Il Chirurgo Vascolare è lo specialista più indicato, avendo a disposizione l'esperienza necessaria per applicare nel miglior modo possibile tutte le possibilità terapeutiche a seconda del caso e delle indicazioni.
Dott. Lucio Piscitelli
Medico Ospedaliero
Specialista in Chirurgia generale
Specialista in Chirurgia vascolare, angiologia
NAPOLI (NA)
Risposta del 27 settembre 2005
Risposta a cura di:
Prof. GIUSEPPE SPINELLA
Gentile Signora, credo sia per Lei utile differenziare il tipo di vene presenti agli arti inferiori, specie a Sn (teleangectasie = vene superficiali sottili che non superino 1 - 2 mm di diametro; vene reticolari = vene di diametro superiore ai 2 -3 mm; varici = ectasie venose di calibro superiore ai 4 - 5 mm). Una particolare attenzione andrà posta allo studio emodinamico degli assia safenici interni (quelli da cui originano le varici che sono delle dilatazioni grossolane della safena interna e/o delle sue collaterali). In presenza di un'insufficienza del sistema valvolare della safena, la scleroterapia o qualsiasi altra metodica di trattamento delle teleangectasie o delle vene reticolari risulterebbe poco efficace e di breve durata (di conseguenza costi/benefici molto bassi). Ne consegue che anche se sono presenti solo delle teleangectasie o delle venule reticolari, l'intervento di legatura e sezione della v. safena interna nella sua confluenza con la vena femorale deve essere il primo passo nella scacchiera della terapia.
Nel ringraziarLa per la cortese attenzione porgo a Lei i più distinti saluti
Prof. Giuseppe Spinella
Casa di cura convenzionata
Casa di cura privata
Specialista attività privata
Universitario
Specialista in Chirurgia vascolare, angiologia
CATANIA (CT)
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