10 novembre 2010
Aggiornamenti e focus
Farmaci contraffatti, occhio a Internet
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Più di diecimila medicinali sequestrati tra compresse, capsule e fiale in circa 140 ispezioni su pacchi e spedizioni postali. Sono le cifre italiane di Pangea III, l'operazione coordinata dall'Interpol che tra il 5 e il 12 ottobre ha visto le polizie e le forze doganali di 45 paesi scendere in campo contro il traffico internazionale di farmaci contraffatti.
Le cifre globali del blitz, il primo di queste dimensioni, sono impressionanti: una settantina di persone indagate o arrestate per vari reati (compreso il commercio illegale di farmaci con obbligo di prescrizione), più di un milione di pillole confiscate tra antibiotici, antidepressivi, antiepilettici, antitumorali, dimagranti, integratori, medicinali contro la disfunzione erettile e steroidi. E poi c'è Internet: massicci controlli sul Web hanno permesso di individuare quasi 700 siti coinvolti in attività illegali, 290 dei quali sono già stati chiusi. L'operazione è stata condotta con la collaborazione di Impact (International medical products anti-counterfeiting taskforce), il Gruppo internazionale contro la contraffazione dei medicinali istituito nel 2006 dall'Organizzazione mondiale della Sanità. Nel nostro paese, Impact dispone di un team di lavoro all'interno dell'Agenzia del farmaco (Aifa) ed entrambi gli organismi hanno collaborato attivamente al filone italiano di Pangea III, nel corso della quale è stato individuato un collaudato sistema di distribuzione che prevedeva prenotazioni on-line e spedizioni per posta dall'est Europa e da paesi extracomunitari.
Sono solitamente queste le rotte del commercio illegali di farmaci contraffatti, un mercato che nel 2010 dovrebbe valere circa 70 miliardi di euro e che in Europa viaggia soprattutto su Internet, perché i canali commerciali tradizionali (farmacie, distributori eccetera) sono sottoposti di norma a severi controlli. Questo almeno è ciò che scrive l'Oms, secondo la quale sul totale dei farmaci commercializzati nel mondo circa il 7-10% sono falsi. I rischi cui va incontro chi li usa sono molti e dipendono dal tipo di contraffazione: si va dalla totale assenza del principio attivo (è il caso più comune, riscontrato nel 43% delle contraffazioni sequestrate) a errori nei dosaggi (21% dei casi, nel 2004 in Argentina l'impiego di un farmaco con una quantità di sostanza attiva superiore al dovuto causò svariate morti), dalla sostituzione del principio attivo (27%, nel 1999 trenta persone morirono di malaria in Cambogia perché il prodotto somministrato non conteneva artusenato ma una combinazione sulfadoxina/pirimetamina) alla presenza di impurità o sostanze tossiche (7%, nel 1995 una novantina di bambini morirono ad Haiti dopo aver ingerito uno sciroppo a base di paracetamolo, glicerina e glicolo). Gli esempi citati offrono anche qualche esempio dei rischi cui si va incontro quando si comprano farmaci su Internet: spesso, infatti, i miracolosi risparmi proposti da siti e messaggi di posta elettronica nascondono il commercio di pillole o fiale falsificate che fanno bene soltanto a chi le vende. E possono fare molto male a chi le usa.
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Le cifre globali del blitz, il primo di queste dimensioni, sono impressionanti: una settantina di persone indagate o arrestate per vari reati (compreso il commercio illegale di farmaci con obbligo di prescrizione), più di un milione di pillole confiscate tra antibiotici, antidepressivi, antiepilettici, antitumorali, dimagranti, integratori, medicinali contro la disfunzione erettile e steroidi. E poi c'è Internet: massicci controlli sul Web hanno permesso di individuare quasi 700 siti coinvolti in attività illegali, 290 dei quali sono già stati chiusi. L'operazione è stata condotta con la collaborazione di Impact (International medical products anti-counterfeiting taskforce), il Gruppo internazionale contro la contraffazione dei medicinali istituito nel 2006 dall'Organizzazione mondiale della Sanità. Nel nostro paese, Impact dispone di un team di lavoro all'interno dell'Agenzia del farmaco (Aifa) ed entrambi gli organismi hanno collaborato attivamente al filone italiano di Pangea III, nel corso della quale è stato individuato un collaudato sistema di distribuzione che prevedeva prenotazioni on-line e spedizioni per posta dall'est Europa e da paesi extracomunitari.
Sono solitamente queste le rotte del commercio illegali di farmaci contraffatti, un mercato che nel 2010 dovrebbe valere circa 70 miliardi di euro e che in Europa viaggia soprattutto su Internet, perché i canali commerciali tradizionali (farmacie, distributori eccetera) sono sottoposti di norma a severi controlli. Questo almeno è ciò che scrive l'Oms, secondo la quale sul totale dei farmaci commercializzati nel mondo circa il 7-10% sono falsi. I rischi cui va incontro chi li usa sono molti e dipendono dal tipo di contraffazione: si va dalla totale assenza del principio attivo (è il caso più comune, riscontrato nel 43% delle contraffazioni sequestrate) a errori nei dosaggi (21% dei casi, nel 2004 in Argentina l'impiego di un farmaco con una quantità di sostanza attiva superiore al dovuto causò svariate morti), dalla sostituzione del principio attivo (27%, nel 1999 trenta persone morirono di malaria in Cambogia perché il prodotto somministrato non conteneva artusenato ma una combinazione sulfadoxina/pirimetamina) alla presenza di impurità o sostanze tossiche (7%, nel 1995 una novantina di bambini morirono ad Haiti dopo aver ingerito uno sciroppo a base di paracetamolo, glicerina e glicolo). Gli esempi citati offrono anche qualche esempio dei rischi cui si va incontro quando si comprano farmaci su Internet: spesso, infatti, i miracolosi risparmi proposti da siti e messaggi di posta elettronica nascondono il commercio di pillole o fiale falsificate che fanno bene soltanto a chi le vende. E possono fare molto male a chi le usa.
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