L'intolleranza al glutine va scovata

18 giugno 2019
Interviste

L'intolleranza al glutine va scovata



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di Simona Zazzetta

L'inappropriata risposta immunitaria scatenata dalla presenza del glutine nella dieta, nutriente presente nei cereali e quindi in pasta, pane, pizza, ma anche in insaccati, gelati e altri prodotti conservati, è alla base della malattia celiaca. Per sapere come riconoscerla e come affrontarla, Dica33 ha intervistato Antonio Gasbarrini, professore Associato di Medicina Interna della Università Cattolica e Direttore Area Medicina Interna, Gastroenterologia e Oncologia Medica del Policlinico Gemelli di Roma.


Professor Gasbarrini, quali sono i sintomi che caratterizzano la celiachia?
La celiachia è una malattia diffusa in Italia, con una prevalenza di una persona su 90, ma di questi solo un paziente su 10 presenta sintomatologia classica, cioè che interessa il tratto gastrointestinale con diarrea, meteorismo, dolori addominali e che nelle forma avanzate porta a eccessiva magrezza. Tuttavia, nella maggior parte dei casi non dà sintomi o si presenta in una forma detta oligosintomatica, e cioè con sintomi extragastrointestinali, spesso non correlabili direttamente a una patologia dell'assorbimento intestinale.

Quali sono i test per porre la diagnosi?
Oggi si procede con test sierologici, cioè si cercano anticorpi specifici mediante esame del sangue: la presenza di anticorpi anti-transglutaminasi e di anticorpi antiendomisio. Si tratta di un test eseguito in qualsiasi laboratorio di analisi e la sua positività è, con elevata specificità, segno di presenza di malattia, che può manifestarsi nelle due forme sintomatiche o, in alcuni casi, non presentare sintomi né intestinali né extraintestinali. Tuttavia per sapere se ci sono danni a livello della mucosa intestinale (scomparsa o riduzione dei villi intestinali provocata dalla reazione immunitaria verso il glutine) si procede con la biopsia durante gastroduodenoscopia. Questo esame, oltre a dare una conferma della diagnosi con una valenza per la medicina legale e per ottenere l'esenzione dal ticket, permette sia di confermare il sospetto di malattia dei test sierologici sia di monitorare l'andamento della malattia.

Se non ci sono sintomi gastrointestinali, cosa permette di arrivare alla diagnosi?
Lo specialista di riferimento per questa patologia è il gastroenterologo, ma ormai sono molti gli ambiti della medicina in cui gli specialisti devono pensare all'ipotesi che il paziente sia celiaco. Si è, infatti, giunti a comprendere che molti disturbi apparentemente scollegati dalla malattia possono trovare in essa una spiegazione. Osteoporosi, anemie da carenza di ferro e problemi vascolari (miocardite, emicrania con o senza aura) possono essere causati dal malassorbimento di nutrienti e/o dalla presenza di autoanticorpi e devono sollevare il sospetto. Ciò significa che quando questi disturbi si presentano in forma idiopatica (senza cause primarie) è bene sottoporsi ai test sierologici per uno screening iniziale allo scopo di escludere la celiachia. Negli stadi più avanzati di una celiachia non trattata vi possono essere complicanze rare ma gravi come la digiunoileite ulcerativa e il linfoma intestinale.

Come si affronta la celiachia?
Non esistono farmaci specifici quindi la malattia va gestita con una dieta rigorosa totalmente priva di glutine. Le biopsie ogni 3-6 mesi permettono di controllare se vi è stata una risposta alla rimozione del glutine dalla dieta e se i villi intestinali sono tornati alla normalità la dieta è stata efficace. Esiste infine una forma di celiachia refrattaria alla dieta priva di glutine che interessa meno del 5% dei casi, e in questi casi si interviene con farmaci immunosoppressori.



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