26 novembre 2010
Interviste
I nuovi farmaci contro l’artrite reumatoide
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di Simona Zazzetta
I farmaci biologici entrati nella terapia dell'artrite reumatoide hanno modificato la vita di una buona parte dei pazienti. Dica33 ha chiesto a Carlomaurizio Montecucco, presidente della Società italiana di reumatologia (Sir) e del congresso della Società ospitato a Rimini dal 24 al 27 novembre, quali sono le opportunità di terapia attualmente disponibili per una malattia che se non curata in modo adeguato diventa potenzialmente invalidante.
Dottor Montecucco quali sono le opzioni terapeutiche per trattare l'artrite reumatoide?
Oggi, tra farmaci approvati e quelli che sono già in commercio, è disponibile un grande assortimento di terapie di cui nove sono farmaci biologici, cioè prodotti con biotecnologie. Questi ultimi però, anche se più recenti, non sono usati come prima linea nel trattamento dell'artrite reumatoide. I farmaci di primo impiego devono gestire il dolore e l'infiammazione e devono essere usati il più precocemente possibile dalla diagnosi, cioè entro sei settimane dall'esordio dei sintomi. Nella metà dei casi la risposta è efficace, ma se ciò non accade si passa all'associazione di un farmaco biologico con un farmaco convenzionale, in genere il methotrexate che è quello con cui abbiamo più esperienza.
Come è cambiata la vita dei pazienti con l'arrivo dei farmaci biologici
I farmaci biologici rappresentano una chance formidabile per quel 50% di casi di artrite reumatoide che non risponde alle terapie convenzionali. Per altro, anche l'assortimento di biologici, tra quelli disponibili e i nuovi in arrivo, permette di provarne più di uno quando il paziente non risponde a quello di prima scelta, ma in genere al secondo o terzo tentativo con un farmaco biologico si ottiene la risposta.
Oggi come oggi, quali sono le percentuali di successo delle terapie?
Con le attuali risorse di cura disponibili, si può affermare che si è vicini al 75-80% di risultati di non progressione del danno alle articolazioni visibile con esame radiologico.
Come si convive con l'artrite reumatoide?
Il paziente curato precocemente, nei primi mesi di manifestazione della malattia, può condurre una vita quasi normale, non ci sono indicazioni particolari sulla dieta e l'unica suggerimento è di rispettare il dolore: quando è presente dolore non bisogna sforzare le articolazioni.
Esistono fattori di rischio che meritano particolari attenzione?
Il fumo è risultato un elemento decisivo nei pazienti che presentano una predisposizione genetica all'artrite reumatoide, in quanto rappresenta un fattore scatenante della malattia. Ma anche nei pazienti, in cui la malattia è già in corso ha un effetto peggiorativo.
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...e inoltre su Dica33:
I farmaci biologici entrati nella terapia dell'artrite reumatoide hanno modificato la vita di una buona parte dei pazienti. Dica33 ha chiesto a Carlomaurizio Montecucco, presidente della Società italiana di reumatologia (Sir) e del congresso della Società ospitato a Rimini dal 24 al 27 novembre, quali sono le opportunità di terapia attualmente disponibili per una malattia che se non curata in modo adeguato diventa potenzialmente invalidante.
Dottor Montecucco quali sono le opzioni terapeutiche per trattare l'artrite reumatoide?
Oggi, tra farmaci approvati e quelli che sono già in commercio, è disponibile un grande assortimento di terapie di cui nove sono farmaci biologici, cioè prodotti con biotecnologie. Questi ultimi però, anche se più recenti, non sono usati come prima linea nel trattamento dell'artrite reumatoide. I farmaci di primo impiego devono gestire il dolore e l'infiammazione e devono essere usati il più precocemente possibile dalla diagnosi, cioè entro sei settimane dall'esordio dei sintomi. Nella metà dei casi la risposta è efficace, ma se ciò non accade si passa all'associazione di un farmaco biologico con un farmaco convenzionale, in genere il methotrexate che è quello con cui abbiamo più esperienza.
Come è cambiata la vita dei pazienti con l'arrivo dei farmaci biologici
I farmaci biologici rappresentano una chance formidabile per quel 50% di casi di artrite reumatoide che non risponde alle terapie convenzionali. Per altro, anche l'assortimento di biologici, tra quelli disponibili e i nuovi in arrivo, permette di provarne più di uno quando il paziente non risponde a quello di prima scelta, ma in genere al secondo o terzo tentativo con un farmaco biologico si ottiene la risposta.
Oggi come oggi, quali sono le percentuali di successo delle terapie?
Con le attuali risorse di cura disponibili, si può affermare che si è vicini al 75-80% di risultati di non progressione del danno alle articolazioni visibile con esame radiologico.
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Il paziente curato precocemente, nei primi mesi di manifestazione della malattia, può condurre una vita quasi normale, non ci sono indicazioni particolari sulla dieta e l'unica suggerimento è di rispettare il dolore: quando è presente dolore non bisogna sforzare le articolazioni.
Esistono fattori di rischio che meritano particolari attenzione?
Il fumo è risultato un elemento decisivo nei pazienti che presentano una predisposizione genetica all'artrite reumatoide, in quanto rappresenta un fattore scatenante della malattia. Ma anche nei pazienti, in cui la malattia è già in corso ha un effetto peggiorativo.
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