Vaccini, tumori e trapianti: così il sistema immunitario ci curerà
Che l'ultimo premio Nobel per la medicina sia stato assegnato a tre ricercatori che tanto hanno contribuito alle conoscenze nel campo del sistema immunitario è la conferma di quanto i progressi in questo ambito siano stati determinanti e di grande impatto sulle conoscenze scientifiche in generale e sulla medicina in particolare. Basti pensare agli aspetti toccati da questa disciplina: dalla conoscenza del genoma, all'evoluzione della diagnostica, dai progressi in terapia (la cura dei tumori con gli anticorpi), agli sviluppi nel campo della prevenzione, con i vaccini per esempio. La conferma arriva a Dica33 da Alberto Mantovani, professore di Patologia generale, presso l'Università degli studi di Milano e direttore scientifico dell'Istituto Clinico Humanitas, che sull'argomento ha scritto un libro (I guardiani della vita, Dalai editore) per raccontare i segreti delle difese del nostro organismo.
Ai più potrebbe sembrare una realtà distante invece l'immunologia ha un impatto fondamentale sulla vita delle persone. Può farci qualche esempio?
Il primo contributo fondamentale in questo campo è rappresentato dai vaccini, l'intervento medico a basso costo che più ha cambiato la vita delle persone. Grazie all'immunologia sono diventati più sicuri i vaccini "vecchi", come quello per la pertosse, e si è consolidato il concetto di memoria immunologica, in base al quale le nostre difese, quando ritornano in contatto con un germe, ne conservano memoria e possono reagire in maniera forte tanto da sconfiggerlo. Ma oggi i vaccini non costituiscono solo un'arma fondamentale per controllare le malattie infettive, ma offrono anche applicazioni preventive in alcuni tumori. L'esempio più importante è quello della vaccinazione contro il Papilloma virus (Hpv), un virus che causa 250mila morti nel mondo, un flagello per i paesi poveri. La seconda svolta fondamentale provocata dall'immunologia è quella degli anticorpi in terapia. Ora il sogno di poter curare il cancro con anticorpi monoclonali è diventato realtà ed è un'arma a disposizione dei clinici in tumori come i linfomi, le leucemie, il tumore della mammella o del colon. E tra i nuovi farmaci in sperimentazione uno su tre è un anticorpo. Gli stessi anticorpi sono stati i protagonisti di una "rivoluzione silenziosa" nel campo della diagnostica, che probabilmente la maggior parte dei pazienti non ha avvertito. Basti pensare alla conta dei linfociti CD4 nell'Hiv o alla possibilità di stadiazione dei tumori e di definizione dei sottotipi. Un altro impatto di grande peso dell'immunologia e quello sui trapianti e sui segnali di comunicazione del sistema immunitario.
Che cosa intende?
Il sistema immunitario ha il ruolo di riconoscere e comunicare: ossia individuare la presenza di invasori e trasmettere in modo efficiente le informazioni. Le modalità di comunicazione sono due: il contatto, con le molecole di adesione, o le "parole" con le citochine. La loro identificazione è stata fondamentale per la definizione di nuove terapie, per attivarle o frenarle, e per la comprensione delle malattie autoimmuni che si hanno quando la risposta immunitaria avviene in quantità sbagliata o nel posto sbagliato.
Quali le sfide per il futuro?
Le sfide sono molte. Per cominciare in merito ai vaccini la sfida della ricerca è quella di capirli meglio e tradurre le nuove scoperte in vaccini in grado di dare una memoria di lunga durata al sistema immunitario. La seconda sfida riguarda il rapporto con i microbi, fondamentali per il metabolismo e per la maturazione del sistema immunitario. È fondamentale capire in che modo virus e batteri funzionano e interagiscono con il sistema immunitario. La terza sfida, che è poi anche una speranza, è quella di utilizzare le cellule dell'immunità, così come già successo con gli anticorpi, in terapia. E in questo senso si stanno muovendo i primi passi in una forma di terapia che possiamo definire trasfusionale. Quindi capire, laddove il sistema immunitario non funziona correttamente, è il caso dei tumori, perché succede. Infine la sfida di condivisione del sapere e degli strumenti scientifici. Tre milioni di bambini ogni anno muoiono nei paesi poveri per cause che potrebbero essere evitate. Basterebbe riuscire a raggiungere questi bambini con vaccini che alle nostre latitudini sono considerati elementari.
In conclusione quali messaggi pensa sia opportuno diffondere?
Le due parole chiave della medicina del futuro sono medicina di genere e medicina personalizzata e ambedue sono perfettamente rappresentate dall'immunologia. Mi riferisco alle malattie autoimmuni che sono in prevalenza al femminile e sono un paradigma della medicina di genere e al sistema immunitario, difficile pensare a qualcosa di più personalizzato. Infine ci troviamo ad affrontare sempre nuove minacce di malattia e di epidemie, l'ultima l'epidemia causata da Escherichia coli, causate da nuove varianti di virus e batteri. Per questo la ricerca non si deve mai fermare, è l'assicurazione sulla vita della nostra specie.
Marco Malagutti
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