21 ottobre 2011
Aggiornamenti e focus
Influenza, via alla vaccinazione
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È in corso, dalla metà di ottobre e si protrarrà fino alla fine di dicembre, la campagna vaccinale di prevenzione dell'influenza per la stagione 2011-12 con un preparato trivalente immutato rispetto allo scorso anno. I ceppi inclusi, infatti, restano gli stessi: ceppo A/H1N1, ceppo A/H3N2 e ceppo B/Brisbane, come indicato dalla circolare ministeriale che ogni anno definisce anche le categorie per le quali la vaccinazione è raccomandata.
Raccomandata solo per alcuni, come spiegano gli esperti, non significa che non lo sia o che sia controindicata in persone che non rientrano nei gruppi indicati dal ministero, ma semplicemente che non si ritiene necessario promuovere programmi di offerta attiva gratuita del vaccino a chi non presenta fattori individuali di rischio.
Le categorie a rischio segnalate dal ministero sono:
- Soggetti di età pari o superiore a 65 anni.
- Bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza.
- Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale.
- Donne che all'inizio della stagione epidemica si trovino nel secondo e terzo trimestre di gravidanza.
- Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti.
- Medici e personale sanitario di assistenza.
- Familiari e contatti di soggetti ad alto rischio.
- Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori.
- Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani.
- Malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio (inclusa l'asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico ostruttiva-Bpco).
- Malattie dell'apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite.
- Diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con Imc >30 e gravi patologie concomitanti).Insufficienza renale cronica.
- Malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie.
- Tumori.
- Malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV.
- Malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali.
- Patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici
- Patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione.
Poiché i vaccini antinfluenzali vengono allestiti usando uova contenenti embrioni di pollo, ci si è posti un problema di sicurezza per soggetti allergici all'uovo. Ma le posizioni di tutto il mondo scientifico sono coerenti: la somministrazione corretta è ben tollerata da tutti i pazienti con tale allergia, quindi se la reazione allergica è lieve e senza anafilassi non ci sono problemi di sicurezza. Se invece la reazione all'uovo è di tipo anafilattico servono accertamenti per valutare il rischio. Esiste inoltre un dibattito sull'opportunità o meno di vaccinare i bambini neonati, cioè con meno di sei mesi, ma la comunità scientifica è pressoché orientata a non considerarlo utile. Anche in Italia si è aperta una breve finestra su questo argomento quando, di recente, nella clinica pediatrica De Marchi, del Policlinico di Milano è stata proposta una sperimentazione per valutare sicurezza, tollerabilità ed efficacia in questa fascia di età. La proposta è stata ritirata perché i dati di letteratura indicano che è poco efficace. Per quanto riguarda, invece, l'offerta attiva per i bambini tra sei mesi e 2 anni o fino a 5 anni, le posizioni restano ancora diverse. Negli Stati Uniti, per esempio, a differenza dell'Italia, l'America academy of pediatrics raccomanda la vaccinazione universale nei bambini con più di sei mesi.
La prevenzione dell'influenza può contare, oltre che usl vaccino, anche su poche regole comportamentali, che il ministro ha recentemente ricordato in un documento ufficiale. «La trasmissione interumana del virus dell'influenza si può verificare per via aerea attraverso le gocce di saliva di chi tossisce o starnutisce, ma anche attraverso il contatto con mani contaminate dalle secrezioni respiratorie. Per questo, una buona igiene delle mani e delle secrezioni respiratorie può giocare un ruolo importante nel limitare la diffusione dell'influenza». Il gesto di lavarsi le mani, spesso sottovalutato, è, invece, considerato dalla stessa Organizzazione mondiale della sanità uno strumento «tra i più efficaci per il controllo della diffusione delle infezioni anche negli ospedali».
Simona Zazzetta
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