04 novembre 2011
Interviste
Pillola e trombosi: identikit di chi rischia di più
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Uno studio scientifico, pubblicato dalla rivista inglese British medical journal, ha rilevato un aumento di rischio di tromboembolismo venoso (Tev) associato all'assunzione delle nuove pillole contraccettive. Dica33 ha intervistato Nicola Surico, presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo), per chiarire quali e quanti rischi corrono le donne che ne fanno uso.
Professor Surico, qual è la differenza tra le "vecchie" e le "nuove" pillole?
Nella combinazione di progestinico ed estrogeno cambia la molecola del progestinico e si è passati, prima dal levonorgestrel al desogestrel, migliorando già il profilo di sicurezza e poi è stato introdotto il drospirenone, che ha dimostrato di avere un impatto vascolare minore e meno effetti collaterali, come, per esempio, la ritenzione idrica.
Eppure lo studio dice che sono proprio le nuove pillole a far salire il rischio Tev. Come si spiega?
Intanto va chiarito che si tratta di un rischio basso e di un aumento trascurabile nella popolazione femminile e che sale in presenza di fattori individuali. Inoltre, le donne che sono state incluse nello studio non erano state sottoposte a uno screening per la trombofilia. L'aumentata probabilità di trombosi è legato a un problema di bilanciamento tra il progestinico e l'estrogeno. Nelle nuove pillole c'è un effetto progestinico minore che ha degli effetti positivi sulla paziente, ma che controbilancia meno l'effetto estrogenico. E poiché sono gli estrogeni a far salire il pericolo di trombosi, nelle pazienti più esposte questo aspetto va valutato al momento della prescrizione facendo un bilancio tra i rischi e i benefici.
Quali sono le donne più esposte?
Bisogna prestare attenzione ad alcuni fattori individuali. Innanzitutto, lo sono di più le donne che hanno già avuto eventi trombotici. Poi c'è il fattore dell'età. La trombosi venosa è meno frequente nelle donne giovani, ma la probabilità aumenta con l'età. Contribuiscono in modo importante anche il fumo, l'obesità e se c'è familiarità con le patologie trombotiche. In quest'ultimo caso, infatti, c'è un'indicazione a eseguire esami di emodinamica e di ricerca di mutazioni genetiche del fattore V d Leiden e della protrombina, necessari per stabilire se ci sono alterazioni nel processo di coagulazione del sangue che possono favorire lo sviluppi di trombi. In generale, non c'è raccomandazione a fare test specifici, ma un'attenta anamnesi è in grado di valutare la presenza dei fattori di rischio tale da inviare la paziente a farli, per poi decidere se e quale pillola prescrivere dal momento che sono disponibili diverse possibilità di scelta.
Ci sono casi in cui è del tutto controindicato assumere la pillola?
Sì. In vista e dopo un intervento chirurgico, in particolare se a carico della pelvi o di tipo ortopedico che necessita di immobilità, la pillola va sospesa. Come pure nelle donne subito dopo il parto. E in ogni caso, il fumo è incompatibile con l'uso della contraccezione ormonale.
Simona Zazzetta
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