Rapporto Osmed: in aumento il consumo di farmaci

14 dicembre 2011
Aggiornamenti e focus

Rapporto Osmed: in aumento il consumo di farmaci



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Nei primi nove mesi del 2011 la spesa per i farmaci di classe A, quelli totalmente a carico del Servizio sanitario nazionale, è scesa del 3,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Lo affermano i dati preliminari del rapporto Osmed presentati all'Istituto superiore di sanità (Iss). Secondo il rapporto, alla diminuzione della spesa non corrisponde però un andamento simile nei consumi: ogni mille abitanti, infatti, sono state prescritte 965,4 dosi rispetto alle 954,2 dell'anno precedente.

Il risparmio per il Servizio sanitario nazionale è controbilanciato da una maggiore spesa dei singoli cittadini, dovuta a diverse cause: la maggiore incidenza dei ticket, in aumento del 36,5%, e un aumento del 5,3% della spesa per l'acquisto di farmaci per automedicazione, di farmaci di fascia C e per i farmaci di fascia A acquistati privatamente. «I consumi continuano ad aumentare» ha affermato Anna Maria Marata, del Centro per la valutazione dell'efficacia dell'assistenza sanitaria (Ceveas) «e questo indica che non c'è una maggiore appropriatezza nell'uso dei farmaci». Dal punto di vista del tipo di farmaci consumati quelli per l'apparato cardiovascolare rappresentano la principale categoria sia in termini di dosi (47% del totale) che di spesa procapite (36% del totale), seguiti da quelli dell'apparato gastro-intestinale, che sono anche la categoria che ha fatto registrare l'aumento più elevato nella prescrizione rispetto al 2010 (+3,2%).

In Italia il consumo degli antidepressivi è raddoppiato negli ultimi 10 anni, ma la tendenza sembra essersi ridotta tra il 2009 e il 2011. I dati dell'Osmed, spiega il rapporto, evidenziano che il consumo di antidepressivi dal 2000 al 2009 ha avuto un incremento medio annuo del 15,6%, con un aumento da 16,2 dosi giornaliere per 1.000 abitanti del 2001 a 34,7 del 2009. Questo dato per il 2011 rimane però costante: secondo il rapporto per i primi 9 mesi dell'anno infatti, le dosi giornaliere per il 2011 sono 35, solo leggermente superiori rispetto al 2009. Il consumo risulta abbastanza uniforme su tutto il territorio nazionale, con pochi spostamenti rispetto alla media nelle varie regioni e con una leggera prevalenza nel centro Italia. In crescita anche le prescrizioni dei farmaci erogati dalle strutture pubbliche, che nei primi nove mesi del 2011 sono aumentate del 32,8%. Le cifre parlano di un aumento della spesa per gli ospedali dell'8,1% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.

Permangono differenze di genere, a sfavore delle donne, per quanto riguarda le malattie cardiovascolari: l'accesso alle statine, risulta più basso nelle donne anche se non ci sono evidenze di un'efficacia diversa. Difficoltà nell'accesso generale ai farmaci riguardano, invece, gli immigrati: rispetto agli Italiani, l'uso di farmaci da parte degli immigrati arriva all'80% in meno nel caso di alcune patologie che richiedono più terapie. È quanto emerge da uno studio pilota presentato da Enrico Costa, dell'Azienda Ospedaliera di Verona, condotto in alcune regioni italiane. Per i farmaci contro il diabete, ad esempio, il 2% degli immigrati ne fa uso, contro una percentuale tra gli italiani del 5%, mentre nel caso degli antiasmatici le percentuali sono rispettivamente del 5 e del 13,2%. «Serve una maggiore attenzione alle disuguaglianze» ha affermato Roberto Raschetti, del Centro nazionale di epidemiologia dell'Iss «quello dell'equità deve essere un principio fondamentale del nostro sistema sanitario. Inoltre un accesso limitato alle cure di base può riflettersi poi in esiti negativi sotto forma di patologie più gravi».



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