06 aprile 2012
Aggiornamenti e focus
Manovre per evitare il soffocamento nei bambini
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Piccole azioni eseguite consapevolmente possono salvare una vita. Comincia così la lettera che Marco Squicciarini, medico, volontario della Croce Rossa, scrive ai genitori per promuovere corsi sulle manovre di disostruzione pediatrica. Corsi utili a colmare un vuoto, secondo Squicciarini, che può avere esiti drammatici. I numeri in questo senso parlano chiaro. Ogni anno in Italia 50 bambini perdono la vita per soffocamento da corpo estraneo, il 27% dei decessi accidentali, secondo gli ultimi dati della Società italiana di pediatria, risalenti al 2007. A essere letale non è solo il corpo estraneo ingerito accidentalmente, ma anche il fatto che chi assiste i bambini non è formato a queste manovre e nel tentativo di fare qualcosa peggiora le cose. «Prendere per i piedi un bambino che è ostruito o peggio ancora mettere le dita in bocca sono le prime due cose che vengono fatte dal soccorritore occasionale e che spesso provocano la morte del bambino» spiega Squicciarini «se a questo si aggiunge il ricorso tardivo al 118, gli errori possibili e fatali ci sono tutti». E il problema di diffondere la conoscenza delle manovre di primo soccorso tra la gente comune allo scopo di evitare situazioni irreversibili, è un tema sempre più caro alla comunità medica internazionale. «Il Progetto Manovre Disostruzioni Pediatriche della Croce Rossa Italiana nasce nel 2008» spiega il medico romano che è il factotum dell'iniziativa. «Allora mi occupavo dei corsi di rianimazione cardiopolmonare pediatrica e utilizzo del defibrillatore in tutta Italia. Ma al termine dei corsi le domande che mi venivano sistematicamente poste riguardavano proprio l'ostruzione da corpo estraneo. Un tema trattato pochissimo nel corso. Per questo» continua Squicciarini «abbiamo pensato a corsi specifici sull'argomento». Dopo aver concertato le linee guida per la Croce Rossa per la Rianimazione cardiopolmonare pediatrica e l'uso del defibrillatore Squicciarini ha avuto via libera per costruire il progetto nazionale sulle Manovre Disostruzione Pediatriche destinato soprattutto ai genitori, ai nonni, alle baby sitter e a tutti coloro che vivono accanto ai bambini. A partire dal corso e dalle linee guida approvate dalla Cri è stato costruito un Kit. «Il Kit» ci spiega il volontario della Croce Rossa «è composto da un poster lattante (da tre mesi a un anno) con le manovre disostruzione per contrastare in maniera efficace i rigurgiti o le inalazioni accidentali; un poster bambino (da dodici mesi alla pubertà) per la disostruzione di un bambino; un video con le manovre spiegate e commentate in maniera innovativa e infine un manualetto con note esplicative. Tutte le informazioni del caso sono reperibili e scaricabili sul sito http://cri.it/manovredisostruzionepediatriche, ma quali sono in sintesi i consigli fondamentali da dare a un genitore in queste situazioni?
«Ci sono cose da non fare assolutamente e che spesso vengono fatte, come accennavo all'inizio» spiega il responsabile dei corsi «non bisogna mai tergiversare prima di chiamare i soccorsi ne mettere un dito in bocca, come fanno molti pensando sia risolutivo». Oltretutto non tutte le situazioni sono uguali «ci sono casi di ostruzione parziale su bambino cosciente, quando cioè il bambino riesce a piangere, tossire e/o parlare. In questi casi non bisogna effettuare alcuna manovra ma incoraggiare a tossire». E se il bambino diventa cianotico? «In questo caso, fermo restando la necessità dell'intervento del 118, il bambino va preso per il mento, appoggiato sul ginocchio posizionandogli la testa verso il basso e poi vanno effettuate le manovre vere e proprie che consistono in 5 colpi piuttosto forti tra le scapole alternati a 5 compressioni del diaframma (le cosiddette Manovre di Heimlich). Il tutto fino a che la disostruzione non è avvenuta». Secondo Squicciarini, comunque anche qualora le manovre si rivelassero efficaci è sempre meglio il trasporto in ospedale. Nell'ipotesi, invece, che il bambino sia incosciente bisogna posizionarlo su un piano rigido, chiamare il 118 ed effettuare una modica estensione del capo, controllando all'interno della bocca e insufflando, ossia praticando la respirazione bocca a bocca. Il tutto in attesa dell'arrivo dei soccorsi. E per il lattante le cose sono diverse? «Si, nel senso che si passa subito alle manovre di disostruzione, visto che non riesce a piangere, tossire o parlare. La sequenza prevede 4 fasi: presa sulla mandibola, 5 colpi interscapolari, rigirare il lattante e 5 compressioni lente e profonde. Fino a disostruzione avvenuta. Per le situazioni di incoscienza la gestione è simile a quella del bambino, sempre dopo averlo posizionato su un piano rigido». In conclusione quali sono le cose da non dimenticare per un genitore? «Sicuramente contattare la Croce Rossa e favorire la diffusione di queste conoscenze, in particolare tra le maestre d'asilo che sono quelle che trascorrono più tempo coi bimbi» risponde il volontario della Croce Rossa.
Marco Malagutti
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