14 dicembre 2012
Interviste
Feste natalizie: come salvaguardare la salute dello stomaco
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Si avvicinano le festività natalizie e di fine anno e con esse si moltiplicano le occasioni conviviali: pranzi, cene ma anche aperitivi, merende, brindisi e dopocena. Un superlavoro per l'apparato digestivo che potrebbe risentirne. Attilio Giacosa,direttore scientifico del dipartimento di Gastroenterologia del Gruppo sanitario Policlinico di Monza e gastroenterologo del Centro diagnostico italiano, illustra a Dica33 i pericoli più comuni e le astuzie per prevenirli o superarli.
«In questo periodo si creano molte occasioni per scambiarsi gli auguri, dal semplice brindisi con i colleghi d'ufficio, al pranzo con gli amici della palestra, fino al cenone delle feste» spiega Giacosa «il primo risultato è quantitativo: aumenta la frequenza dei pasti critici, che sono più ravvicinati, e aumenta la quantità complessiva di cibo e alcol introdotti a fine giornata». La quantità è il primo problema per l'apparato gastroenterico, normalmente abituato a dosi inferiori e, soprattutto, sottolinea Giacosa «a intervalli prolungati tra un pasto e l'altro, sufficienti per consentire una digestione agevole». Lo sforzo digestivo imposto da questa routine festaiola non provoca problemi di salute in soggetti sani, però può far insorgere qualche disturbo. «I sintomi principali sono proprio quelli classici» spiega il professore «gonfiore addominale, sensazione di peso alla bocca dello stomaco, torpore mentale, bruciore, eruttazioni, fino a giungere, nei casi estremi, al vomito». Nulla di cui preoccuparsi: la risoluzione dei disturbi è solo questione di tempo e pazienza.
Per non guastarsi le feste, nè tutte le prelibatezze che si possono gustare, l'esperto suggerisce alcuni consigli, utili a preservare la salute senza rischiare di offendere i commensali. «Mangiare lentamente e ridurre le quantità, per evitare, come detto sopra, di superare a fine giornata una soglia accettabile. Ci si può limitare su tutto o anche scegliere di rinunciare deliberatamente a qualche bicchiere o portata, accampando magari allergie o intolleranze alimentari. Un buon trucco è anche quello di non concedersi mai bis». Utilissimo inoltre il movimento fisico «riuscire a fare quattro passi, cioè camminare almeno un pochino tra un pasto e l'altro, invece di restare chiusi in casa, aiuta molto la digestione» conferma Giacosa. Da evitare invece, specie nel corso di un pasto impegnativo, il fumo di sigaretta perché favorisce il reflusso e rallenta la digestione. Infine, se si è comunque esagerato e i sintomi si fanno sentire, è possibile ricorrere a rimedi casalinghi o farmaci da banco. «Prima di recarsi in farmacia» dice l'esperto «consiglio di provare con una tisana di finoccchio, biancospino e anice. Se la situazione non migliora, chiedere al farmacista che saprà indicare un antiacido, un antisecretivo o un pro cinetico, a seconda dei casi».
Anche se si è mangiato troppo, ci sono alcuni segnali che non sono tipici di problemi digestivi e come tali non vanno sottovalutati. «Attenzione quindi» sottolinea Giacosa «a un dolore alla bocca dello stomaco, o retrosternale, che persiste oltre un'ora, non si attenua con analgesici da banco o addirittura aumenta d'intensità. Un dolore inusuale quindi, oppure se, in caso di vomito, si riscontrano tracce di sangue, devono indirizzare verso un pronto soccorso per un controllo». Una trattazione a parte meritano gli alcolici perché soggetti a limitazioni di ordine differente. «Innanzitutto specifico subito, a scanso di equivoci» precisa il gastroenterologo «che non esistono antidoti di alcun tipo, né casalinghi, né chimici, capaci di ridurre l'alcolemia». Detto questo si deve distinguere la soglia alcolemica oltre la quale per legge è vietato guidare, da quella superata la quale compaiono sintomi sempre più i severi. Per la guida la soglia prudenziale è davvero bassa, tale da alterare sufficientemente i riflessi ma non da causare disturbi alla salute. È buona norma scegliere prima chi dovrà guidare, per viaggiare sicuri ed evitare sanzioni sgradite. Per la salute, invece, «fatta salva una maggior tolleranza biologica che hanno gli uomini rispetto alle donne» spiega Giacosa «i disturbi sono direttamente proporzionali alla quantità di alcol consumata e alla velocità d'introduzione, e inversamente proporzionali alla massa dell'individuo». Lo smaltimento anche in questo caso è funzione del tempo e i sintomi possono andare da uno stato euforico e confusionale, «a un più serio quadro psichico con rigurgito, difficoltà respiratorie, perdita di coscienza e coma» continua l'esperto «anche in questi casi non si deve attendere ma rivolgersi a un pronto soccorso».
Elisabetta Lucchesini
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