10 febbraio 2014
Interviste
Contro il diabete la dieta non basta
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I diabetologi italiani lanciano l'allarme: è in atto una pericolosa campagna di disinformazione - attraverso alcuni media e soprattutto su Internet - che promuove "'diete miracolose" che sarebbero in grado di guarire definitivamente dal diabete, rendendo inutili i trattamenti farmacologici, compresa l'insulina.
Ne abbiamo parlato con Antonio Ceriello, presidente dell'Associazione Italiana diabetologi, che insieme ad altre società scientifiche e alle Associazioni delle persone con diabete ha preso pubblicamente posizione. «Siamo preoccupati perché con sempre maggiore insistenza vengono presentate sulla rete e sui giornali "soluzioni" miracolistiche, in larga parte basate su diete drastiche con cibi crudi, diete alcaline, vegetariane o altro.
Queste promesse di una facile guarigione sono basate sul nulla?
«Non solo la promessa di "guarire" in pochi giorni dal diabete è del tutto insensata, ma preoccupa soprattutto l'invito ad abbandonare le terapie farmacologiche, inclusa l'insulina, che per un diabetico di tipo 1 fa la differenza tra la vita e la morte. Pochi anni fa, una ragazza sedicenne di Firenze morì proprio per aver interrotto la terapia insulinica, su indicazione di una fantomatica curatrice. D'altra parte è noto che prima della scoperta dell'insulina il diabete di tipo 1 era una malattia letale, mentre oggi un'adeguata terapia insulinica assicura un'aspettativa di vita pressoché normale».
E qual è il ruolo della dieta? Non è importante?
«Una corretta alimentazione è fondamentale: la migliore prevenzione del diabete mellito è e rimane una sana igiene di vita fatta di regolare attività fisica, dieta equilibrata e sana, moderato consumo di alcool e abolizione del fumo. L'errore nasce quando si afferma che possa sostituire i farmaci, o che esista un regime alimentare adatto a tutti.
La malattia diabetica è estremamente eterogenea, e ogni persona con diabete ha un diverso peso corporeo di partenza, diverse esigenze caloriche in funzione delle attività lavorative e sportive, spesso ha patologie concomitanti e ha le sue abitudini di vita e la sua capacità di seguire le indicazioni del medico».
Quindi occorre un approccio personalizzato?
«Infatti: la migliore gestione del diabete richiede sempre l'intervento di personale sanitario qualificato, che parte sempre dal presupposto che non esiste una dieta a "taglia unica", che va bene per tutti. E soprattutto non esistono diete miracolose».
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