20 giugno 2014
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Ipertensione e salute del cervello: conta anche l’età
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Una massima a 120 mmHg e una minima a 80 mmHg. Sono questi i valori di pressione sanguigna che i medici considerano "normali". Se si va oltre, in particolare a partire da 140/90 mmHg, si prendono in considerazione i farmaci per ritornare ai valori corretti che tengono lontani i rischi per cuore, cervello e vasi.
In uno studio da poco pubblicato sulla rivista Neurology, si legge però che oltre a questi numeri, bisogna anche tener conto dell'età per capire davvero quali rischi si corrono. «Abbiamo osservato che una pressione bassa una volta diventati anziani è legata a una memoria meno efficiente, almeno nelle persone che nella mezza età soffrivano di ipertensione» spiega Lenore Launer, autrice dello studio, che si occupa di neuroepidemiologia al U.s. national institute on aging, l'Istituto nazionale statunitense per l'invecchiamento.
«La storia personale dell'ipertensione sembra essere quindi un elemento critico per spiegare il legame tra livello di pressione e salute del cervello negli anziani» precisa la ricercatrice. Per il loro studio, Launer e colleghi hanno misurato la pressione a oltre 4.000 persone di mezza età - 50 anni l'età media - tutte senza problemi di demenza, e poi anche dopo più di due decenni, quando l'età media aveva raggiunto i 76 anni. «In questa seconda fase, oltre a misurare la pressione abbiamo anche valutato con la risonanza magnetica la presenza di danni ai piccoli vasi nel cervello e abbiamo sottoposto i pazienti a test che valutavano la memoria e le capacità cerebrali» chiarisce Launer. Ed ecco i risultati ottenuti. Le persone con ipertensione nella mezza età e una bassa pressione diastolica (la "minima") in età avanzata hanno ottenuto nei test di memoria punteggi inferiori del 10 per cento rispetto agli altri partecipanti. Chi invece non aveva problemi di pressione alta nella mezza età, ma mostrava una pressione diastolica elevata da anziano aveva una probabilità del 50 per cento alta di avere lesioni cerebrali gravi rispetto a chi la pressione minima ce l'aveva bassa.
«Questi dati non devono certo spingere ad abbandonare o modificare di propria iniziativa i trattamenti in corso per stabilizzare la pressione» avverte la ricercatrice, «bisogna sempre parlarne con il proprio medico o con lo specialista» aggiunge, ricordando anche che per mantenere in salute cuore e cervello le regole di base sono piuttosto semplici: controllare la pressione, fare esercizio, mangiare sano e tenere sotto controllo il peso.
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