14 settembre 2010
Aggiornamenti e focus
Anemia: terapia
Tags:
Si distinguono vari tipi di anemia a seconda delle cause che la generano, quindi la terapia è differente a seconda della condizione anemica considerata. L'obiettivo comunque è di ripristinare i livelli corretti di emoglobina ed ematocrito.
Le situazioni carenziali più frequentemente in grado di determinare anemia riguardano, in ordine di frequenza, il ferro, l'acido folico e la vitamina B 12.
Anemia da deficienza di ferro
Nelle anemie ferroprive (quelle nelle quali la carenza di ferro è giunta a livelli estremi) si riducono i depositi di ferro. In primo luogo si deve, se possibile, rimuovere la causa di un sanguinamento o ridurre le perdite ginecologiche, contemporaneamente per ripristinare i depositi di ferro ridotti, si ricorre ai supplementi tramite la somministrazione per bocca. I preparati farmacologici sono costituiti da ferro sotto forma di diversi sali (solfati, gluconati, fumarati), che hanno una buona assorbibilità. L'assunzione va effettuata circa 30 minuti prima dei pasti per non diminuirne l'assorbimento, che viene facilitato anche dalla contemporanea assunzione di 500 mg di acido ascorbico, per l'effetto facilitante della vitamina C. Il supplemento giornaliero, in tre somministrazioni, è, in genere, di 80-120 mg di ione ferro bivalente nell'adulto (prevalentemente solfato ferroso), e di 3 mg/kg nel bambino. Generalmente invece una normale alimentazione garantisce 10-15 mg di ferro al giorno, una quantità da sola insufficiente al ripristino delle scorte, quindi non si può contare solo sull'apporto alimentare nel caso che la diagnosi di sideropenia sia già certa.
La somministrazione parenterale (cioè quella per via endovenosa) va riservata alle persone intolleranti ai trattamenti per via orale, o a coloro che hanno gravi difetti di assorbimento (malattie croniche dell'apparato digerente, specie, stomaco e intestino). Questa via di trattamento non è libera da possibili reazioni di ipersensibilità, più comuni nel bambino che nell'adulto.. Il controllo della terapia marziale (terapia con ferro) va costantemente eseguito secondo la periodicità indicata dal proprio medico, ricordando che un semplice e piccolo prelievo di sangue è sufficiente per le misure che indicano l'efficacia del trattamento stesso o che possono orientare verso modificazioni dei dosaggi farmacologici. I trattamenti a base di ferro possono dare anche una certa tossicità da accumulo che si manifesta con disturbi del tratto gastrointestinale (feci nere, stipsi, a volte diarrea, a volte dolore addominale, a volte nausea).
Per tutti questi motivi, la terapia dell'anemia sideropriva è veramente efficace solo se adeguata ai problemi di ogni singolo soggetto.
Anemia da deficienza di folati e vitamina B 12
Vi sono persone che possono incorrere in un maggior rischio carenziale per l'acido folico (anche noto come vitamina B9). Eccovi un sintetico elenco: etilisti (bevitori cronici di forti quantità di alcol), tossicomani, giovani con dieta poco equilibrata (abitudini alimentari scorrette), donne in stato di gravidanza in cui è aumentato il fabbisogno per le esigenze del feto. Anche in questi casi la cura è la supplementazione degli elementi nutrizionali mancanti, cioè si prevede la somministrazione per bocca della dose di folati sufficiente a correggere il deficit alimentare che si aggira intorno al milligrammo al giorno. La cura va continuata fino al momento in cui non intervengono fattori che modifichino la dieta. Se invece il deficit è dovuto a un difetto di assorbimento sono utili dosi maggiori. Ricordiamo che la vitamina B12 si trova in discrete quantità in quasi tutti i prodotti animali (carni e latticini), mentre l'acido folico è presente solo nella frutta e nella verdura non cotta, e quindi una sua carenza è più spesso riconducibile a un difetto di assorbimento, di conseguenza la terapia, in caso di deficit di cobalamina (vit. B12), è per lo più parenterale. Nella terapia di attacco (cioè quella da effettuare per ripristinare il deficit nel più brve tempo possibile all'inizio) sono consigliati 100 microg di cobalamina intramuscolo il giorno per una settimana, per passare poi a una volta alla settimana per un mese e quindi una volta al mese per tutta la vita. La risposta è in genere pronta e l'efficacia può essere controllata già dai primi giorni del trattamento. E' necessario ricordare che la terapia con folati può essere efficace anche nei deficit di cobalamina, esiste però un rischio: peggiorare i sintomi neurologici che caratterizzano la carenza di vitamina B12, per questo prima dell'assunzione di folati si deve escludere con appositi test diagnostici il deficit di cobalamina.
Anemia aplastica
Questa forma di anemia è determinata da una riduzione nella produzione delle cellule rosse del sangue da parte del midollo osseo. La terapia è rappresentata da trasfusioni quando i livelli di emoglobina sono pericolosamente ridotti, il sangue trasfuso deve essere fresco ma in emergenza può essere conservato. Superata la fase acuta, oltre ai globuli rossi, diventa necessario reintegrare il ferro perso con l'emorragia. Può essere opportuno rimuovere la causa quando questa è presente come la somministrazione di un farmaco o l'esposizione a un tossico. Quando il difetto di produzione di eritrociti e di emoglobina, o anche di altre cellule del sangue, è a livello del midollo, si può verificare l'opportunità di dover ricorrere ad un trapianto di midollo osseo. E' rassicurante sapere, a questo proposito, che oggi le tecniche di trapianto si sono così raffinate da non richiedere più di un breve ricovero (qualche ora) in centri specializzati, ferma restando la stretta necessità di donatori adatti e compatibili con il soggetto malato. Qualora ciò non sia possibile è indicato il trattamento con androgeni a forti dosi, eventualmente associati a piccole quantità di corticosteroidi che determinano un miglioramento della sindrome emorragica.
Anemia emolitica
Nel caso delle anemie alla cui base sta un aumento della distruzione delle cellule rosse (emolisi) la terapia non è solo sostitutiva. Si ricorre anche a terapia di sostegno (vaccinazioni).dal rischio di contrarre particolari infezioni; nel caso queste si verifichino diventano necessari una serie di esami diagnostici finalizzati alla corretta programmazione terapeutica.
La terapia trasfusionale di emergenza è indicata per le esacerbazioni dell'anemia e le complicanze epatiche e polmonari, le gravi crisi di occlusione vascolare e gli interventi chirurgici ad alto rischio.
Anche per le forme di anemia emolitica nei casi estremi si può ricorrere al trapianto di midollo, mentre il trattamento con idrossiurea, farmaco anticancro in grado di aumentare la sintesi di emoglobina fetale, si è rivelato efficace. La soluzione terapeutica di più stretta attualità riguarda la terapia genica. Sebbene ancora ad uno stadio embrionale della ricerca esistono due approcci da una parte introduzione del gene mancante responsabile della sintesi di emoglobina, dall'altra incentivare l'attività del gene che produce emoglobina fetale.
Anemia mediterranea
Nelle anemie mediterranee per sopperire alle conseguenze dell'alterazione dell'emoglobina, l'unico rimedio possibile è la terapia trasfusionale, ogni 20-30 giorni, per ripristinare i livelli emoglobinici compatibili con una vita normale. Un aspetto non trascurabile riguarda l'eccessivo apporto di ferro indotto dalle trasfusioni, il cui accumulo in organi vitali come il cuore può essere dannoso. Per contrastarlo si ricorre alla somministrazione quasi quotidiana di farmaci ad azione ferrochelante, tramite iniezione sottocute, una terapia basilare per mantenere in buone condizioni il paziente talassemico, da effettuare però sotto sorveglianza medica.
In evidenza:
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Le situazioni carenziali più frequentemente in grado di determinare anemia riguardano, in ordine di frequenza, il ferro, l'acido folico e la vitamina B 12.
Anemia da deficienza di ferro
Nelle anemie ferroprive (quelle nelle quali la carenza di ferro è giunta a livelli estremi) si riducono i depositi di ferro. In primo luogo si deve, se possibile, rimuovere la causa di un sanguinamento o ridurre le perdite ginecologiche, contemporaneamente per ripristinare i depositi di ferro ridotti, si ricorre ai supplementi tramite la somministrazione per bocca. I preparati farmacologici sono costituiti da ferro sotto forma di diversi sali (solfati, gluconati, fumarati), che hanno una buona assorbibilità. L'assunzione va effettuata circa 30 minuti prima dei pasti per non diminuirne l'assorbimento, che viene facilitato anche dalla contemporanea assunzione di 500 mg di acido ascorbico, per l'effetto facilitante della vitamina C. Il supplemento giornaliero, in tre somministrazioni, è, in genere, di 80-120 mg di ione ferro bivalente nell'adulto (prevalentemente solfato ferroso), e di 3 mg/kg nel bambino. Generalmente invece una normale alimentazione garantisce 10-15 mg di ferro al giorno, una quantità da sola insufficiente al ripristino delle scorte, quindi non si può contare solo sull'apporto alimentare nel caso che la diagnosi di sideropenia sia già certa.
La somministrazione parenterale (cioè quella per via endovenosa) va riservata alle persone intolleranti ai trattamenti per via orale, o a coloro che hanno gravi difetti di assorbimento (malattie croniche dell'apparato digerente, specie, stomaco e intestino). Questa via di trattamento non è libera da possibili reazioni di ipersensibilità, più comuni nel bambino che nell'adulto.. Il controllo della terapia marziale (terapia con ferro) va costantemente eseguito secondo la periodicità indicata dal proprio medico, ricordando che un semplice e piccolo prelievo di sangue è sufficiente per le misure che indicano l'efficacia del trattamento stesso o che possono orientare verso modificazioni dei dosaggi farmacologici. I trattamenti a base di ferro possono dare anche una certa tossicità da accumulo che si manifesta con disturbi del tratto gastrointestinale (feci nere, stipsi, a volte diarrea, a volte dolore addominale, a volte nausea).
Per tutti questi motivi, la terapia dell'anemia sideropriva è veramente efficace solo se adeguata ai problemi di ogni singolo soggetto.
Anemia da deficienza di folati e vitamina B 12
Vi sono persone che possono incorrere in un maggior rischio carenziale per l'acido folico (anche noto come vitamina B9). Eccovi un sintetico elenco: etilisti (bevitori cronici di forti quantità di alcol), tossicomani, giovani con dieta poco equilibrata (abitudini alimentari scorrette), donne in stato di gravidanza in cui è aumentato il fabbisogno per le esigenze del feto. Anche in questi casi la cura è la supplementazione degli elementi nutrizionali mancanti, cioè si prevede la somministrazione per bocca della dose di folati sufficiente a correggere il deficit alimentare che si aggira intorno al milligrammo al giorno. La cura va continuata fino al momento in cui non intervengono fattori che modifichino la dieta. Se invece il deficit è dovuto a un difetto di assorbimento sono utili dosi maggiori. Ricordiamo che la vitamina B12 si trova in discrete quantità in quasi tutti i prodotti animali (carni e latticini), mentre l'acido folico è presente solo nella frutta e nella verdura non cotta, e quindi una sua carenza è più spesso riconducibile a un difetto di assorbimento, di conseguenza la terapia, in caso di deficit di cobalamina (vit. B12), è per lo più parenterale. Nella terapia di attacco (cioè quella da effettuare per ripristinare il deficit nel più brve tempo possibile all'inizio) sono consigliati 100 microg di cobalamina intramuscolo il giorno per una settimana, per passare poi a una volta alla settimana per un mese e quindi una volta al mese per tutta la vita. La risposta è in genere pronta e l'efficacia può essere controllata già dai primi giorni del trattamento. E' necessario ricordare che la terapia con folati può essere efficace anche nei deficit di cobalamina, esiste però un rischio: peggiorare i sintomi neurologici che caratterizzano la carenza di vitamina B12, per questo prima dell'assunzione di folati si deve escludere con appositi test diagnostici il deficit di cobalamina.
Anemia aplastica
Questa forma di anemia è determinata da una riduzione nella produzione delle cellule rosse del sangue da parte del midollo osseo. La terapia è rappresentata da trasfusioni quando i livelli di emoglobina sono pericolosamente ridotti, il sangue trasfuso deve essere fresco ma in emergenza può essere conservato. Superata la fase acuta, oltre ai globuli rossi, diventa necessario reintegrare il ferro perso con l'emorragia. Può essere opportuno rimuovere la causa quando questa è presente come la somministrazione di un farmaco o l'esposizione a un tossico. Quando il difetto di produzione di eritrociti e di emoglobina, o anche di altre cellule del sangue, è a livello del midollo, si può verificare l'opportunità di dover ricorrere ad un trapianto di midollo osseo. E' rassicurante sapere, a questo proposito, che oggi le tecniche di trapianto si sono così raffinate da non richiedere più di un breve ricovero (qualche ora) in centri specializzati, ferma restando la stretta necessità di donatori adatti e compatibili con il soggetto malato. Qualora ciò non sia possibile è indicato il trattamento con androgeni a forti dosi, eventualmente associati a piccole quantità di corticosteroidi che determinano un miglioramento della sindrome emorragica.
Anemia emolitica
Nel caso delle anemie alla cui base sta un aumento della distruzione delle cellule rosse (emolisi) la terapia non è solo sostitutiva. Si ricorre anche a terapia di sostegno (vaccinazioni).dal rischio di contrarre particolari infezioni; nel caso queste si verifichino diventano necessari una serie di esami diagnostici finalizzati alla corretta programmazione terapeutica.
La terapia trasfusionale di emergenza è indicata per le esacerbazioni dell'anemia e le complicanze epatiche e polmonari, le gravi crisi di occlusione vascolare e gli interventi chirurgici ad alto rischio.
Anche per le forme di anemia emolitica nei casi estremi si può ricorrere al trapianto di midollo, mentre il trattamento con idrossiurea, farmaco anticancro in grado di aumentare la sintesi di emoglobina fetale, si è rivelato efficace. La soluzione terapeutica di più stretta attualità riguarda la terapia genica. Sebbene ancora ad uno stadio embrionale della ricerca esistono due approcci da una parte introduzione del gene mancante responsabile della sintesi di emoglobina, dall'altra incentivare l'attività del gene che produce emoglobina fetale.
Anemia mediterranea
Nelle anemie mediterranee per sopperire alle conseguenze dell'alterazione dell'emoglobina, l'unico rimedio possibile è la terapia trasfusionale, ogni 20-30 giorni, per ripristinare i livelli emoglobinici compatibili con una vita normale. Un aspetto non trascurabile riguarda l'eccessivo apporto di ferro indotto dalle trasfusioni, il cui accumulo in organi vitali come il cuore può essere dannoso. Per contrastarlo si ricorre alla somministrazione quasi quotidiana di farmaci ad azione ferrochelante, tramite iniezione sottocute, una terapia basilare per mantenere in buone condizioni il paziente talassemico, da effettuare però sotto sorveglianza medica.
In evidenza:
Salute oggi:
- Notizie e aggiornamenti
- Libri e pubblicazioni
- Dalle aziende
- Appunti di salute
- Nutrire la salute
- Aperi-libri
- Allenati con noi
...e inoltre su Dica33: