10 agosto 2017
Aggiornamenti e focus
Attività fisica in anziani sovrappeso: tutti i benefici del movimento
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Chi l'ha detto che le persone obese e avanti con gli anni non possono trarre beneficio da un programma di attività fisica controllato e svolto a cadenza regolare? Uno studio da poco pubblicato sulla rivista Obesity dimostra che è vero il contrario: l'esercizio è fondamentale per permettere anche a chi ha problemi di peso piuttosto importanti di evitare i cosiddetti "disturbi maggiori di mobilità", che possono influenzare negativamente la qualità di vita delle persone anziane che ne soffrono.
«Studi precedenti hanno fatto sorgere dubbi sugli effetti positivi dell'esercizio negli anziani obesi» spiega Stephen Kritchevsky, direttore dello Sticht center for healthy aging and Alzheimer's prevention al Wake forest baptist medical center di Winston-Salem, negli Stati Uniti e primo autore dello studio che ha coinvolto oltre 1.600 persone sedentarie di età compresa tra 70 e 89 anni. «Abbiamo voluto valutare le differenze di effetto dell'esercizio a seconda del livello di obesità o sovrappeso» spiega l'autore, ricordando che chi soffre di disturbi maggiori di mobilità non è in grado di camminare per 400 metri senza fermarsi o farsi aiutare. «Nella vita di tutti i giorni ciò significa non poter arrivare al negozio vicino a casa o fare il giro dell'isolato» aggiunge.
Kritchevsky e colleghi hanno valutato in un periodo di 2,6 anni gli effetti di un programma di attività fisica moderata-intensa o un programma di educazione alla salute nei partecipanti suddivisi in 4 categorie in base all'indice di massa corporea e alla circonferenza vita. «Il programma di esercizio ha avuto l'effetto maggiore nei pazienti con il grado di obesità più elevato, ovvero con indice di massa corporea uguale o superiore a 35, nei quali il rischio di disturbi maggiori della mobilità si è ridotto del 31 per cento» precisano i ricercatori ricordando che si parla di obesità quando l'indice di massa corporea raggiunge un valore pari o superiore a 30. «Dato il crescente numero di anziani obesi, è particolarmente importante mettere a fuoco strategie mirate per ridurre le difficoltà legate a questa condizione» concludono.
Fonte: Obesity (Silver Spring). 2017 Jul;25(7):1199-1205. doi: 10.1002/oby.21860.
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«Studi precedenti hanno fatto sorgere dubbi sugli effetti positivi dell'esercizio negli anziani obesi» spiega Stephen Kritchevsky, direttore dello Sticht center for healthy aging and Alzheimer's prevention al Wake forest baptist medical center di Winston-Salem, negli Stati Uniti e primo autore dello studio che ha coinvolto oltre 1.600 persone sedentarie di età compresa tra 70 e 89 anni. «Abbiamo voluto valutare le differenze di effetto dell'esercizio a seconda del livello di obesità o sovrappeso» spiega l'autore, ricordando che chi soffre di disturbi maggiori di mobilità non è in grado di camminare per 400 metri senza fermarsi o farsi aiutare. «Nella vita di tutti i giorni ciò significa non poter arrivare al negozio vicino a casa o fare il giro dell'isolato» aggiunge.
Kritchevsky e colleghi hanno valutato in un periodo di 2,6 anni gli effetti di un programma di attività fisica moderata-intensa o un programma di educazione alla salute nei partecipanti suddivisi in 4 categorie in base all'indice di massa corporea e alla circonferenza vita. «Il programma di esercizio ha avuto l'effetto maggiore nei pazienti con il grado di obesità più elevato, ovvero con indice di massa corporea uguale o superiore a 35, nei quali il rischio di disturbi maggiori della mobilità si è ridotto del 31 per cento» precisano i ricercatori ricordando che si parla di obesità quando l'indice di massa corporea raggiunge un valore pari o superiore a 30. «Dato il crescente numero di anziani obesi, è particolarmente importante mettere a fuoco strategie mirate per ridurre le difficoltà legate a questa condizione» concludono.
Fonte: Obesity (Silver Spring). 2017 Jul;25(7):1199-1205. doi: 10.1002/oby.21860.
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