Lunga vita con tre tazzine di caffè al giorno

01 gennaio 2000
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Lunga vita con tre tazzine di caffè al giorno



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Gli amanti del caffè possono stare tranquilli! Se non sono presenti patologie che rendono controindicato assumere caffè, è possibile concedersi due o tre tazze della bevanda senza paura di creare danni all'organismo. Ma non è tutto. Secondo i risultati di due ampi studi condotti negli Stati Uniti e in Europa, il consumo moderato di caffè in un certo senso "allunga la vita" riducendo il rischio di mortalità per diverse cause.

«Diversi studi avevano già messo in luce l'effetto positivo del consumo moderato di caffè, capace di ridurre il rischio di malattie come diabete di tipo 2 o patologie di cuore e vasi e ora si aggiunge un altro punto in favore di questa bevanda tanto amata: la riduzione della mortalità» esordisce Veronica Setiawan, professore associato di medicina preventiva alla Keck school of medicine della University of Southern California, autrice principale di uno dei due articoli. Assieme ai colleghi, l'esperta ha coinvolto nella ricerca circa 186mila persone di diversa origine etnica seguite in media per 16 anni, scoprendo che la mortalità per diverse malattie era inferiore nei consumatori di caffè rispetto a chi non ne beveva: una riduzione del 12 per cento per chi ne beveva una tazza e del 18 per cento quando le tazze erano 3.

Risultati simili nel secondo studio condotto da Marc Gunter della Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) di Lione che con i colleghi ha analizzato i dati di oltre 521mila persone coinvolte nello studio Epic (European prospective investigation intoc and nutrition) e seguite anche in questo caso per circa 16 anni. «Questi risultati non devono far pensare al caffè come a un elisir di lunga vita e di certo i medici non cominceranno a prescriverne il consumo per evitare decessi» spiegano gli esperti che poi concludono: «Di certo però possiamo dire che il consumo moderato di caffè può essere incluso in uno stile di vita sano».

Fonti:
Ann Intern Med. 2017 Jul 11. doi: 10.7326/M16-2472.
Ann Intern Med. 2017 Jul 11. doi: 10.7326/M16-2945



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