Cuore a rischio per chi salta la colazione

25 ottobre 2017
Aggiornamenti e focus

Cuore a rischio per chi salta la colazione



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Indipendentemente dalla presenza di altri fattori di rischio cardiovascolari tradizionali, decidere di non sedersi a tavola per la prima colazione aumenta il rischio di aterosclerosi non coronarica e generalizzata. Sono le conclusioni di uno studio da poco pubblicato sulla rivista Journal of the American college of cardiology dai ricercatori coordinati da Jose Penalvo, della Tufts university's Friedman school of nutrition science and policy di Boston.

«Le abitudini quotidiane, incluso il numero e la qualità dei pasti, sono bersagli potenziali per gli interventi di prevenzione primaria» afferma l'esperto, ricordando che saltare la colazione è un comportamento ritenuto poco sano e associato a un aumento del rischio cardiovascolare. Per comprendere più a fondo il legame tra il primo pasto della giornata e il rischio di sviluppare placche aterosclerotiche, Penalvo e colleghi hanno analizzato i dati relativi a oltre 4mila adulti spagnoli di età compresa tra 40 e 54 anni.

«Tra i partecipanti, il 3 per cento era solito saltare la colazione, il 70 per cento si accontentava di una colazione a basso apporto calorico (tra il 5 e il 20 per cento delle calorie giornaliere) e infine il 27 per cento consumava a colazione oltre il 20 per cento delle calorie giornaliere» dicono gli autori. A conti fatti i risultati dimostrano che chi non fa colazione ha una maggiore probabilità di sviluppare placche aterosclerotiche rispetto a chi invece consuma una colazione abbondante.

«Attenzione però: lo studio non dimostra che saltare la colazione causa lo sviluppo di placche aterosclerotiche» afferma Penalvo, spiegando che spesso chi ha questa abitudine poco salutare ne ha anche altre come per esempio consumare cibi poco sani o fumare.

«Decidere di eliminare il primo pasto del mattino non è una buona idea nemmeno se si vuole perdere peso» aggiunge Kim Larson, portavoce della Academy of nutrition and dietetics, che poi conclude: «Questo comportamento infatti fa sì che si arrivi decisamente affamati all'ora di pranzo, con il rischio di esagerare con gli alimenti nemici della salute».

Fonte: J Am Coll Cardiol. 2017 Oct 10;70(15):1833-1842. doi: 10.1016/j.jacc.2017.08.027



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