20 novembre 2017
Aggiornamenti e focus
Con le “pillole intelligenti” migliorano la diagnosi e la terapia
Tags:
Si parla tanto di farmaci intelligenti capaci di colpire un bersaglio molecolare preciso nell'organismo senza danneggiare ciò che sta attorno, ma oggi la ricerca è andata oltre e ha permesso di creare pillole dotate di un tipo diverso di intelligenza. Si tratta per esempio di strumenti che "parlano" con il medico e permettono di eseguire esami diagnostici un tempo dolorosi e invasivi in modo più "soft" ma altrettanto efficace o di seguire il paziente a distanza, per verificare se assume in modo corretto la terapia prescritta.
Controllare lo stato di salute dell'intestino può essere difficile a causa innanzitutto delle caratteristiche stesse dell'organo: raggiungere alcune anse di questo "tubo" lungo diversi metri non è infatti impresa semplice. Le tecniche di indagine tradizionali prevedono l'utilizzo di un sottile strumento dotato di videocamera (endoscopio) inserito attraverso la bocca oppure l'ano per visualizzare l'interno dell'intestino, un esame che per alcuni pazienti richiede la sedazione. Oggi però per rispondere ad alcune domande sulla salute dell'intestino è possibile utilizzare al posto dell'endoscopio una videocamera a forma di pillola, che viene ingerita dal paziente con il classico bicchiere d'acqua come se fosse una tradizionale pastiglia. La differenza è che questa pillola tecnologica è in grado di trasmettere - nel corso di un "viaggio" che dura qualche ora - migliaia di immagini a un dispositivo che il paziente porta alla cintura e che il medico potrà analizzare nei giorni successivi per arrivare a una diagnosi. Attenzione però. Questo tipo di endoscopia, seppur molto efficace e sicuro, non è adatto a tutti e continua ad avere dei limiti rispetto all'endoscopia tradizionale: anche per questa ragione non viene raccomandato nello screening del tumore del colon-retto, per il quale la colonscopia classica resta la prima scelta.
Quando si tratta di efficacia di una terapia, oltre alle caratteristiche farmaco prescritto è fondamentale tenere conto di quella che i medici chiamano compliance, ovvero di quanto il paziente rispetti le prescrizioni del medico. Anche il farmaco più efficace non porta infatti alcun beneficio se non viene assunto oppure viene assunto in dosi e modalità non corrette. Una nuova pillola appena approvata dall'agenzia statunitense per il controllo dei farmaci (Fda) potrebbe rappresentare una soluzione almeno parziale al problema. Il principio attivo in questione è una molecola utilizzata per trattare alcune condizioni psichiatriche come per esempio la schizofrenia o episodi maniacali associati al disturbo bipolare, e nella sua nuova formulazione è associato a un sensore capace di comunicare con l'esterno. In particolare, il sensore si attiva quando entra in contatto con i fluidi presenti nello stomaco e trasmette informazioni, attraverso speciali cerotti applicati sulla pelle, a una App che il paziente può scaricare sul proprio smartphone. Inoltre, dopo aver ottenuto il permesso del paziente, anche il medico o la persona che segue il paziente possono seguire il destino della terapia attraverso un portale web. «Non è un segnale che arriva in tempo reale e non è quindi adatto per seguire con estrema precisione il momento dell'assunzione, ma di certo potrebbe contribuire a migliorare l'aderenza alla terapia» spiegano gli esperti, ricordando che al momento non ci sono studi che dimostrino una migliore compliance grazie a questo nuovo strumento.
Cristina Ferrario
Fonti:
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
L’endoscopia in pillole non è più una novità
Controllare lo stato di salute dell'intestino può essere difficile a causa innanzitutto delle caratteristiche stesse dell'organo: raggiungere alcune anse di questo "tubo" lungo diversi metri non è infatti impresa semplice. Le tecniche di indagine tradizionali prevedono l'utilizzo di un sottile strumento dotato di videocamera (endoscopio) inserito attraverso la bocca oppure l'ano per visualizzare l'interno dell'intestino, un esame che per alcuni pazienti richiede la sedazione. Oggi però per rispondere ad alcune domande sulla salute dell'intestino è possibile utilizzare al posto dell'endoscopio una videocamera a forma di pillola, che viene ingerita dal paziente con il classico bicchiere d'acqua come se fosse una tradizionale pastiglia. La differenza è che questa pillola tecnologica è in grado di trasmettere - nel corso di un "viaggio" che dura qualche ora - migliaia di immagini a un dispositivo che il paziente porta alla cintura e che il medico potrà analizzare nei giorni successivi per arrivare a una diagnosi. Attenzione però. Questo tipo di endoscopia, seppur molto efficace e sicuro, non è adatto a tutti e continua ad avere dei limiti rispetto all'endoscopia tradizionale: anche per questa ragione non viene raccomandato nello screening del tumore del colon-retto, per il quale la colonscopia classica resta la prima scelta.
Hai preso la pastiglia?
Quando si tratta di efficacia di una terapia, oltre alle caratteristiche farmaco prescritto è fondamentale tenere conto di quella che i medici chiamano compliance, ovvero di quanto il paziente rispetti le prescrizioni del medico. Anche il farmaco più efficace non porta infatti alcun beneficio se non viene assunto oppure viene assunto in dosi e modalità non corrette. Una nuova pillola appena approvata dall'agenzia statunitense per il controllo dei farmaci (Fda) potrebbe rappresentare una soluzione almeno parziale al problema. Il principio attivo in questione è una molecola utilizzata per trattare alcune condizioni psichiatriche come per esempio la schizofrenia o episodi maniacali associati al disturbo bipolare, e nella sua nuova formulazione è associato a un sensore capace di comunicare con l'esterno. In particolare, il sensore si attiva quando entra in contatto con i fluidi presenti nello stomaco e trasmette informazioni, attraverso speciali cerotti applicati sulla pelle, a una App che il paziente può scaricare sul proprio smartphone. Inoltre, dopo aver ottenuto il permesso del paziente, anche il medico o la persona che segue il paziente possono seguire il destino della terapia attraverso un portale web. «Non è un segnale che arriva in tempo reale e non è quindi adatto per seguire con estrema precisione il momento dell'assunzione, ma di certo potrebbe contribuire a migliorare l'aderenza alla terapia» spiegano gli esperti, ricordando che al momento non ci sono studi che dimostrino una migliore compliance grazie a questo nuovo strumento.
Cristina Ferrario
Fonti:
Salute oggi:
- Notizie e aggiornamenti
- Libri e pubblicazioni
- Dalle aziende
- Appunti di salute
- Nutrire la salute
- Aperi-libri
- Allenati con noi
...e inoltre su Dica33: