11 gennaio 2018
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Dormire per crescere: aiutare il sonno dei bambini
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Il sonno è fondamentale per una buona salute, ancor più per i bambini perché serve alla crescita e a mantenere un corretto sviluppo cognitivo. Di notte, infatti, il cervello resta attivo ed effettua una specie di back up delle attività diurne. Pertanto dormire male non permette di riordinare e collegare informazioni ed esperienze ricevute durante il giorno. Inoltre durata e qualità del sonno non adeguate possono costituire anche un fattore di rischio per problemi neurocognitivi o obesità : gli esperti dell'Istituto Auxologico Italiano di Milano, hanno evidenziato una stretta associazione, sia in età adulta sia in età pediatrica, tra la scarsa qualità del sonno e un aumento del rischio di obesità. I disturbi più frequenti in età pediatrica consistono nella difficoltà ad iniziare e mantenere il sonno e i risvegli multipli notturni. Una realtà che molte mamme conoscono bene.
Due anni: un passaggio chiave
Secondo gli esperti ci sono fisiologici passaggi che disturbano il sonno. Per esempio, stati di ansia che possono manifestarsi nel secondo anno di vita e si ripercuotono sul sonno provocando in molti bambini incubi e paure, sono segnali del processo di maturazione mentale e dell'immaginazione creativa del bambino. Successivamente, intorno ai tre anni di età, i bambini chiamano spesso i genitori dopo essere stati messi a letto o esprimono la paura del buio: è una fase normale nello sviluppo infantile e può essere legata alla consapevolezza della progressiva autonomia rispetto ai genitori.
«Dal secondo anno di vita, il sonno rappresenta uno stato diverso dalla veglia e non più una fase in cui si cade solo per stanchezza» spiega la prof.ssa Susanna Esposito, presidente del Congresso, ordinario di pediatria all'Università degli Studi di Perugia e presidente dell'Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici, WAidid. «Il sonno a questa età può suscitare ansia e angoscia poiché determina la separazione dall'ambiente e dalla persone conosciute. Il bambino deve essere, quindi, accompagnato dai genitori in questa fase mediante la messa in atto di alcuni rituali come ad esempio lavarsi i denti, mettere il pigiama, leggere o raccontare una fiaba. Queste semplici azioni, ripetute ogni sera, aiutano a segnalare l'avvicinarsi del momento di andare a letto e tranquillizzano il bambino che si appresta ad affrontare la fase del sonno».
Un ambiente adeguato e un rituale
I pediatri della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) consigliano di adeguare le ore di sonno a seconda dell'età: i bambini fino a 12 mesi hanno bisogno di dormire 14-18 ore durante il giorno e la notte; dopo l'anno e per tutta l'età prescolare hanno bisogno di dormire 12- 14 ore distribuite nelle 24 ore; invece i bambini che frequentano la scuola primaria hanno bisogno di dormire 10-12 ore per notte.
Semplici consigli dei pediatri per un corretto sonno dei bambini sono:
organizzare una camera da letto tranquilla, silenziosa e poco illuminata; impostare una temperatura confortevole, intorno a 20° C; aiutare il bambino ad associare il letto con il sonno evitando, se possibile, di farlo addormentare in braccio o in altri luoghi per poi metterlo nel lettino; evitare di far giocare i bambini con videogiochi, computer, tablet o di guardare la televisione poco prima di andare a letto; cenare almeno due ore prima di coricarsi perché la digestione non aiuta il sonno; infine, cercare di instaurare un rituale per l'addormentamento, per esempio cantare una ninna nanna o leggere una favola.
A cura di:
Chiara Romeo
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Due anni: un passaggio chiave
Secondo gli esperti ci sono fisiologici passaggi che disturbano il sonno. Per esempio, stati di ansia che possono manifestarsi nel secondo anno di vita e si ripercuotono sul sonno provocando in molti bambini incubi e paure, sono segnali del processo di maturazione mentale e dell'immaginazione creativa del bambino. Successivamente, intorno ai tre anni di età, i bambini chiamano spesso i genitori dopo essere stati messi a letto o esprimono la paura del buio: è una fase normale nello sviluppo infantile e può essere legata alla consapevolezza della progressiva autonomia rispetto ai genitori.
«Dal secondo anno di vita, il sonno rappresenta uno stato diverso dalla veglia e non più una fase in cui si cade solo per stanchezza» spiega la prof.ssa Susanna Esposito, presidente del Congresso, ordinario di pediatria all'Università degli Studi di Perugia e presidente dell'Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici, WAidid. «Il sonno a questa età può suscitare ansia e angoscia poiché determina la separazione dall'ambiente e dalla persone conosciute. Il bambino deve essere, quindi, accompagnato dai genitori in questa fase mediante la messa in atto di alcuni rituali come ad esempio lavarsi i denti, mettere il pigiama, leggere o raccontare una fiaba. Queste semplici azioni, ripetute ogni sera, aiutano a segnalare l'avvicinarsi del momento di andare a letto e tranquillizzano il bambino che si appresta ad affrontare la fase del sonno».
Un ambiente adeguato e un rituale
I pediatri della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) consigliano di adeguare le ore di sonno a seconda dell'età: i bambini fino a 12 mesi hanno bisogno di dormire 14-18 ore durante il giorno e la notte; dopo l'anno e per tutta l'età prescolare hanno bisogno di dormire 12- 14 ore distribuite nelle 24 ore; invece i bambini che frequentano la scuola primaria hanno bisogno di dormire 10-12 ore per notte.
Semplici consigli dei pediatri per un corretto sonno dei bambini sono:
organizzare una camera da letto tranquilla, silenziosa e poco illuminata; impostare una temperatura confortevole, intorno a 20° C; aiutare il bambino ad associare il letto con il sonno evitando, se possibile, di farlo addormentare in braccio o in altri luoghi per poi metterlo nel lettino; evitare di far giocare i bambini con videogiochi, computer, tablet o di guardare la televisione poco prima di andare a letto; cenare almeno due ore prima di coricarsi perché la digestione non aiuta il sonno; infine, cercare di instaurare un rituale per l'addormentamento, per esempio cantare una ninna nanna o leggere una favola.
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