31 ottobre 2018
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Broncopneumopatia cronica ostruttiva, arriva la nuova cura "tre in uno"
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Sono più di 3,5 milioni gli italiani che soffrono di broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco), una malattia polmonare progressiva, non completamente reversibile, caratterizzata da un'ostruzione cronica delle vie aeree che interferisce con la normale respirazione. La Bpco ha un notevole impatto sulla capacità di svolgere le normali attività della vita quotidiana e nel 60% dei pazienti si associa a malattie croniche che aumentano morbilità e mortalità.
Il fumo di tabacco, attivo e passivo, rappresenta senz'altro il principale fattore di rischio della broncopneumopatia cronica ostruttiva, confermato dal fatto che l'80-90% dei soggetti con diagnosi di Bpco è fumatore. Altri importanti fattori di rischio sono l'esposizione professionale a polveri, agenti chimici e fumi, oltre all'inquinamento ambientale esterno e domestico. Esiste anche una forma genetica di Bpco dovuta a deficit ereditario di alfa1-antitripsina.
Fatica a respirare (dispnea), tosse, produzione di espettorato, respiro sibilante e senso di costrizione toracica: i soggetti (specie se di età superiore a 40 anni) che presentano questi sintomi caratteristici della broncopneumopatia cronica ostruttiva e una storia di esposizione ai fattori di rischio, dovrebbero prendere in considerazione di sottoporsi a un semplice test diagnostico strumentale chiamato 'spirometria', che consente di misurare la quantità di aria che una persona può espirare e la quantità di tempo necessaria per farlo, permettendo così di confermare o meno la diagnosi di Bpco.
Una nuova cura per la broncopneumopatia cronica ostruttiva
Al trattamento della Bpco basato sulla somministrazione di diversi farmaci tramite più inalatori (con relativa difficoltà di gestione che si riflette sull'aderenza al trattamento), si aggiunge oggi un'importante novità terapeutica per i pazienti italiani, rappresentata dalla prima tripla associazione fissa in formulazione extrafine che mette insieme, in un unico device, tre principi attivi: uno steroide inalatorio (ICS) e due broncodilatatori (LABA/LAMA). Lo steroide inalatorio interviene sul processo infiammatorio che aumenta il rischio di infezioni e di riacutizzazioni, responsabili della progressione della malattia e del peggioramento della qualità di vita. I broncodilatatori, invece, agiscono sull'ostruzione delle piccole vie aeree, cui è legata la dispnea.
«Si tratta della migliore tra le opzioni terapeutiche possibili con l'utilizzo di un solo inalatore, in quanto ha dimostrato di essere più efficace, rispetto alle classi farmacologiche con cui si è confrontata in studi clinici, nel ridurre la frequenza e l'intensità delle riacutizzazioni e nel migliorare i sintomi, la funzionalità polmonare e la qualità di vita in una percentuale più alta di pazienti», afferma il professor Alberto Papi, direttore della clinica di Malattie dell'apparato respiratorio, università di Ferrara. Che aggiunge: «Altra peculiarità di questa tripla associazione fissa è la sua formulazione: i tre principi attivi sono erogati in particelle di piccole dimensioni, rispetto a quelle delle altre associazioni indicate per la Bpco. Ciò garantisce una distribuzione omogenea e un'elevata deposizione in tutto l'albero bronchiale, comprese le piccole vie aeree, solitamente più difficili da raggiungere, e consente ai tre principi attivi di lavorare in sinergia, a tutto beneficio per il paziente».
Claudio Buono
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I principali fattori di rischio della broncopneumopatia cronica ostruttiva
Il fumo di tabacco, attivo e passivo, rappresenta senz'altro il principale fattore di rischio della broncopneumopatia cronica ostruttiva, confermato dal fatto che l'80-90% dei soggetti con diagnosi di Bpco è fumatore. Altri importanti fattori di rischio sono l'esposizione professionale a polveri, agenti chimici e fumi, oltre all'inquinamento ambientale esterno e domestico. Esiste anche una forma genetica di Bpco dovuta a deficit ereditario di alfa1-antitripsina.
Sintomi e diagnosi della broncopneumopatia cronica ostruttiva
Fatica a respirare (dispnea), tosse, produzione di espettorato, respiro sibilante e senso di costrizione toracica: i soggetti (specie se di età superiore a 40 anni) che presentano questi sintomi caratteristici della broncopneumopatia cronica ostruttiva e una storia di esposizione ai fattori di rischio, dovrebbero prendere in considerazione di sottoporsi a un semplice test diagnostico strumentale chiamato 'spirometria', che consente di misurare la quantità di aria che una persona può espirare e la quantità di tempo necessaria per farlo, permettendo così di confermare o meno la diagnosi di Bpco.
Una nuova cura per la broncopneumopatia cronica ostruttiva
Al trattamento della Bpco basato sulla somministrazione di diversi farmaci tramite più inalatori (con relativa difficoltà di gestione che si riflette sull'aderenza al trattamento), si aggiunge oggi un'importante novità terapeutica per i pazienti italiani, rappresentata dalla prima tripla associazione fissa in formulazione extrafine che mette insieme, in un unico device, tre principi attivi: uno steroide inalatorio (ICS) e due broncodilatatori (LABA/LAMA). Lo steroide inalatorio interviene sul processo infiammatorio che aumenta il rischio di infezioni e di riacutizzazioni, responsabili della progressione della malattia e del peggioramento della qualità di vita. I broncodilatatori, invece, agiscono sull'ostruzione delle piccole vie aeree, cui è legata la dispnea.
«Si tratta della migliore tra le opzioni terapeutiche possibili con l'utilizzo di un solo inalatore, in quanto ha dimostrato di essere più efficace, rispetto alle classi farmacologiche con cui si è confrontata in studi clinici, nel ridurre la frequenza e l'intensità delle riacutizzazioni e nel migliorare i sintomi, la funzionalità polmonare e la qualità di vita in una percentuale più alta di pazienti», afferma il professor Alberto Papi, direttore della clinica di Malattie dell'apparato respiratorio, università di Ferrara. Che aggiunge: «Altra peculiarità di questa tripla associazione fissa è la sua formulazione: i tre principi attivi sono erogati in particelle di piccole dimensioni, rispetto a quelle delle altre associazioni indicate per la Bpco. Ciò garantisce una distribuzione omogenea e un'elevata deposizione in tutto l'albero bronchiale, comprese le piccole vie aeree, solitamente più difficili da raggiungere, e consente ai tre principi attivi di lavorare in sinergia, a tutto beneficio per il paziente».
Claudio Buono
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