Contraccezione femminile: quello che le ragazze non sanno

16 febbraio 2015
Interviste

Contraccezione femminile: quello che le ragazze non sanno



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Dalla pillola alla spirale, dal cerotto all'anello, dall'impianto sottocutaneo per molti sconosciuto, all'invece conosciutissimo preservativo, sono tantissimi i metodi contraccettivi che una donna ha a disposizione per evitare gravidanze indesiderate e soprattutto malattie a trasmissione sessuale. Anche alla luce delle recenti indagini secondo cui molte donne soprattutto giovani e giovanissime faticano ancora a orientarsi Dica33 ha chiesto aiuto a Rossella Nappi, professore associato di Ostetricia e Ginecologia dell'Università degli Studi di Pavia.

Professoressa Nappi, qual è l'età media in cui le ragazze hanno il primo rapporto sessuale?
«Con qualche oscillazione in positivo e in negativo direi che si aggira in media sui 16-17 anni: però capita anche che giovanissime tredicenni abbiano i loro primi incontri sessuali, quasi mai con le dovute accortezze, ignorando moltissimi aspetti».

Come ci si può orientare tra i principali metodi contraccettivi? Esiste un contraccettivo migliore di tutti?
«No, perché ogni donna è diversa: la scelta di un contraccettivo piuttosto che un altro dipende da molteplici fattori, dalla fase della vita in cui ci si trova, dalle esigenze, se si ha o meno un partner fisso, ma soprattutto dalla maturità. Infatti prescrivere a una smemorata l'assunzione di una pillola può non essere una saggia decisione, e si può optare per metodi come l'anello, la spirale o il cerotto, che non richiedono attenzioni giornaliere ma sono allo stesso modo efficaci. In linea generale si deve preferire un metodo a basso dosaggio, che possiede quindi maggior sicurezza».

Una recente indagine di Gfk Eurisko ha mostrato che il 18% delle ragazze che fa uso della pillola si dimentica di assumerla almeno una volta al mese: è davvero così?
«La situazione italiana è un po' particolare: sono poche le ragazze che iniziano ad assumere la pillola, ed essendo una scelta ponderata e a lungo valutata e pensata difficilmente esse si dimenticano e sbagliano. Tuttavia sono poche, poiché nel nostro paese c'è una sovrastima di tutti gli effetti collaterali: si tende a ricordare di più i rischi di trombosi, esigui, la correlazione con il rischio di tumore, l'ipotesi che sia associata alla sterilità, e si dimenticano o sottovalutano i molti benefici che la pillola assicura».

Quali sono i benefici della pillola?
«Avendo base ormonale, questo metodo agisce sull'acne e sui dolori mestruali, permettendo soprattutto a chi soffre molto un netto miglioramento della qualità di vita, scolastica, lavorativa e anche sportiva. Inoltre regola i flussi irregolari e, aspetto da molti ignorato, è anche un ottimo strumento di prevenzione in tutte le donne con una famigliarità per tumori alle ovaie e all'utero».

Un allarmante 40% di donne, in Italia, non utilizza nessun metodo contraccettivo. Come mai?
«La dilagante disinformazione di cui sopra ha portato nella popolazione femminile una grande confusione sul tema della sessualità. Spesso, soprattutto le giovanissime, si affidano al web - ma quasi mai alle fonti giuste - alle amiche e a ragazzi che le convincono dell'utilità preventiva del coito interrotto. E ancora, molte di loro pensano che durante il primo rapporto non sia necessario proteggersi, e possono incorrere così in gravidanze indesiderate. La colpa è soprattutto di scuola e famiglia, non sempre presenti, nonché di un counseling ginecologico non sempre efficace».

Confusione non solo nel mondo femminile, se si pensa che ancora molti credono che la pillola del giorno dopo sia abortiva.
«Esattamente. Tra l'altro è ancora troppo diffusa nell'opinione pubblica l'idea che una ragazza che ricorre a questo metodo contraccettivo (che ricordo essere un metodo di emergenza) sia un'irresponsabile. Il più delle volte invece la ragazza che ne richiede la ricetta ha avuto un inconveniente con il metodo che usa abitualmente, o perché le si è rotto il preservativo o perché si è accorta di non aver preso la pillola quel giorno. Una cosa va ricordata: la pillola del giorno dopo non è abortiva, ritarda solo l'ovulazione, ma se la gravidanza è in atto non la blocca, anzi».

Lei è a favore della somministrazione senza ricetta?
«Diciamo che i metodi d'emergenza sono l'ultimo baluardo: l'aborto non è una scelta facile da prendere, e se alla ragazza si è rotto il preservativo è chiaro che non aveva intenzione di rimanere incinta. Quindi è giusto, in extremis, dare alla donna questa possibilità, ma è altrettanto necessario un momento di riflessione, che è meglio avvenga prima. Al momento della scelta del metodo contraccettivo, il ginecologo dovrebbe sciogliere il tabù e dialogare con la sua paziente così da evitare emergenze future».



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