19 agosto 2020
Aggiornamenti e focus, Speciale Vitamina D
Rachitismo infantile, vitamina D e calcio sono utili?
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Non è certo che il calcio da solo o associato alla vitamina D favorisca la guarigione nei bambini con rachitismo rispetto alla vitamina D da sola, né è possibile trarre conclusioni definitive sul ruolo dei diversi trattamenti in termini fratturativi o di eventi avversi in genere.
Lo afferma Moriam Chibuzor della Nigerian Branch of South African Cochrane Centre a Calabar in Nigeria, primo nome di una Cochrane Review appena pubblicata. «Il rachitismo, frequente tra i bambini residenti nei paesi a basso e medio reddito, provoca spesso deformazioni ossee e disturbi dell'accrescimento» esordisce la ricercatrice, sottolineando che la carenza di vitamina D è la causa più comune.
«L'obiettivo di questa revisione era verificare quale tra vitamina D, calcio o l'associazione tra i due fosse il trattamento ottimale del rachitismo dell'infanzia» scrivono i ricercatori, che hanno passato in rivista i lavori scientifici pubblicati fino al 25 luglio 2019, selezionando quattro studi randomizzati e controllati di confronto fra vitamina D, calcio o loro associazione nel trattamento del rachitismo in 286 bambini tra sei mesi e 14 anni.
«I dati raccolti suggeriscono che il calcio da solo o associato alla vitamina D migliora le probabilità di guarigione rispetto alla sola vitamina D. Viceversa, non ci sono prove certe sugli effetti della vitamina D più il calcio rispetto al calcio da solo in termini di guarigione dal rachitismo, eventi fratturativi ed effetti collaterali» riprende Chibuzor, aggiungendo che da nessuno degli studi emergono dati sull'accrescimento (differenze di altezza, peso, altezza per età, peso per età), sulla mortalità per qualsiasi causa, sugli effetti socioeconomici (costo del trattamento, risorse perse a causa di malattia o per assenza del caregiver dal lavoro, costo delle visite in ospedale o struttura sanitaria) e sulla qualità della vita correlata allo stato di salute.
«La qualità dei risultati della nostra revisione è scarsa, principalmente a causa del ridotto numero di studi inclusi e del basso numero di partecipanti. Cosa che rende difficile trarre conclusioni definitive sull'argomento» conclude Chibuzor.
Fonte: Doctor33
Cochrane Database Syst Rev. 2020. Doi: 10.1002/14651858.CD012581.pub2
https://doi.org/10.1002/14651858.CD012581.pub2
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Lo afferma Moriam Chibuzor della Nigerian Branch of South African Cochrane Centre a Calabar in Nigeria, primo nome di una Cochrane Review appena pubblicata. «Il rachitismo, frequente tra i bambini residenti nei paesi a basso e medio reddito, provoca spesso deformazioni ossee e disturbi dell'accrescimento» esordisce la ricercatrice, sottolineando che la carenza di vitamina D è la causa più comune.
«L'obiettivo di questa revisione era verificare quale tra vitamina D, calcio o l'associazione tra i due fosse il trattamento ottimale del rachitismo dell'infanzia» scrivono i ricercatori, che hanno passato in rivista i lavori scientifici pubblicati fino al 25 luglio 2019, selezionando quattro studi randomizzati e controllati di confronto fra vitamina D, calcio o loro associazione nel trattamento del rachitismo in 286 bambini tra sei mesi e 14 anni.
«I dati raccolti suggeriscono che il calcio da solo o associato alla vitamina D migliora le probabilità di guarigione rispetto alla sola vitamina D. Viceversa, non ci sono prove certe sugli effetti della vitamina D più il calcio rispetto al calcio da solo in termini di guarigione dal rachitismo, eventi fratturativi ed effetti collaterali» riprende Chibuzor, aggiungendo che da nessuno degli studi emergono dati sull'accrescimento (differenze di altezza, peso, altezza per età, peso per età), sulla mortalità per qualsiasi causa, sugli effetti socioeconomici (costo del trattamento, risorse perse a causa di malattia o per assenza del caregiver dal lavoro, costo delle visite in ospedale o struttura sanitaria) e sulla qualità della vita correlata allo stato di salute.
«La qualità dei risultati della nostra revisione è scarsa, principalmente a causa del ridotto numero di studi inclusi e del basso numero di partecipanti. Cosa che rende difficile trarre conclusioni definitive sull'argomento» conclude Chibuzor.
Fonte: Doctor33
Cochrane Database Syst Rev. 2020. Doi: 10.1002/14651858.CD012581.pub2
https://doi.org/10.1002/14651858.CD012581.pub2
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