Gli italiani sempre più attenti al benessere dei loro pets

16 novembre 2021
Aggiornamenti e focus

Gli italiani sempre più attenti al benessere dei loro pets



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Confermato: per gli italiani quello verso gli animali da compagnia è un amore intramontabile. E i numeri (come ci conferma il Rapporto Assalco- Zoomark 2020) parlano chiaro. Basti pensare, infatti, che nel 2019 erano presenti nel nostro Paese ben 60,27 milioni di animali d'affezione. Ciò significa un rapporto di 1 a 1 tra animali da compagnia e popolazione residente in Italia (60,32 milioni di individui, da rilevazioni Istat).

Ma qual è il fil rouge sotteso a questa forte passione per i pets?

L'attenzione al loro benessere, in primis. Dallo studio infatti emerge come, a prescindere dalle specie, i proprietari siano sempre alla ricerca di soluzioni ottimali tanto per il cibo quanto per gli accessori e l'igiene.

L'importanza della dieta


Ecco allora che una dieta equilibrata diventa fondamentale. E per garantirla, la scelta dei proprietari ricade quasi sempre su alimenti confezionati: 96% per i cani, 97% per i gatti. Solamente il 3% degli intervistati - evidenzia il Rapporto - alimenta il proprio cane o gatto con cibi preparati e/o cucinati in casa o con gli avanzi della tavola.

Quanto alla predilezione tra cibi umidi o secchi, si opta quasi sempre per un mix, adottato dal 65% dei proprietari di gatti e dal 41% dei proprietari di cani.

Variegata la proposta di alimenti confezionati che spaziano dai 'confezionati di base', che non hanno specificità nutrizionali o funzionali, per arrivare agli 'alimenti specifici', ovvero quelli destinati a specifiche razze, età, peso/taglia.

Ci sono poi i 'dietetici', pensati a supporto di precise patologie e gli 'speciali' che comprendono gli alimenti monoproteici, i biologici, gli olistici, gli ancestrali, i vegetariani, i senza glutine e i BARF (acronimo dell'inglese Biologically Appropriate Raw Food), ovvero cibi crudi, biologicamente appropriati.

Cosa preferiscono i proprietari


Tanta scelta, dunque, ma quali sono oggi i prodotti più gettonati?

Come suggerisce il Rapporto, attualmente le preferenze dei proprietari di pets premiano essenzialmente gli alimenti confezionati di base (scelti dal 27% dei proprietari di cane e dal 30% di quelli di gatti) e gli alimenti specifici (qui la scelta è del 28% per entrambe le specie animali).

A seguire troviamo gli alimenti monoproteici (16% per i cani e 10% per i gatti), i biologici (5% e 9% rispettivamente) e i dietetici (8% e 7% rispettivamente). Tutte le altre tipologie di alimentazione attualmente riportano percentuali di utilizzo ancora molto contenute e comprese tra 1% e 3%, ad eccezione degli alimenti olistici che, nel solo caso dei gatti, registrano un 7%.

Il ruolo del veterinario

Quando si tratta di scegliere l'alimento più idoneo al benessere del proprio animale, il consiglio del veterinario si rivela dirimente, soprattutto per i proprietari over 35 anni; i più giovani invece tendono a cercare consigli e pareri nella rete di amici e conoscenti.

Da un'indagine* realizzata dall'Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani (ANMVI) in collaborazione con il Prof. Mussa, emerge chiaramente come l'86% dei veterinari ritenga più sicura l'alimentazione industriale preconfezionata, percentuale che sale al 93% tra i veterinari proprietari di pets (mentre nel 1985 era ancora ferma al 58,7%). E non basta, l'indagine evidenzia anche che per il 78% degli intervistati, gli alimenti industriali confezionati accompagnati da informazioni scientifiche contribuiscono all'aumento della durata della vita media.

Scendendo più nel dettaglio delle indicazioni, vediamo inoltre che in assenza di patologie specifiche il 93% dei veterinari raccomanda alimenti industriali secchi o umidi (85%) accompagnati da informazioni scientifiche. In presenza di patologie specifiche, tale percentuale sale invece al 97% per gli alimenti industriali secchi e a 96% per quelli umidi, accompagnati da informazioni scientifiche.

Quali sono, secondo i veterinari, i vantaggi dei cibi industriali, in termini di sicurezza?

Quattro i plus identificati: copertura dei fabbisogni nutritivi, accuratezza nella formulazione, sicurezza sanitaria, controllo del processo produttivo.

Pochi, invece, i veterinari estimatori della dieta BARF, apprezzata solo dal 5% di loro.

Le cause di questa cautela? Non solo gli squilibri e le carenze nutrizionali di una dieta crudista, ma anche la consapevolezza che il cibo crudo possa veicolare rischi sanitari sia negli animali che negli uomini con cui essi entrassero in contatto.

* Il questionario online è stato sottoposto, in forma anonima, nel febbraio 2020 ai veterinari che operano nel settore degli animali d'affezione. Hanno risposto 1904 veterinari.

Carmela Ignaccolo



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