07 maggio 2022
Aggiornamenti e focus
A passeggio con il cane: attenzione ai forasacchi
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A partire dall'inizio della bella stagione, la ripresa vegetativa di numerose specie botaniche può rappresentare un potenziale pericolo specie per i cani in passeggiata. Tra le graminacee selvatiche presenti in Italia le più comuni sono l'avena selvatica Avena fatua, le specie appartenenti al genere Bromus e l'orzo marino Hordeum marinum. Questi vegetali non si accrescono solamente nei terreni aperti ma sono duttili e si sviluppano persino sul bordo delle strade e nei contesti urbani di risulta. Il ciclo vegetativo inizia con la primavera e termina durante il periodo estivo quando le porzioni seminifere essiccate vanno incontro a un più facile fisiologico distacco. I cosiddetti forasacchi sono le spighette che compongono le spighe maggiore, e che in ambito botanico hanno il ruolo di consentire la dispersione del seme.
La struttura di queste porzioni nasce evoluzionisticamente per consentirne l'adesione sul terreno. A contatto con i tessuti animali, la specifica forma a punta acuta e la presenza di reste retro direzionate consente a questi corpi estranei di penetrare e potenzialmente continuare a procedere passivamente in maniera unidirezionale verso le porzioni tissutali più profonde favorite dai movimenti del corpo o dalla struttura anatomica stessa come nel caso del meato acustico. La capacità migratoria di un forasacco può essere notevole e arrivare a coinvolgere, come dimostrato dai tragitti fistolosi, tessuti e organi anche lontani dal sito di penetrazione.
Cosa può fare il proprietario? Un occhio attento è, senza dubbio, fondamentale. Non sempre è possibile controllare costantemente il proprio cane in passeggiata e ad esempio l'inalazione in tempo reale di un forasacco non è facilmente osservabile se non a seguito di seguenti sintomi respiratori. Diversa è invece la situazione che riguarda la possibile penetrazione per via transcutanea. Una volta che si ritorna a casa è opportuno controllare attentamente la zona toracica e addominale, specie se il cane è a pelo ruvido o lungo, caratteristiche che possono facilitare la permanenza di queste porzioni vegetali.
A tal proposito una spazzolatura può essere una soluzione veloce e pratica. Allo stesso modo vanno controllati con attenzione i padiglioni auricolari, gli spazi interdigitali, le porzioni perianali, ascellari e genitali. Talora i forasacchi possono insinuarsi anche nel solco palpebrale. In seguito alla penetrazione tessutale, nei giorni successivi è possibile osservare segnali e sintomi inusuali che devono essere immediatamente riferiti al medico veterinario. Il leccamento delle zampe, gli starnuti, lo scuotimento della testa, gonfiori, lacrimazione e tosse sono alcuni dei segni clinici che accompagnano l'avvenuta penetrazione del forasacco.
Rinvio al medico veterinario immediato
Il medico veterinario deve essere tempestivamente avvisato ed è quindi fondamentale che il proprietario non sottovaluti alcun sintomo, anche se transitorio. L'attenzione è importante poiché tanto prima vengono estratti questi corpi estranei vegetali, quanto più è possibile evitare conseguenze anche gravi dovute alla migrazione degli stessi all'interno dei tessuti. In relazione alla localizzazione e alla conseguente scelta terapeutica effettuata del singolo medico veterinario, l'estrazione può avvenire attraverso l'utilizzo di un differente approccio. Questo può andare dall'utilizzo dall' otoscopio/rinoscopio e pinza di Hartmann fino all'approccio endoscopico o persino chirurgico e microchirurgico, quando necessari.
Alessio Arbuatti
Medico veterinario ANMVI
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Una penetrazione progressiva
La struttura di queste porzioni nasce evoluzionisticamente per consentirne l'adesione sul terreno. A contatto con i tessuti animali, la specifica forma a punta acuta e la presenza di reste retro direzionate consente a questi corpi estranei di penetrare e potenzialmente continuare a procedere passivamente in maniera unidirezionale verso le porzioni tissutali più profonde favorite dai movimenti del corpo o dalla struttura anatomica stessa come nel caso del meato acustico. La capacità migratoria di un forasacco può essere notevole e arrivare a coinvolgere, come dimostrato dai tragitti fistolosi, tessuti e organi anche lontani dal sito di penetrazione.
Un occhio attento per un controllo di routine
Cosa può fare il proprietario? Un occhio attento è, senza dubbio, fondamentale. Non sempre è possibile controllare costantemente il proprio cane in passeggiata e ad esempio l'inalazione in tempo reale di un forasacco non è facilmente osservabile se non a seguito di seguenti sintomi respiratori. Diversa è invece la situazione che riguarda la possibile penetrazione per via transcutanea. Una volta che si ritorna a casa è opportuno controllare attentamente la zona toracica e addominale, specie se il cane è a pelo ruvido o lungo, caratteristiche che possono facilitare la permanenza di queste porzioni vegetali.
A tal proposito una spazzolatura può essere una soluzione veloce e pratica. Allo stesso modo vanno controllati con attenzione i padiglioni auricolari, gli spazi interdigitali, le porzioni perianali, ascellari e genitali. Talora i forasacchi possono insinuarsi anche nel solco palpebrale. In seguito alla penetrazione tessutale, nei giorni successivi è possibile osservare segnali e sintomi inusuali che devono essere immediatamente riferiti al medico veterinario. Il leccamento delle zampe, gli starnuti, lo scuotimento della testa, gonfiori, lacrimazione e tosse sono alcuni dei segni clinici che accompagnano l'avvenuta penetrazione del forasacco.
Rinvio al medico veterinario immediato
Il medico veterinario deve essere tempestivamente avvisato ed è quindi fondamentale che il proprietario non sottovaluti alcun sintomo, anche se transitorio. L'attenzione è importante poiché tanto prima vengono estratti questi corpi estranei vegetali, quanto più è possibile evitare conseguenze anche gravi dovute alla migrazione degli stessi all'interno dei tessuti. In relazione alla localizzazione e alla conseguente scelta terapeutica effettuata del singolo medico veterinario, l'estrazione può avvenire attraverso l'utilizzo di un differente approccio. Questo può andare dall'utilizzo dall' otoscopio/rinoscopio e pinza di Hartmann fino all'approccio endoscopico o persino chirurgico e microchirurgico, quando necessari.
Alessio Arbuatti
Medico veterinario ANMVI
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