Covid-19, aumento dell’anoressia nei giovani

04 novembre 2022
Aggiornamenti e focus

Covid-19, aumento dell’anoressia nei giovani



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La pandemia di Covid-19 è associata allo sviluppo dell'anoressia nervosa nei bambini e negli adolescenti canadesi, secondo i risultati del Canadian Pediatric Surveillance Program (CPSP) 2021, una collaborazione tra la Public Health Agency of Canada e la Canadian Pediatric Society che raccoglie i dati da una rete di 2.800 pediatri in tutto il Canada. «I dati a livello globale, e certamente i nostri dati qui in Canada, hanno mostrato un reale aumento dei ricoveri per disturbi alimentari con l'inizio della pandemia di COVID-19» afferma Debra Katzman, dell'Hospital for Sick Children di Toronto e della University of Toronto, che ha diretto il gruppo di lavoro.

Da aprile 2020 a maggio 2021, i ricercatori hanno identificato 1.800 casi di COVID-19 nei bambini e raccolto informazioni dettagliate su 1.456 di loro, tra cui 405 casi ricoverati in ospedale con sindrome infiammatoria multisistemica pediatrica (PIMS). L'età media dei casi ricoverati era di 3,2 anni per l'infezione da SARS-CoV-2 e di 5,4 anni per i casi PIMS. I ricercatori hanno osservato 118 primi ricoveri per anoressia nervosa tra il 1 settembre e il 31 dicembre 2021. 

Più del 90% dei casi segnalati riguardavano pazienti di sesso femminile; il 66% dei casi si era verificato in adolescenti di età compresa tra 14 e 17 anni, e il resto in adolescenti tra 11 e 13 anni di età. Nel 49% dei casi, il medico segnalante aveva identificato la pandemia di COVID-19 come un fattore precipitante nello sviluppo dell'anoressia nervosa. Nel 37% dei casi, invece, la pandemia aveva accelerato il ricovero per anoressia. «Ci sono state così tante restrizioni alla routine quotidiana dei giovani, come chiusure di scuole e attività ricreative, e loro hanno perso la connessione regolare con i loro coetanei e le attività extrascolastiche e sociali. 

Questo ha portato a maggiore ansia e depressione e a mancanza di controllo» spiega Katzman. Gli adolescenti, inoltre, hanno trascorso più tempo sui social media ed erano preoccupati per il loro aspetto. La chiusura delle strutture ambulatoriali, le lunghe liste di attesa per entrare nei pochi centri aperti, e la paura di ammalarsi recandosi negli studi medici e nei reparti di emergenza hanno aggravato il problema. «Questa è una sorta di campanello d'allarme per il sistema sanitario: durante i periodi di stress, pandemie o crisi, questo genere di cose può accadere e dobbiamo essere preparati a fornire le risorse necessarie per le popolazioni vulnerabili» concludono gli autori.

CPSP - 2021 Results
 

fonte: Doctor33





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