Lantschner (Onu): dobbiamo salvare la Terra, ma facciamolo subito

22 aprile 2023
Aggiornamenti e focus

Lantschner (Onu): dobbiamo salvare la Terra, ma facciamolo subito



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Il pianeta terra è sotto attacco. E la brutta notizia è che il cambiamento climatico  non è l'unica minaccia. L'innalzamento della temperatura è in "buona compagnia" con deforestazione, inquinamento, perdita di biodiversità, zone morte oceaniche, sovraffollamento, pesca eccessiva. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, solo l'inquinamento atmosferico uccide ogni minuto 13 persone per tumore ai polmoni, malattie cardiache e ictus. Tanto che si parla della "più grande minaccia sanitaria per l'umanità". All'ultima Cop27, in Egitto, lo scorso novembre, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, aveva avvertito: «Siamo su un'autostrada per l'inferno climatico. L'umanità ha una sola scelta: cooperare o perire».

Ed è proprio questa consapevolezza del rischio che promuove la Giornata della Terra che si celebra il 22 aprile in tutto il mondo

Obiettivo: sensibilizzare l'opinione pubblica sui problemi ambientali e promuovere soluzioni per un futuro sostenibile. Soprattutto, per un Futuro. Spiega a Dica33 Norbert Lantschner, esperto di tematiche ambientali, ambasciatore della Carta della Terra all'Onu, ideatore di CasaClima e fondatore e presidente della Fondazione ClimAbita: «L'atmosfera si è trasformata nella più grande discarica del pianeta. Nel '95 diffondevamo nell'atmosfera 100 milioni di tonnellate di CO2 al giorno. Oggi abbiamo raggiunto quota 180 milioni e quello che stiamo liberando resterà presente nell'aria in parte per almeno altri 10 mila anni».


Ondate di calore, siccità, inondazioni, tempeste, calo di raccolti, innalzamento del livello del mare sono soltanto alcuni degli effetti del cambiamento climatico...

Stiamo vivendo l'inizio di un processo che ci vede correre con gli occhi bendati verso il baratro. Se non invertiamo la rotta, e non lo facciamo subito, il futuro potrà solo essere peggiore. Ci abituiamo a temporali e grandinate violente che in tre, quattro ore rovesciano l'equivalente di acqua che eravamo abituati a registrare in un anno intero. Non possiamo davvero più continuare a fare finta di nulla.


Anche perché questa involuzione è destinata a scatenare flussi migratori di proporzioni gigantesche con possibili guerre per la sopravvivenza ...

Lo dicono i numeri e lo conferma il fatto che da anni gli analisti del Pentagono studiano le conseguenze del riscaldamento globale proprio in questa prospettiva di probabili conflitti regionali. Fino ad oggi stimavamo che le zone inabitate rappresentassero lo 0.8% del pianeta. Ora nuovi studi dimostrano che nel 2050 le terre inabitate rappresenteranno il 18%. Significa che 2 miliardi di persone saranno in fuga dai loro Paesi. Per carestia, siccità, inondazioni...


Qual è a questo punto l'obiettivo che non possiamo mancare?

Il controllo della temperatura. Il riscaldamento globale non deve superare il tetto di 1,5°C. Ma gli impegni degli Stati, per ridurre le proprie emissioni di gas serra, non sono assolutamente in linea con questo traguardo. Anche l'ultima Cop27 ha rappresentato l'ennesimo fallimento. Continuiamo a non renderci conto che con le leggi della natura non si negozia, non si fanno compromessi: la natura presenta sempre il conto. Però c'è anche una buona notizia. Abbiamo la possibilità, la capacità e le tecnologie per cambiare. Il momento di farlo è ora.


Carla De Meo




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