25 aprile 2023
Aggiornamenti e focus
Prevenire l’obesità educando alla salute
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L'obesità continua a crescere, sia nei Paesi più sviluppati a livello degli strati socioeconomici più bassi della popolazione sia in quelli emergenti, diventando un problema di molti, con pesanti ripercussioni psicologiche, sociali e sanitarie.
È noto che l'obesità è il risultato di una complessa dinamica tra predisposizione genetica e ambiente e oggi è necessario intraprendere un difficile percorso che possa modificare l'ambiente obesogeno e promuovere l'uso di famaci per l'obesità, ora sempre più efficaci e sicuri. Un primo passo indispensabile è educare alla salute e a una corretta alimentazione nelle scuole le generazioni più giovani, operazione che può coinvolgere ed aiutare anche i genitori.
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È noto che l'obesità è il risultato di una complessa dinamica tra predisposizione genetica e ambiente e oggi è necessario intraprendere un difficile percorso che possa modificare l'ambiente obesogeno e promuovere l'uso di famaci per l'obesità, ora sempre più efficaci e sicuri. Un primo passo indispensabile è educare alla salute e a una corretta alimentazione nelle scuole le generazioni più giovani, operazione che può coinvolgere ed aiutare anche i genitori.
Nel frattempo, il medico - l'endocrinologo, in particolare - ha il compito di accogliere e assistere i pazienti con obesità, educarli a uno stile di vita adatto al controllo del peso e delle sue comorbilità e offrire le terapie giuste al paziente giusto. In questa direzione un importante passo è stata la preparazione della linea guida (LG) "Terapia del sovrappeso e dell'obesità resistenti al trattamento comportamentale nella popolazione adulta affetta da comorbilità metaboliche" promossa dall'Associazione Medici Endocrinologi (AME), pubblicata il 24 gennaio 2023 sul sito del Sistema Nazionale Linee Guida (SNLG) dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS).
La LG, sviluppata in collaborazione con la Società Italiana dell'Obesità (SIO), la Società Italiana della Chirurgia dell'Obesità (SICOB), l'Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica (ADI) e la Società Italiana di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva (SIGE) con il supporto metodologico dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS di Milano, ha lo scopo di individuare il trattamento più efficace per i soggetti adulti affetti da sovrappeso (BMI > 27) o obesità lieve o moderata (BMI >30 o >35 < 40).
Abbiamo chiesto un approfondimento della tematica clinica al dr. Renato Cozzi, presidente AME.
«I numeri della prevalenza dell'obesità sono enormi e in aumento in tutto il mondo» afferma Cozzi «e preoccupa soprattutto il problema della diffusione in età infantile, e l'Italia purtroppo è uno dei Paesi che ha la maggiore prevalenza di obesità infantile, con una grossa differenza tra le regioni del centro-nord e quelle del sud dove si ha altissima prevalenza, nonostante queste dovrebbero essere la parte del Paese che adotta più facilmente la dieta mediterranea. Questo invece non avviene e quindi il Ministero della Salute sta cercando di implementare nelle scuole alcuni suggerimenti sulla dieta, e quindi sulla prevenzione che va impostata a livello a livello pediatrico. Attraverso la scuola, per esempio, i bambini possono imparare comportamenti alimentari che possono trasferire a casa, migliorando le abitudini alimentari della famiglia di appartenenza. Importante il cambio dello stile di vita anche attraverso l'incentivazione (anche economica, proposta dal Ministero) dell'attività fisica per cercare di arrivare a una riduzione del problema».
Perché è così importante agire precocemente in età pediatrica? «Il lettore forse non è perfettamente a conoscenza che si sta parlando di una malattia cronica, che recidiva e si accompagna a tutta una serie di co-morbilità - dal diabete alle malattie cardio-vascolari, ad alcuni tipi di tumore, a livello epatico - che fanno sì che ci sia stato in questi ultimi anni uno aumento di queste patologie che sono causate dall'obesità. Spesso però non si pensa che il primum movens è l'obesità ma si pensa direttamente alla patologia. Tutto questo implica che l'aumento della diffusione dell'obesità e delle patologie correlate ha già portato e porterà sempre di più a un aumento della spesa sanitaria che nessun paese si potrà permettere. Da qui la necessità quindi di intervenire in maniera radicale sull'obesità attraverso la prevenzione, quindi come detto, con il cambiamento dello stile di vita e l'aumento dell'attività fisica».
A.Z.
«I numeri della prevalenza dell'obesità sono enormi e in aumento in tutto il mondo» afferma Cozzi «e preoccupa soprattutto il problema della diffusione in età infantile, e l'Italia purtroppo è uno dei Paesi che ha la maggiore prevalenza di obesità infantile, con una grossa differenza tra le regioni del centro-nord e quelle del sud dove si ha altissima prevalenza, nonostante queste dovrebbero essere la parte del Paese che adotta più facilmente la dieta mediterranea. Questo invece non avviene e quindi il Ministero della Salute sta cercando di implementare nelle scuole alcuni suggerimenti sulla dieta, e quindi sulla prevenzione che va impostata a livello a livello pediatrico. Attraverso la scuola, per esempio, i bambini possono imparare comportamenti alimentari che possono trasferire a casa, migliorando le abitudini alimentari della famiglia di appartenenza. Importante il cambio dello stile di vita anche attraverso l'incentivazione (anche economica, proposta dal Ministero) dell'attività fisica per cercare di arrivare a una riduzione del problema».
Perché è così importante agire precocemente in età pediatrica? «Il lettore forse non è perfettamente a conoscenza che si sta parlando di una malattia cronica, che recidiva e si accompagna a tutta una serie di co-morbilità - dal diabete alle malattie cardio-vascolari, ad alcuni tipi di tumore, a livello epatico - che fanno sì che ci sia stato in questi ultimi anni uno aumento di queste patologie che sono causate dall'obesità. Spesso però non si pensa che il primum movens è l'obesità ma si pensa direttamente alla patologia. Tutto questo implica che l'aumento della diffusione dell'obesità e delle patologie correlate ha già portato e porterà sempre di più a un aumento della spesa sanitaria che nessun paese si potrà permettere. Da qui la necessità quindi di intervenire in maniera radicale sull'obesità attraverso la prevenzione, quindi come detto, con il cambiamento dello stile di vita e l'aumento dell'attività fisica».
A.Z.
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