19 ottobre 2015
Interviste
Osteoporosi, tutti i consigli in occasione della giornata mondiale
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Martedì 20 ottobre si celebra la Giornata mondiale dell'osteoporosi, condizione ancora poco nota sebbene secondo le stime colpisca oltre venti milioni di donne in Europa, in varie forme: da quella giovanile, fortunatamente poco frequente, alla cosiddetta osteoporosi primaria - che si distingue nella forma post-menopausale (legata essenzialmente alla brusca caduta del livello degli estrogeni necessari per il normale metabolismo osseo), e in quella senile che colpisce soprattutto dopo i 70 anni di età - a quella secondaria, causata cioè da altre malattie come per esempio artrite reumatoide e lupus o dal prolungato utilizzo di farmaci.
«Sull'osteoporosi manca ancora un'adeguata informazione» ha spiegato Giancarlo Isaia, Direttore della struttura di geriatria e malattie metaboliche dell'osso all'Ospedale Molinette di Torino e Presidente della Siommms (Società italiana dell'osteoporosi, del metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro). «In questo senso la Siommms è da sempre in prima linea, anche attraverso la campagna Stop alle Fratture , prima e unica iniziativa nazionale di sensibilizzazione sulle fratture da fragilità ossea, che sono le conseguenze dell'osteoporosi nella sua forma più grave».
Dica33 ne ha parlato con l'endocrinologa Silvia Migliaccio dell'Università di Roma 4, che fa parte del comitato scientifico di Stop alle fratture.
Professoressa Migliaccio, l'osteoporosi è una condizione diffusa?
«Sì, l'osteoporosi è una patologia diffusa nella popolazione anziana, tuttavia è una patologia che viene spesso sottovalutata e ignorata e quindi non curata in maniera appropriata perché spesso non viene adeguatamente fatta diagnosi. Le fratture da fragilità ossea causate da osteoporosi severa costituiscono in Italia un importante problema sanitario e sociale, destinato a crescere per effetto dell'invecchiamento della popolazione. Da recenti indagini si stima che nel 2017 in Italia si verificheranno circa 488.000 casi di fratture di femore da fragilità in donne sopra i 65anni, con un conseguente incremento dei costi sanitari».
Espone a pericoli gravi?
«L'osteoporosi è una patologia dello scheletro caratterizzata da una diminuzione della resistenza dell'osso che predispone l'individuo a un aumento del rischio di fratture sia spontanee che per minimi traumi. La diminuzione della resistenza dell'osso è conseguenza della diminuzione della densità, ma anche della qualità del tessuto osseo».
Chi è particolarmente a rischio?
«Le donne dopo la menopausa, soggetti che assumono terapia cortisonica per lunghi periodi, soggetti con alcune patologie endocrine, soggetti affetti da malassorbimento intestinale o soggetti con un peso corporeo troppo basso oppure affetti da obesità grave».
È possibile adottare misure preventive? Quali?
«La prevenzione svolge un ruolo fondamentale. Un corretto stile di vita, cioè alimentazione appropriata e attività fisica, svolge un ruolo importante sin dalle prime fasi della vita. Infatti noi raggiungiamo il picco di massa ossea entro la terza decade di vita, quindi gli anni della fanciullezza e adolescenza sono fondamentali per il benessere del nostro scheletro».
Quali sono i campanelli d'allarme da non sottovalutare?
«Spesso l'osteoporosi è assolutamente asintomatica, quindi non vi sono campanelli d'allarme. Viene infatti chiamata il tarlo silenzioso. Una riduzione dell'altezza con l'età avanzata è spesso segnale di fratture vertebrali».
Quali sono le sue raccomandazioni?
«Un'alimentazione corretta può svolgere un ruolo importante nella prevenzione della patologia: fondamentale apportare una giusta quantità di calcio mediante latte e latticini è importante in ogni fase della vita. Nella vita adulta questa quantità dovrebbe essere un grammo circa di calcio (pari a circa un litro di latte o 100 grammi di parmigiano o formaggio stagionato). Però sono fondamentali anche gli altri sali minerali quali fosforo, magnesio, silicio zinco e questi possono essere forniti all'organismo mediante una dieta equilibrata e variata. È poi importante fornire all'organismo anche un'adeguata quantità di proteine, la cui importanza spesso si tralascia. Quindi possiamo dire che lo schema della dieta mediterranea che rappresenta un giusto equilibrio dei nutrienti dovrebbe essere seguito in qualsiasi fase della nostra vita ed anche per mantenere il benessere dello scheletro e di tutto l'organismo.
Quando si parla di dieta non si deve poi dimenticare che l'attività fisica riveste un ruolo rilevante nel mantenimento del benessere scheletro e quindi della prevenzione dell'osteoporosi. Infatti la sedentarietà è considerata fattore di rischio significativo per la patologia.
Naturalmente alimentazione e attività fisica sono importanti nella prevenzione, ma non possono essere considerate una terapia nel momento in cui la patologia si è manifestata. In quel caso possono essere solo il supporto della scelta farmacologica più appropriata.
La malattia si presenta in maniera silente quindi il confronto con il proprio medico è importante per valutare la presenza di fattori di rischio (familiarità, menopausa precoce, malattie che possono indurre un danno allo scheletro, fumo, farmaci ecce cc) e scegliere il momento giusto per effettuare le indagini che permettono di arrivare alla diagnosi corretta».
Fabio Turone
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