Impariamo a usare bene i farmaci: intervista a Dominique Van Doorne

27 aprile 2016
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Impariamo a usare bene i farmaci: intervista a Dominique Van Doorne



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Qual è l'uso corretto dei farmaci? Sono uno strumento preziosissimo per la nostra salute, ma da usare con cautela, con le dovute modalità, per sfruttarne gli effetti positivi, e ridurre al minimo i rischi.

Con Dominique Van Doorne, comitato esecutivo Eupati Italia, Accademia europea dei pazienti per l'innovazione terapeutica, abbiamo cercato di capire come si sviluppano, come avviene il loro percorso, come dalla ricerca arrivano alla farmacia. Durante il webcast in diretta dello scorso 22 aprile, la dottoressa ha inoltre fornito consigli pratici di utilizzo: quando assumere i farmaci, prima, durante o dopo i pasti; quanto è importante la data di scadenza; come e in che luogo devono essere conservati i medicinali. E poi tante altre indicazioni e raccomandazioni concrete.

Ecco i punti salienti del suo intervento:

Che percorso seguono i farmaci per arrivare sui banchi delle farmacie?
Produrre un farmaco è un processo molto lungo, che richiede in media dai 10 ai 15 anni. Tra l'altro solo una molecola su diecimila studiate supera tutti i test e può essere messa in commercio. Si tratta quindi di un percorso molto dispendioso, sia in termini di risorse economiche che di energie. Tutto inizia con simulazioni al computer su migliaia di molecole, solo alcune di queste superano questo primo esame e vengono testate prima in provetta e poi, eventualmente, sugli animali. Questa prima fase di sperimentazione viene chiamata fase preclinica, le poche molecole che "sopravvivono" devono essere testate sull'uomo nella cosiddetta fase clinica.

Come avviene la sperimentazione sull'uomo?
Per essere commercializzata una molecola deve superare quattro fasi di studio sull'uomo:
1) Il farmaco viene somministrato ad alcune decine di volontari sani per verificarne sicurezza, assorbimento, distribuzione nell'organismo, metabolismo ed eliminazione.
2) Il farmaco viene somministrato a poche decine di pazienti per vedere se ottiene l'effetto per cui è stato concepito, cioè per determinarne l'efficacia. Si continua inoltre a studiarne la sicurezza, evidenziando la comparsa di eventuali effetti collaterali.
3) Migliaia di pazienti assumono il farmaco in studi clinici controllati che mettono a confronto la nuova molecola con altre molecole utilizzate nel trattamento di quella patologia o con un placebo, una molecola inattiva. Se il farmaco supera con successo queste prime tre fasi, cioè se si dimostra sicuro ed efficace, gli studi vengono presentati all'autorità regolatoria competente, che per l'Europa è l'Ema (Agenzia europea per il farmaco), che deve dare l'autorizzazione per l'immissione in commercio.
4) Nei primi cinque anni in cui un farmaco è in commercio, tutti i pazienti che lo assumono vengono tenuti sotto stretta osservazione per rilevare eventuali effetti collaterali (si parla di farmacovigilanza). Se il farmaco durante questo periodo si dimostra sicuro, l'agenzia regolatoria darà una seconda autorizzazione alla commercializzazione.

Cos'è un principio attivo? Che differenza c'è con il nome commerciale del farmaco? Cosa sono gli eccipienti?
Il nome commerciale è un nome di fantasia scelto dall'azienda produttrice e può variare da Paese a Paese e da azienda ad azienda.
Il principio attivo è la parte del farmaco che ha l'effetto terapeutico e ha un nome unico, identico per tutti gli Stati.
La dose di principio attivo efficace è in genere estremamente piccola e per renderla assumibile deve essere inserita in una sorta di contenitore, come una compressa, uno sciroppo o una crema: ecco gli eccipienti, sono sostanze che non hanno effetti terapeutici ma che consentono di dare una forma al farmaco.

Che differenza c'è tra controindicazioni ed effetti collaterali?
Quando c'è controindicazione il farmaco non può essere prescritto. Esistono controindicazioni assolute, in cui il farmaco non va mai dato, e relative, in cui il farmaco può essere assunto ma per esempio a dosi inferiori.
Gli effetti collaterali, invece, sono effetti indesiderati e inattesi, di intensità variabile, ma in genere non gravi. Tutti gli effetti collaterali emersi durante lo studio di un farmaco vengono segnalati sul bugiardino. Dobbiamo fare una premessa: se una molecola è messa in commercio, vuol dire che il principio attivo ha dimostrato di essere molto sicuro e che l'effetto collaterale è spesso inferiore al 10 per cento. Si può quindi stare tranquilli nell'assumere i farmaci.
Tutti devono comunque essere pronti a segnalare eventuali effetti collaterali avvertendo il proprio medico di medicina generale e, se necessario direttamente l'Agenzia italiana del farmaco.

Perché esistono diverse modalità di assunzione dei farmaci? Alcuni vanno assunti per bocca, altri con iniezioni, altri ancora via gocce, ecc.
Il principio attivo deve raggiungere la parte da trattare, per farlo deve essere assorbito dall'organismo e entrare nel circolo sanguigno. L'assorbimento è diverso a seconda delle caratteristiche della molecola, per esempio l'insulina non può essere assunta per bocca perché gli enzimi digestivi la degraderebbero inattivandola.

Quando vanno assunti i farmaci? Prima o dopo i pasti?
Dipende dal singolo farmaco, il bugiardino ci fornisce comunque quest'importante informazione. Mentre, infatti, alcuni farmaci, come gli integratori del ferro, vanno assunti a stomaco vuoto per essere meglio assorbiti e raggiungere concentrazioni efficaci, altri, come gli integratori del calcio, vanno assunti a stomaco pieno. Se nel bugiardino è indicato che il farmaco va assunto prima dei pasti, prima significa da zero a trenta minuti. Lontano dai pasti, invece, vuol dire un'ora prima o due ore dopo aver mangiato. Se non si trovano indicazioni, il farmaco può essere assunto in qualsiasi momento.

Ci sono sostanze che interferiscono con l'azione dei farmaci? Se sì, quali?
Alcune sostanze, come il pompelmo o l'alcol, interferiscono con l'azione degli enzimi - che si trovano nel fegato e che si occupano del metabolismo del farmaco - provocando un aumento delle concentrazioni dei medicinale fino a livelli tossici oppure una diminuzione, vanificandone l'effetto.

Cosa succede quando una persona assume molti farmaci diversi? Ci sono interferenze pericolose?
Le interazioni tra farmaci sono possibili e sono potenzialmente pericolose. Per questo il paziente deve sempre riferire al suo medico tutti i farmaci, anche da banco, che assume. In generale le più importante interazioni sono date da antibiotici, barbiturici (farmaci contro l'epilessia) e anticoagulanti.

È sempre necessario assumere la terapia per i tempi e le dosi indicate?
L'aderenza terapeutica è fondamentale. Vanno sempre rispettate dosi e tempi di somministrazione. Per esempio quando si prende un antibiotico, non si possono rinviare o ritardare le dosi perché questi farmaci hanno una vita breve in circolo e dopo un certo periodo di tempo non hanno più concentrazioni efficaci, quindi i batteri sopravvissuti possono proliferare o addirittura si rischia di selezionare specie resistenti.

Cosa sono i farmaci generici, o meglio equivalenti? Sono sicuri ed efficaci?
Il principio attivo di un nuovo farmaco è protetto da un brevetto, che assicura che solo l'azienda che l'ha scoperto possa produrlo per un certo numero di anni. Alla scadenza del brevetto, il principio attivo può essere prodotto da altre aziende, che devono comunque testare il proprio farmaco equivalente e presentare i risultati all'agenzia regolatoria. Essendo già certe l'efficacia e la sicurezza del principio attivo, con questi test si verifica la biodisponibilità del farmaco, ovvero la sua capacità di raggiungere le stesse concentrazioni nello stesso tempo del farmaco "originale". Una differenza nella biodisponibilità potrebbe essere eventualmente determinata dalla presenza di eccipienti diversi. Per essere approvato un equivalente, inoltre, deve costare almeno il 20 per cento in meno rispetto al farmaco originale. Questo consente un grande risparmio di spesa sanitaria e dà la possibilità di allocare risorse per lo sviluppo di farmaci innovativi.

Come si conservano i farmaci?
È importante tenerli lontani da fonti di calore. Quindi vanno conservati in armadietti chiusi, non alla portata di bambini, in un luogo asciutto e preferibilmente al buio, in cui la temperatura sia costante. È meglio comunque leggere sempre il bugiardino, alcuni farmaci infatti vanno conservati a 4-8 gradi, cioè in frigo.

I farmaci scadono?
I farmaci hanno una data di scadenza oltre la quale l'azienda produttrice non garantisce che le molecole siano efficaci. Questa data va rispettata. Alcune preparazioni, poi, sono particolarmente delicate, per esempio colliri e sciroppi non dovrebbero essere usati dopo venti giorni dall'apertura. Le fiale intramuscolo vanno iniettate immediatamente, dopo poche ore diventano inutilizzabili perché possono essere contaminate e rappresentare anche un rischio infettivo. In generale è consigliabile non acquistare troppe confezioni dello stesso farmaco in una volta sola, per evitare che scadano.

Come si smaltiscono i farmaci scaduti?
Non vanno gettati nell'immondizia comune, ma portati in farmacia dove si trovano appositi contenitori.

Per ulteriori informazioni potete visitare il sito dell'Eupati.
Inoltre, su dica33 è possibile scoprire indicazioni, posologia e altri dettagli dei farmaci facendo una semplice ricerca per nome commerciale o per principio attivo.

Clicca qui per rivedere l'intervista realizzata a cura di Nicola Miglino, direttore editoriale di Dica33.



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