27 maggio 2016
Aggiornamenti e focus
Alle meduse non piace il caldo
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Caldo o freddo? A quanto pare la prima scelta è quella vincente se si vuole intervenire in modo corretto ed efficace subito dopo la "puntura" di un animale appartenente al phylum degli cnidari. Detto così potrebbe sembrare un'informazione di poca importanza riservata agli esperti, ma le cose cambiano con qualche dettaglio in più. Gli cnidari (o celenterati) sono animali marini dotati di tentacoli come per esempio le meduse, e stando a quanto riportato in un recente studio pubblicato sulla rivista Toxins proprio la puntura urticante delle meduse è responsabile ogni anno di più decessi di quanti ne provochino gli attacchi da parte degli squali.
«Si verificano più di 150 milioni di "avvelenamenti" da meduse ogni anno nel mondo e anche per questa ragione è importante sapere quali sono le tecniche migliori di primo soccorso» spiega Christie Wilcox dell'University delle Hawai di Honolulu e autrice della ricerca, ricordando che le conseguenze del contatto con una medusa possono essere lievi irritazioni, ma in alcuni casi possono rivelarsi addirittura letali.
Per capire quale sia il primo soccorso migliore di fronte al contatto con una medusa, i ricercatori hanno analizzato i dati già pubblicati in letteratura sull'argomento e mettendoli a confronto sono giunti alla conclusione che è meglio utilizzare il caldo per ridurre il fastidio legato al veleno urticante di questi animali. «La letteratura scientifica parla chiaro: immergere la parte dolente in acqua a una temperatura di circa 45 °C è la scelta migliore, come già viene raccomandato per la puntura di altri animali marini come echinodermi e pesci velenosi» afferma la ricercatrice. «È un rimedio semplice, a basso costo e disponibile praticamente ovunque ci sia il rischio di entrare in contatto con una medusa». I meccanismi alla base della maggiore efficacia del caldo rispetto al freddo in questi casi non sono ancora del tutto chiari ma, come ricordano gli autori, i veleni prodotti dagli animali marini sono spesso particolarmente sensibili al calore e vengono quindi in parte disattivati dalle temperature elevate. Qualunque sia il meccanismo, i dati non lasciano spazio ai dubbi: il caldo batte il freddo quando si parla della "puntura" di una medusa.
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