Gravidanza e Zika virus: come viaggiare in sicurezza

20 giugno 2016
Aggiornamenti e focus

Gravidanza e Zika virus: come viaggiare in sicurezza



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All'inizio del mese di febbraio l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato l'infezione da virus Zika "un'emergenza di salute pubblica di interesse internazionale". Le ragioni sono molte, una su tutte la sempre più ampia diffusione dell'infezione che, dalla sua segnalazione in Brasile nel 2015, si è ora diffusa in molti altri paesi anche attraverso viaggiatori ignari. Non è strano quindi che all'inizio della stagione dei viaggi e in vista delle prossime olimpiadi che si svolgeranno in Brasile nel mese di agosto, gli esperti di tutto il mondo si siano messi in moto per aiutare i viaggiatori, ma soprattutto le future mamme, a viaggiare senza rischi.

La più comune forma di trasmissione del virus Zika è senza dubbio la puntura di zanzara, in particolare di quelle della specie Aedes attive di notte ma aggressive anche durante il giorno. «Dopo l'infezione, il virus può rimanere nel circolo sanguigno per un periodo compreso tra una e due settimane, mentre non è ancora chiaro quanto resista nello sperma» spiega Joseph Biggio, direttore della divisione di medicina materno-fetale alla University of Alabama di Birmingham, negli Stati Uniti, che ha recentemente pubblicato sul sito dell'università alcune indicazioni dell'argomento. Tra le altre modalità di trasmissione sono stati identificati anche il passaggio da madre a figlio durante la gravidanza, i rapporti sessuali e le trasfusioni con sangue infetto. È importante precisare che in generale i sintomi dell'infezione durano da qualche giorno a una settimana e sono spesso lievi tanto che è raro che le persone infette si rechino in ospedale o abbiano bisogno di essere ricoverate. Tra i sintomi più comuni febbre, rash, dolori articolari e congiuntivite.

Molte persone che contraggono l'infezione da virus Zika non se ne accorgono nemmeno: i sintomi sono infatti lievi e generici e molto simili a quelli di una normale influenza. Il discorso però cambia per le donne in gravidanza o per quelle che desiderano concepire un figlio. «Per queste donne il rischio è particolarmente elevato nel primo trimestre di gravidanza» spiega Biggio, ricordando l'importanza di proteggere i nascituri seguendo regole di comportamento adeguate anche prima di concepire. La conseguenza principale dell'infezione da virus Zika in gravidanza è la nascita di un bimbo affetto da microcefalia, ovvero con cranio più piccolo della norma. E non è tutto. Secondo i dati più recenti, l'infezione della madre in gravidanza potrebbe causare anche altri problemi al feto e al neonato come difetti oculari, perdita di udito e problemi di crescita. I ricercatori però precisano che resta ancora molto lavoro da fare per comprendere nel dettaglio gli effetti del virus Zika sulla salute di madre e bimbo.

In attesa di indicazioni più precise ecco qualche semplice regola da seguire per le future mamme e papà che vogliono viaggiare in sicurezza.

1) Evitare o limitare i viaggi in aree a rischio. E comunque discutere sempre con il proprio medico i rischi di un viaggio nelle regioni dove contrarre l'infezione è più probabile. Prima del 2015 si trattava solo di alcune aree di Africa, sud est asiatico e Isole del Pacifico, ma da maggio 2015 le segnalazioni hanno cominciato a riguardare il sud America, in particolare il Brasile e ora l'infezione si sta diffondendo anche in altre regioni, anche se il rischio di contagio al di fuori del sud e centro America resta basso.

2) Utilizzare repellenti per insetti. «Quelli a base di Deet (dietiltoluamide) e picaridina sono considerati sicuri anche per le donne in gravidanza» dice Biggio consigliando di spruzzare i repellenti sui vestiti anziché direttamente sulla pelle per ridurre l'assorbimento.

3) Utilizzare sempre il preservativo. Anche gli uomini devono stare attenti a non mettere a rischio la propria partner. E dal momento che non è ancora chiaro quanto il virus rimanga nello sperma dopo l'infezione, gli esperti raccomandano di seguire questo consiglio per almeno sei mesi agli uomini con sintomi di infezione da Zika e per almeno 8 settimane a quelli asintomatici.



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