05 ottobre 2016
Aggiornamenti e focus
Ronzio alle orecchie? La soluzione potrebbe arrivare da uno spray nasale
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Quel continuo fischio o ronzio che non lascia tregua alle orecchie (anche se non ci sono rumori reali all'esterno) potrebbe placarsi grazie a uno spray nasale a base di ossitocina, una sostanza ben nota per i suoi effetti sulla promozione delle connessioni sociali e di legami forti tra gli individui.
«Le azioni dell'ossitocina sul cervello potrebbero essere alla base del suo effetto positivo sul tinnito (la fastidiosa sensazione di ronzio alle orecchie)» dice Andreia Azevedo, del dipartimento di otorinolaringoiatria alla Universidade Federal de Sao Paulo e principale autrice di un piccolo studio pilota presentato a San Diego nel corso del meeting annuale della American academy of otolaryngology - head and neck surgery.
Nella ricerca di Azevedo e colleghi sono state coinvolte 17 persone di età media pari a 63 anni che soffrivano di tinnito e alle quali è stato chiesto di utilizzare uno spray nasale a base di ossitocina o uno a base di acqua distillata (placebo). Dopo 30 minuti e dopo 24 ore dall'uso dello spray i partecipanti hanno valutato il fischio/ronzio all'orecchio, facendo emergere una riduzione del disturbo legato a ossitocina.
«Per alcuni pazienti il fastidio è sparito o ha raggiunto livelli tali da non provocare stress» afferma l'autrice che poi continua: «E come succede spesso nel trattamento del tinnito, in alcuni casi il fastidio è rimasto basso a lungo, mentre per altri è ricomparso a livelli fastidiosi dopo il termine della terapia». Come ricordano gli autori, i meccanismi attraverso i quali l'ossitocina agisce sul tinnito sono tutti da chiarire così come i risultati sono da confermare in studi più ampi.
«È importante che si faccia ricerca in questo campo poiché al momento non esistono trattamenti efficaci per un disturbo che in alcuni casi compromette notevolmente la qualità della vita» commenta Darius Kohan del Lenox Hill Hospital e del Manhattan Eye, Ear, and Throat Hospital di New York City che poi conclude: «Allo stato attuale della ricerca però non possiamo consigliare questo tipo di trattamento che potrebbe anche portare con sé effetti collaterali importanti».
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