26 settembre 2008
Aggiornamenti e focus
Conoscere e controllare
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Ogni giorno sposta 9.000 litri e batte 100.000 volte, richiedendo trenta chili di energia fornita tramite l'ossigeno. Un motore sempre acceso come il cuore ha bisogno di qualche "tagliando", ma se ne fanno meno che all'auto. Aumentare la consapevolezza per incrementare la prevenzione: su questo pone l'accento la nona edizione della Giornata mondiale per il cuore, indetta per domenica 28 settembre in cento paesi. Lo slogan è infatti "Conta su di te! I numeri giusti fanno bene al cuore" e si riferisce ai numeri da conoscere sui fattori di rischio cardiovascolare modificabili. Avendo però presenti anche quelli dell'impatto delle malattie cardiovascolari (MCV): perché se "nell'ultimo trentennio la vita media è aumentata di dieci anni grazie alla medicina , con un contributo di oltre sei anni della cardiologia contro 2,4 mesi dell'oncologia", ricorda Roberto Ferrari, presidente della Società Europea di Cardiologia (ESC)" ogni 26 secondi però una persona ha un attacco coronarico, ogni minuto una muore per questa causa (si aspetta, mentre entro le due-tre ore si può essere salvati) e il 38% dei sopravvissuti muore entro un anno". In Italia ci sono oltre tre milioni di cardiopatici, più di 800.000 persone sono in cura per patologie cardio-cerebrovascolari, malattie che provocano il 42% dei decessi. E i costi diretti e indiretti per le MCV stanno superando i sedici miliardi, mentre un quarto della spesa farmaceutica per il SSN è assorbito per la cura domiciliare di queste patologie e ogni anno c'è oltre un milione di nuovi ricoveri.
"La spettanza di vita aumenta ogni anno di tre-quattro mesi, una rapidità che nessuno si aspettava, e quindi aumentano anche le malattie cardiovascolari: ma queste dipendono per più del 90% da fattori di rischio che, a parte l'età e la familiarità che vanno comunque tenuti in considerazione, sono quelli noti e modificabili" sottolinea Rodolfo Paoletti, presidente della Fondazione Italiana per il Cuore (FIC). "I fattori da modificare o tenere sotto controllo sono infatti colesterolo alto, ipertensione, sovrappeso e obesità, diabete, fumo, alimentazione scorretta; anche lo stress, l'insoddisfazione in famiglia o sul lavoro, l'inquinamento atmosferico possono contribuire. La prevenzione è l'arma migliore, ma va vissuta non come imposizione bensì come responsabilità individuale per se stessi e per la società". Se questo è l'auspicio, la realtà nazionale appare però ancora lontana. Risulta che un uomo su quattro e una donna su cinque abbiano valori di colesterolo troppo alti e in maggioranza non agiscano per ridurli; circa il 60% sia degli uomini sia delle donne hanno elevato il tipo pericoloso, le LDL. Circa un adulto su tre di ambo i sessi è iperteso e spesso non è in terapia; intorno a uno su cinque è sovrappeso od obeso. Ancora, il 9% circa degli uomini e il 6% delle donne è malato di diabete, in oltre metà dei casi non in terapia farmacologica; negli over 65 anni uno su tre di ambo i sessi soffre di sindrome metabolica.
"La prevenzione cardiovascolare va fatta tutti insieme, con un cambio di mentalità che coinvolga la popolazione e l'intera società, e facendo conoscere i rischi fino dall'età scolare" sintetizza Giovanni Spinella, presidente della onlus Conacuore, uno degli assegnatari del World Heart Champion 2008, premio per i campioni della custodia della propria salute, con la giornalista televisiva Licia Colò e la medaglia d'oro a Pechino per la marcia uomini-50 km Alex Schwazer. "Lo sport è direttamente coinvolto e va promosso come sanità pubblica" rileva Luigi Colombo, cardiologo della Lega calcio professionisti "dati i benefici evidenziati per il cuore, dalla riduzione del colesterolo LDL e aumento delle HDL alla regolazione di fattori della coagulazione e del metabolismo glucidico. Il nemico dello sport, il doping, è anche avversario degli effetti positivi dell'esercizio per il cuore". Conoscere e controllare per prevenire, si diceva: un'opportunità per farlo la offre la Giornata mondiale per il cuore, patrocinata da Ministeri, Regioni, Comuni, organismi sanitari e sportivi, con varie iniziative. In diverse città saranno aperte dalle 9 alle 19 strutture cardiologiche per informazioni, anche attraverso un opuscolo per calcolare il proprio rischio cardiovascolare globale, e controlli gratuiti; in strutture per anziani si effettueranno visite cardiologiche, così come nelle caserme; altre iniziative di educazione sanitaria avverranno con enti locali e associazioni di volontariato. Tutto bene, dunque: purché, sottolineano tutti gli esperti, l'impegno non sia limitato alla Giornata, ma sia invece continuativo.
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Realtà nazionale ancora indietro
"La spettanza di vita aumenta ogni anno di tre-quattro mesi, una rapidità che nessuno si aspettava, e quindi aumentano anche le malattie cardiovascolari: ma queste dipendono per più del 90% da fattori di rischio che, a parte l'età e la familiarità che vanno comunque tenuti in considerazione, sono quelli noti e modificabili" sottolinea Rodolfo Paoletti, presidente della Fondazione Italiana per il Cuore (FIC). "I fattori da modificare o tenere sotto controllo sono infatti colesterolo alto, ipertensione, sovrappeso e obesità, diabete, fumo, alimentazione scorretta; anche lo stress, l'insoddisfazione in famiglia o sul lavoro, l'inquinamento atmosferico possono contribuire. La prevenzione è l'arma migliore, ma va vissuta non come imposizione bensì come responsabilità individuale per se stessi e per la società". Se questo è l'auspicio, la realtà nazionale appare però ancora lontana. Risulta che un uomo su quattro e una donna su cinque abbiano valori di colesterolo troppo alti e in maggioranza non agiscano per ridurli; circa il 60% sia degli uomini sia delle donne hanno elevato il tipo pericoloso, le LDL. Circa un adulto su tre di ambo i sessi è iperteso e spesso non è in terapia; intorno a uno su cinque è sovrappeso od obeso. Ancora, il 9% circa degli uomini e il 6% delle donne è malato di diabete, in oltre metà dei casi non in terapia farmacologica; negli over 65 anni uno su tre di ambo i sessi soffre di sindrome metabolica.
Impegno comune e continuativo
"La prevenzione cardiovascolare va fatta tutti insieme, con un cambio di mentalità che coinvolga la popolazione e l'intera società, e facendo conoscere i rischi fino dall'età scolare" sintetizza Giovanni Spinella, presidente della onlus Conacuore, uno degli assegnatari del World Heart Champion 2008, premio per i campioni della custodia della propria salute, con la giornalista televisiva Licia Colò e la medaglia d'oro a Pechino per la marcia uomini-50 km Alex Schwazer. "Lo sport è direttamente coinvolto e va promosso come sanità pubblica" rileva Luigi Colombo, cardiologo della Lega calcio professionisti "dati i benefici evidenziati per il cuore, dalla riduzione del colesterolo LDL e aumento delle HDL alla regolazione di fattori della coagulazione e del metabolismo glucidico. Il nemico dello sport, il doping, è anche avversario degli effetti positivi dell'esercizio per il cuore". Conoscere e controllare per prevenire, si diceva: un'opportunità per farlo la offre la Giornata mondiale per il cuore, patrocinata da Ministeri, Regioni, Comuni, organismi sanitari e sportivi, con varie iniziative. In diverse città saranno aperte dalle 9 alle 19 strutture cardiologiche per informazioni, anche attraverso un opuscolo per calcolare il proprio rischio cardiovascolare globale, e controlli gratuiti; in strutture per anziani si effettueranno visite cardiologiche, così come nelle caserme; altre iniziative di educazione sanitaria avverranno con enti locali e associazioni di volontariato. Tutto bene, dunque: purché, sottolineano tutti gli esperti, l'impegno non sia limitato alla Giornata, ma sia invece continuativo.
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