29 settembre: il cuore batte di più

26 settembre 2002
Aggiornamenti e focus

29 settembre: il cuore batte di più



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"Va' dove ti porta il cuore", ovvero in 80 diversi Paesi del mondo, dove per tutta la giornata del 29 settembre il protagonista sarà proprio il cuore. La World Heart Federation per quella data ha, infatti, istituito la terza edizione della Giornata Mondiale per il Cuore, realizzata e presentata in conferenza stampa tenutasi il 25 settembre scorso dalla Fondazione Italiana per il Cuore, dalla Federazione Italiana di Cardiologia (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri e Società Italiana di Cardiologia) e dalla Heart Care Foundation. Durante l'incontro gli esperti hanno mostrato un quadro generale della situazione epidemiologica nel nostro Paese.

Secondo recenti stime dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ogni anno nei Paesi occidentali circa il 50% dei decessi (17 milioni di morti) è causato da una malattia cardiovascolare. Se si considerano le morti entro i 74 anni d'età, l'Italia conta una percentuale di decessi dovuti a eventi cardiovascolari pari al 30,6%, collocandosi in una situazione migliore rispetto a molti altri Paesi industrializzati, come l'Austria (38,2%), gli Stati Uniti (32,9%), l'Inghilterra/Galles (35,4%), la Germania (33,9%), la Russia (48,7%). In una situazione migliore della nostra, invece, si trovano la Spagna (27%), il Giappone (25%) e la Francia (21,2%).

In Italia le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte, causando ogni anno circa 242 mila vittime. Ben più alto, però, è il numero delle persone considerate ad alto rischio; sono circa 4 milioni, infatti, gli italiani che presentano una possibilità superiore al 20% di incorrere nei prossimi 10 anni in un evento coronarico. L'infarto del miocardio, in particolare, ogni anno colpisce circa 100 mila persone, delle quali 37 mila non superano la malattia.

Le malattie cardiovascolari presentano alcuni fattori di rischio ormai noti, come: l'obesità, l'ipercolesterolemia e l'ipertensione arteriosa. Dati precisi arrivano da un'indagine del 1998 a cura dell'Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare sullo stato di salute degli italiani di età compresa tra i 35 e i 74 anni. Dai risultati è emerso che...
  • Gli uomini hanno, in media, livelli pressori più alti rispetto alle donne.
  • L'ipertensione è più frequente al Nord, dove risultano ipertesi il 32% degli uomini e il 26% delle donne. Al Centro e Sud Italia, invece, i risultati sono stati i seguenti: 30% degli uomini (sia al Centro, sia al Sud), 29% delle donne (al Centro) e 32% delle donne (nel meridione).
  • L'ipercolesterolemia è più frequente nelle donne e, come per l'ipertensione, è più diffusa al Nord (24%), rispetto al Centro (19%) e al Sud (18%).
  • L'obesità colpisce soprattutto gli uomini del settentrione (14%), rispetto alle donne (13%). Al Centro e al Sud, invece, sono soprattutto le donne ad essere obese. L'indagine sull'obesità, infatti, ha dato i seguenti risultati: al Centro colpisce il 13% degli uomini e il 17% delle donne; al Sud il 15% degli uomini e il 29% delle donne.
Nonostante siano così diffuse, le patologie vascolari fanno parte delle malattie che possono essere prevenute grazie a un corretto stile di vita. Accanto agli interventi farmacologici, infatti, oggi è importante eliminare tutta quella serie di cattive abitudini, che, se sommate tra loro, aumentano fino a raddoppiare o triplicare il rischio di infarto. "Per esempio" ha spiegato Carlo Schweiger, Presidente della Heart Care Foundation (Fondazione dell'Anmco) "in un soggetto fumatore con un livello di colesterolo molto alto e pressione elevata, il rischio d'infarto aumenta di ben 16 volte rispetto a quello di un coetaneo che non presenta simili fattori di rischio".
"Nella maggior parte dei casi" continua il professor Schweiger "per ridurre significativamente il rischio di eventi cardiovascolari è sufficiente seguire uno stile di vita salvacuore, seguendo una sana alimentazione, abolendo il fumo e facendo una regolare attività fisica".

L'iniziativa è stata patrocinata dal Ministero della Salute, dal Comitato Nazionale Italiano (CONI), dalla Croce Rossa Italiana, dall'Associazione Medici Diabetologi e dalla Federazione Medico-Sportiva Italiana

Annapaola Medina



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