25 novembre 2005
Aggiornamenti e focus
L'aspirina in rosa
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L'aspirina potrebbe essere un salvavita per le donne. A darne notizia sono due studi, presentati durante il meeting annuale dell'American Heart Association, che si è tenuto a Dallas nel novembre 2005. Il primo studio mostra la capacità del farmaco di diminuire il rischio di ictus; si tratta di un effetto protettivo che non si verifica nell'uomo, ma che è, invece, molto spiccato nel sesso femminile. La seconda comunicazione verte sull'efficacia dell'aspirina nel ridurre il tasso di mortalità in donne, in post-menopausa, affette da patologia cardiovascolare.
Secondo l'American Stroke Association, ogni anno circa 700 mila americani sono colpiti da ictus e, di questi, circa il 60% sono donne. L'ictus ischemico rappresenta l'83% degli eventi apoplettici ed è causato dal blocco di un'arteria che porta il sangue al cervello, mentre la forma emorragica, più grave, ma meno frequente, è provocata dalla rottura di un vaso cerebrale. Per verificare in che modo la somministrazione di aspirina sia in grado di proteggere da questo tipo di rischi, i ricercatori della Divisione di medicina cardiovascolare della New York State University hanno analizzato i dati provenienti da sei differenti studi, nei quali più di 95 mila soggetti, tra cui circa 51 mila donne, senza alcun disturbo cardiaco, hanno ricevuto o basse dosi di aspirina o un placebo. Tra le donne, l'assunzione di aspirina era associata al 17% di riduzione del rischio di ictus; in particolare, mentre il rischio per la forma emorragica risultava aumentato del 7% (percentuale statisticamente poco significativa), la probabilità che si verificasse un evento ischemico diminuiva del 24%. Negli uomini, invece, l'aspirina aumentava del 13% il rischio di attacco apoplettico, infatti, anche se non aveva influenza sull'ictus ischemico, incrementava del 69% il rischio di quello emorragico. Ciò potrebbe rappresentare un'ulteriore prova del differente impatto di alcuni farmaci nei due sessi; tuttavia, sono necessari ulteriori studi per approfondire tali evidenze, in quanto è possibile che le donne siano più a rischio di ictus e per questo motivo siano anche quelle che traggono più beneficio dall'assunzione dell'aspirina.
Il secondo studio è stato condotto presso la Duke University, in North Carolina, e ha coinvolto quasi 9 mila donne, tra i 50 e i 79 anni, affette da patologia cardiovascolare. Il 46% assumeva aspirina, in particolare il 30% alla dose di 81mg al giorno, mentre il 70% quella superiore, pari a di 325mg. Durante i sei anni e mezzo di controllo, tra coloro che prendevano l'aspirina, si è verificata una diminuzione del 17% della mortalità e, in particolare, una riduzione del 25% delle morti per cause cardiovascolari; lo stesso effetto è stato riscontrato per entrambi i dosaggi. Non c'è stato, invece, alcun calo significativo nell'incidenza di ictus e di infarti non mortali. I risultati incoraggiano quindi l'assunzione di aspirina in donne in post menopausa, che presentano patologie cardiache, anche se ancora non è stata definita la dose ottimale. Infatti, i due dosaggi hanno dimostrato di avere pari efficacia, ma non ci sono prove che uno sia meglio dell'altro, anche se nel dubbio è senz'altro preferibile quello più basso, in quanto associato a minori effetti collaterali.
Ombretta Bandi
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Meno ictus nelle donne
Secondo l'American Stroke Association, ogni anno circa 700 mila americani sono colpiti da ictus e, di questi, circa il 60% sono donne. L'ictus ischemico rappresenta l'83% degli eventi apoplettici ed è causato dal blocco di un'arteria che porta il sangue al cervello, mentre la forma emorragica, più grave, ma meno frequente, è provocata dalla rottura di un vaso cerebrale. Per verificare in che modo la somministrazione di aspirina sia in grado di proteggere da questo tipo di rischi, i ricercatori della Divisione di medicina cardiovascolare della New York State University hanno analizzato i dati provenienti da sei differenti studi, nei quali più di 95 mila soggetti, tra cui circa 51 mila donne, senza alcun disturbo cardiaco, hanno ricevuto o basse dosi di aspirina o un placebo. Tra le donne, l'assunzione di aspirina era associata al 17% di riduzione del rischio di ictus; in particolare, mentre il rischio per la forma emorragica risultava aumentato del 7% (percentuale statisticamente poco significativa), la probabilità che si verificasse un evento ischemico diminuiva del 24%. Negli uomini, invece, l'aspirina aumentava del 13% il rischio di attacco apoplettico, infatti, anche se non aveva influenza sull'ictus ischemico, incrementava del 69% il rischio di quello emorragico. Ciò potrebbe rappresentare un'ulteriore prova del differente impatto di alcuni farmaci nei due sessi; tuttavia, sono necessari ulteriori studi per approfondire tali evidenze, in quanto è possibile che le donne siano più a rischio di ictus e per questo motivo siano anche quelle che traggono più beneficio dall'assunzione dell'aspirina.
Efficace nelle over 50
Il secondo studio è stato condotto presso la Duke University, in North Carolina, e ha coinvolto quasi 9 mila donne, tra i 50 e i 79 anni, affette da patologia cardiovascolare. Il 46% assumeva aspirina, in particolare il 30% alla dose di 81mg al giorno, mentre il 70% quella superiore, pari a di 325mg. Durante i sei anni e mezzo di controllo, tra coloro che prendevano l'aspirina, si è verificata una diminuzione del 17% della mortalità e, in particolare, una riduzione del 25% delle morti per cause cardiovascolari; lo stesso effetto è stato riscontrato per entrambi i dosaggi. Non c'è stato, invece, alcun calo significativo nell'incidenza di ictus e di infarti non mortali. I risultati incoraggiano quindi l'assunzione di aspirina in donne in post menopausa, che presentano patologie cardiache, anche se ancora non è stata definita la dose ottimale. Infatti, i due dosaggi hanno dimostrato di avere pari efficacia, ma non ci sono prove che uno sia meglio dell'altro, anche se nel dubbio è senz'altro preferibile quello più basso, in quanto associato a minori effetti collaterali.
Ombretta Bandi
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