06 febbraio 2008
Aggiornamenti e focus
Infarti da tifo
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Lo stress ambientale e gli eventi che lo generano, dai terremoti alle guerre, aumentano il rischio di eventi cardiovascolari. Ed è facile capire il perché. Più singolare è che tra gli eventi che procurano stress ci siano anche quelli sportivi, che non hanno niente di catastrofico. Eppure gli studi sull'associazione tra partite di calcio e mortalità per eventi cardiovascolari (in chi le vede non in chi le pratica) sono in aumento. Seppur con risultati controversi. Quale occasione migliore per studiare il fenomeno, dei Campionati Mondiali di Calcio svoltisi in Germania nel 2006? Un'opportunità unica, visto la portata dell'evento, per sondare la relazione tra stress emotivo vissuto da una popolazione predefinita durante le partite e gli eventi cardiovascolari come riportati prospetticamente dai medici dei reparti di emergenza. Un gruppo di ricercatori tedeschi se ne è occupato e ha appena pubblicato i risultati sul New England Journal of Medicine. L'evento oltre al luogo in cui si è svolto, ossia la Germania, dove il calcio è particolarmente popolare, garantivano buone probabilità di emergenze cardiache. E così è stato.
Lo stress emotivo che genera il tifo arriva a triplicare il rischio di essere colpiti da un attacco o altri problemi cardiaci. I ricercatori hanno analizzato tutti i casi di infarto, aritmie, problemi alle coronarie e dolori toracici trattati al pronto soccorso degli ospedali della zona attorno Monaco durante i mondiali 2006. E i risultati sono eclatanti, se paragonati agli stessi periodi del 2003 e del 2005, quando non si svolgevano partite così importanti. Ebbene il tifo può portare all'ospedale, basti pensare che ben 4279 tedeschi sono ricorsi al pronto soccorso e l'incidenza massima si è avuta in particolare durante le partite della Germania e nelle due ore successive, con un rischio doppio di avere un attacco cardiaco. Un precedente studio aveva mostrato un andamento simile, ma si era focalizzato sui calci di rigore decisivi, evidenziando come determinante non fosse tanto l'esito della partita, la vittoria o la sconfitta, quanto il carico emotivo vissuto durante un match particolarmente "drammatico". A conferma di studi precedenti, poi, anche il fatto che avere una malattia cardiovascolare pregressa rende più probabile l'evento. L'ipotesi è che i pazienti abbiano disagi soggiacenti, come più placche vulnerabili, che rendono più probabili le sindromi coronariche acute. Il problema inoltre, come attestato dagli studi precedenti, è soprattutto maschile, visto che per gli uomini il rischio triplica. Le ragioni potrebbero essere motivate sia da differenze patofisiologiche, sia più banalmente dal differente interesse verso la pratica calcistica. Il dato, osservano gli autori nelle conclusioni, è così rilevante, che sarebbe bene pensare a misure preventive, in particolare per i soggetti già predisposti. Chiaro che poi, oltre al fatto emotivo in se, vanno tenuti in considerazione tutti quei riti che accompagnano la visione di un incontro calcistico, dal bere al fumare di più, e che in sé non sono molto salutari. Ma il tifo troppo caloroso rimane la causa più potente.
Marco Malagutti
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Sportivi emotivi
Lo stress emotivo che genera il tifo arriva a triplicare il rischio di essere colpiti da un attacco o altri problemi cardiaci. I ricercatori hanno analizzato tutti i casi di infarto, aritmie, problemi alle coronarie e dolori toracici trattati al pronto soccorso degli ospedali della zona attorno Monaco durante i mondiali 2006. E i risultati sono eclatanti, se paragonati agli stessi periodi del 2003 e del 2005, quando non si svolgevano partite così importanti. Ebbene il tifo può portare all'ospedale, basti pensare che ben 4279 tedeschi sono ricorsi al pronto soccorso e l'incidenza massima si è avuta in particolare durante le partite della Germania e nelle due ore successive, con un rischio doppio di avere un attacco cardiaco. Un precedente studio aveva mostrato un andamento simile, ma si era focalizzato sui calci di rigore decisivi, evidenziando come determinante non fosse tanto l'esito della partita, la vittoria o la sconfitta, quanto il carico emotivo vissuto durante un match particolarmente "drammatico". A conferma di studi precedenti, poi, anche il fatto che avere una malattia cardiovascolare pregressa rende più probabile l'evento. L'ipotesi è che i pazienti abbiano disagi soggiacenti, come più placche vulnerabili, che rendono più probabili le sindromi coronariche acute. Il problema inoltre, come attestato dagli studi precedenti, è soprattutto maschile, visto che per gli uomini il rischio triplica. Le ragioni potrebbero essere motivate sia da differenze patofisiologiche, sia più banalmente dal differente interesse verso la pratica calcistica. Il dato, osservano gli autori nelle conclusioni, è così rilevante, che sarebbe bene pensare a misure preventive, in particolare per i soggetti già predisposti. Chiaro che poi, oltre al fatto emotivo in se, vanno tenuti in considerazione tutti quei riti che accompagnano la visione di un incontro calcistico, dal bere al fumare di più, e che in sé non sono molto salutari. Ma il tifo troppo caloroso rimane la causa più potente.
Marco Malagutti
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