Il peso dell'età

05 maggio 2006
Aggiornamenti e focus

Il peso dell'età



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Negli Stati Uniti, dove di primati se ne collezionano, nel bene e nel male, in ogni settore, l'epidemia di obesità non risparmia nemmeno le fasce di età più avanzate. Si stima che negli ultimi 25 anni la popolazione anziana obesa rappresenti il 20% degli ultrasessantacinquenni. E se l'obesità è considerata una malattia, non fa che aggiungersi a un quadro di declino funzionale e fisiologico. Un fattore di aggravamento che si potrebbe evitare.Al di là del buon senso, esistono diversi studi che hanno dimostrato un forte legame tra l'incremento dell'indice di massa corporea e il peggioramento della funzionalità nelle persone anziane. E sono loro stessi che, arrivati a una certa età con troppi chili di troppo, riportano di avere limitazioni nei movimenti, di non riuscire a svolgere le attività di vita quotidiana, di avere prestazioni fisiche ridotte e un maggiore rischio di declino funzionale. Inoltre l'obesità è associata a una maggior probabilità di ricovero in strutture residenziali di assistenza.Tuttavia, per quanto sia ben noto che la perdita di peso migliori la vita delle persone giovani e adulte, non si sa se la regola valga anche per gli anziani. In questa fascia di età gli equilibri sono più delicati e la perdita di peso potrebbe anche peggiorare la loro naturale fragilità, accelerando per esempio la perdita di massa corporea non grassa che porta alla sarcopenia, cioè perdita di massa muscolare.

Fragilità misurata


65 anni), arruolate su base volontaria. Per quantificare la loro condizione di fragilità fisica sono stati usati il test di prestazione fisica (Physical Performance Test), un questionario sullo stato funzionale e uno più specifico sulla qualità della vita. Sono stati eseguiti test di forza, di camminata e di equilibrio e una misurazione del consumo di ossigeno di picco. Ventisette persone sono stata avviate a un programma di riduzione del peso, le altre fungevano da controllo. Nei sei mesi di trattamento si è provveduto a proporre un regime dietetico bilanciato, che apportasse calorie in proporzione a quelle consumate. La strategia comportamentale per modificare le abitudini alimentari, e il rapporto con il cibo, prevedeva una presa di coscienza degli obiettivi da raggiungere, un auto-monitoraggio, tecniche di controllo degli stimoli. Infine erano state organizzate sessioni di allenamento (adeguato all'età) svolte in tre giorni della settimana non consecutivi. Al termine del programma sono stati valutati i parametri presi in considerazione. Il calo di peso nel gruppo in trattamento era dell'8,4% del peso iniziale, a fronte di nessuna variazione nel gruppo controllo. Inoltre, il miglioramento è stato osservato in tutti i valori: miglioravano la forza, la velocità della camminata, l'abilità nel fare un percorso a ostacoli e nel rimanere in equilibrio su una gamba sola.

Più forti con meno chili


Un dato oggettivo è la conferma che l'obesità in età avanzata comporta una fragilità fisica, l'altro dato è che ridurre il carico che muscoli e ossa, non più giovani, devono sopportare, migliora lo stato funzionale e la qualità della vita. Si tratta però di una condizione reversibile se si interviene con una dieta e con esercizio fisico. Questa strategia dovrebbe essere presa in considerazione come terapia primaria anche perché i benefici si sommerebbero a quelli già dimostrati in altri studi. Per esempio una riduzione del dolore alle ginocchia nei casi di artrosi.Infine, si direbbe che non ci siano rischi di peggioramento della sarcopenia. Coerentemente con altri studi non si è osservata una riduzione della massa magra, proprio perché l'esercizio fisico riduce la perdita di massa magra che si verifica quando si segue una dieta. Nei soggetti si osservava, per contro, un aumento della forza muscolare e della forza per quantità di muscolo, probabilmente dovuto a modificazione, indotte dall'allenamento, dell'attivazione neuromuscolare e del consumo energetico del muscolo.Insomma, non è mai troppo tardi per perdere i chili di troppo e per trarne beneficio.

Simona Zazzetta



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