24 giugno 2005
Aggiornamenti e focus
Prevenire il termometro
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Sono 90 mila, vivono da soli, magari ai piani alti dei palazzi, in appartamenti piccoli. Hanno problemi di salute e forse solo la pensione minima. È l'identikit degli anziani più a rischio caldo in estate, una fascia di popolazione che è più che mai al centro dell'attenzione visto l'ondata di calore in corso. Secondo gli ultimi dati, per di più, un over 75 su sette residenti nei quartieri storici delle grandi città vive da recluso perché senza ascensore. E uno su tre è poco o per nulla autosufficiente. E le contromisure? Secondo Donato Greco, responsabile del Dipartimento Prevenzione del ministero della Salute si tratta di persone che difficilmente vengono raggiunte dai servizi con il rischio che dopo le ondate di calore ci si ritrovi a contare i morti. Occorre fare prevenzione e pensare a una gestione ordinaria di questi anziani.
Già nel 2003, del resto, il risultato del grande caldo poteva essere previsto. Non è una novità, infatti, che l'elevata temperatura ambientale aumenti la mortalità, soprattutto degli anziani malati e con problemi come la solitudine e l'ambiente di vita scarsamente igienico. Dopo una certa età l'organismo perde alcune capacità funzionali chiave contro il caldo. Si perde lo stimolo della sete, in genere si assumono farmaci che contrastano con la sudorazione, e spesso non ci si rende conto che qualcosa non va. Nulla di così imprevedibile, perciò, e forse una vigilanza attiva, con volontariato, visite a domicilio programmate e miglioramento delle condizioni abitative, potrebbe quantomeno ridurre gli esiti disastrosi dell'estate 2003. Intanto il Ministero della Salute, attraverso la Direzione generale della prevenzione ha pubblicato sul suo sito una serie di consigli, anticipazione delle linee guida presto in distribuzione alle Regioni.
Restano da rafforzare i servizi di assistenza domiciliare, centri diurni e residenze socio-assistenziali. Una figura professionale nuova è quella dei custodi sociali, che a Milano sono una realtà da diversi anni. E' così garantita una vigilanza attiva sugli anziani con difficoltà a badare a se stessi. Dal canto suo il Codacons ha messo in evidenza la sottoutilizzazione dei medici di famiglia per questo tipo di problemi. Preparare le liste dei pazienti a rischio, dare consigli su come fronteggiare il caldo, andare a trovare a casa gli assistiti a rischio, soprattutto quelli che vivono da soli. Richieste eccessive? Si domanda l'associazione. La risposta passa alle autorità sanitarie, la speranza è che non si ripeta le emergenze.
Marco Malagutti
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...e inoltre su Dica33:
Un caldo prevedibile
Già nel 2003, del resto, il risultato del grande caldo poteva essere previsto. Non è una novità, infatti, che l'elevata temperatura ambientale aumenti la mortalità, soprattutto degli anziani malati e con problemi come la solitudine e l'ambiente di vita scarsamente igienico. Dopo una certa età l'organismo perde alcune capacità funzionali chiave contro il caldo. Si perde lo stimolo della sete, in genere si assumono farmaci che contrastano con la sudorazione, e spesso non ci si rende conto che qualcosa non va. Nulla di così imprevedibile, perciò, e forse una vigilanza attiva, con volontariato, visite a domicilio programmate e miglioramento delle condizioni abitative, potrebbe quantomeno ridurre gli esiti disastrosi dell'estate 2003. Intanto il Ministero della Salute, attraverso la Direzione generale della prevenzione ha pubblicato sul suo sito una serie di consigli, anticipazione delle linee guida presto in distribuzione alle Regioni.
I consigli del Ministero
- Bere di più, in particolare acqua, senza aspettare di avere sete. Se il medico, in presenza di particolari patologie, ha consigliato di limitare la quantità di liquidi da bere, chiedere indicazioni su quanto si può bere e sui sali minerali da assumere o meno (come quelli contenuti nelle bevande per lo sport). Non bere liquidi che contengano alcool, caffeina, né grandi quantità di bevande zuccherate: bibite che causano la perdita di più fluidi corporei. Non bere liquidi troppo freddi.
- Stare in casa o in zone ombreggiate e fresche e, se possibile, in ambienti condizionati nelle ore di maggiore insolazione (tra le 11 e le 15.00).
- Ventilare l'abitazione attraverso l'apertura notturna delle finestre. I ventilatori possono fornire refrigerio, ma, secondo la SIGG, sono da evitare perché aumentano la disidratazione e il bisogno di acqua in soggetti come gli anziani che non hanno la percezione della sete.
- Se si percepisce un surriscaldamento corporeo, aumentare la ventilazione, usare un condizionatore se è possibile.
- Nelle ore più calde, se non si ha un condizionatore in casa, fare docce e bagni extra o recarsi in luoghi vicini in cui vi sia l'aria condizionata (come centri commerciali, biblioteche...). Anche poche ore trascorse in un ambiente condizionato possono aiutare l'organismo a sopportare meglio il caldo quando si torna a essere esposti a esso.
- Indossare abiti leggeri, di colore chiaro, non aderenti per permettere la circolazione dell'aria sul corpo.
- Evitare esercizi fisici non necessari all'aperto o in luoghi non condizionati ed evitare l'esposizione inutile al sole diretto.
- Se esposti a sole diretto mitigare l'effetto con cappelli leggeri a tesa larga o parasole, occhiali da sole e usando sulla pelle filtri solari con protezioni ad ampio spettro.
- Nel caso in cui si debbano svolgere attività all'aria aperta limitarle alle ore mattutine e serali; limitare gli sforzi fisici, nel caso in cui sia necessario compiere tali sforzi bere dai 2 ai 4 bicchieri di bevande non alcoliche; riposarsi in luoghi ombreggiati.
- Preferire pasti leggeri e fare attenzione all'opportuna conservazione dei cibi.
- Non sostare in automobili ferme al sole, né lasciare mai persone, specialmente bambini o anziani, né animali domestici in auto o altri veicoli chiusi.
- Telefonare all'autorità sanitaria locale o al Comune per conoscere i servizi a cui ci si può rivolgere in caso di necessità e per saper se e dove, nelle vicinanze dell'abitazione vi sono appositi luoghi per il sollievo dal caldo.
Restano da rafforzare i servizi di assistenza domiciliare, centri diurni e residenze socio-assistenziali. Una figura professionale nuova è quella dei custodi sociali, che a Milano sono una realtà da diversi anni. E' così garantita una vigilanza attiva sugli anziani con difficoltà a badare a se stessi. Dal canto suo il Codacons ha messo in evidenza la sottoutilizzazione dei medici di famiglia per questo tipo di problemi. Preparare le liste dei pazienti a rischio, dare consigli su come fronteggiare il caldo, andare a trovare a casa gli assistiti a rischio, soprattutto quelli che vivono da soli. Richieste eccessive? Si domanda l'associazione. La risposta passa alle autorità sanitarie, la speranza è che non si ripeta le emergenze.
Marco Malagutti
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