08 marzo 2010
Interviste
Grassi nel sangue: mai oltre i limiti
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di Nicola Miglino
Colesterolo e trigliceridi. Parole ormai entrate nel lessico comune, ma di cui ai più sfugge il significato. Si tratta di sostanze che svolgono una funzione vitale nell'organismo, la cui presenza nel sangue non può però superare alcuni valori soglia, altrimenti il rischio è di provocare ostruzioni del flusso sanguigno con conseguente pericolo di aterosclerosi. Allora si deve intervenire correggendo alcuni stili di vita, come la dieta piuttosto che l'attività fisica, o con i farmaci. Ne abbiamo parlato con Alberto Margonato, direttore dell'Uo di Cardiologia dell'Ospedale San Raffaele di Milano.
Colesterolo e trigliceridi: cosa sono e quando possono diventare pericolosi?
Sono i principali grassi che circolano nel sangue. I trigliceridi sono soprattutto di provenienza alimentare mentre il colesterolo invece è in gran parte di sintesi da parte del fegato. Il colesterolo ha due frazioni che vengono trasportate nel sangue dalle lipoproteine: esiste una frazione "cattiva", o Ldl che porta in circolo il colesterolo e lo fa depositare nei tessuti e una "buona", o Hdl che invece porta via il colesterolo dai tessuti riportandolo al fegato. Il colesterolo non è solo dannoso, ma ha anche azioni estremamente importanti quali la preservazione e la sintesi delle membrane cellulari ed entra nella sintesi di numerosi ormoni come quelli steroidei e il testosterone. Tuttavia quando il colesterolo Ldl aumenta oltre certi livelli può diventare pericoloso perché provoca la lesione tipica dell'aterosclerosi cioè la placca.
Quali interventi sullo stile di vita sono consigliabili?
Una dieta adeguata ricca di pesce, verdura e povera di grassi saturi contenuti in carne rossa, latte e derivati, uova e insaccati, può ridurre di circa il 10%-15% la colesterolemia; se però vogliamo ottenere dei risultati importanti è necessario ricorrere alla farmacologia.
Quali sono oggi le terapie a disposizione?
Esistono due tipi di farmaci capaci di ridurre la colesterolemia con meccanismi differenti che sono le statine e l'ezetimibe. Le statine riducono la produzione di colesterolo da parte del fegato e l'ezetimibe riduce l'assorbimento da parte dell'intestino. I livelli di colesterolo cattivo che devono essere raggiunti in pazienti che non abbiamo mai avuto eventi cardiovascolari sono più alti che nei pazienti che hanno già avuto un evento cardiovascolare o siano affetti da diabete mellito, rispettivamente meno di 130 mg/dl e meno di 80 mg/dl. La terapia con statine è molto efficace e in tutti gli studi riduce la mortalità, il numero di infarti, di ictus e le angioplastiche. Siamo in attesa dei risultati su mortalità ed eventi cardiovascolari con ezetimibe, da sola o in combinazione con le statine,vista la molto più recente introduzione in terapia.
Terapie efficaci ma con quali effetti collaterali ?
Gli effetti collaterali della terapia con statine sono rari e possono essere soprattutto a carico dei muscoli e del fegato. Un attento monitoraggio degli esami del sangue da effettuarsi a un mese dall'inizio delle terapie poi ogni tre mesi circa potrà scongiurare questo pericolo.
Tra gli effetti collaterali, possiamo anche annoverare il rischio di interrompere la terapia?
È importante dire che i pazienti spesso interrompono l'assunzione delle statine. Questo avviene soprattutto per due motivi. Innanzitutto capita che al primo controllo vedono che il colesterolo è tornato normale e sospendono il farmaco pensando che non sia più necessario. Il secondo motivo è quando vedono che aumenta nel sangue la Cpk, che è segno di un danno muscolare. Tuttavia va ricordato che se questo non è esagerato e se in particolare non supera quattro volte i livelli massimi conviene consultare il medico ma non è necessario interrompere la terapia.
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