08 febbraio 2008
Aggiornamenti e focus
Steroidi ma una sola volta
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Una delle conseguenze più gravi del parto prematuro è la sindrome da distress respiratorio (RDS), dovuta all'incompleta maturazione polmonare del neonato; il disturbo riguarda il 40-50% dei bambini nati prima della trentaduesima settimana di gestazione. Una situazione che normalmente richiede l'esposizione del bambino all'ossigeno, misura che a sua volta ha effetti spesso negativi, che possono anche compromettere gravemente la qualità della vita (e molto di più). Una delle non molte misure efficaci per ridurre questo pericolo è la somministrazione alle madri esposte alla possibilità di un parto pretermine di un ciclo di steroidi (cortisonici). E' in sé un intervento molto semplice, che oltretutto si traduce in un vantaggio economico per i servizi sanitari, visto che può ridurre significativamente le cure successivamente erogate nelle terapie intensive neonatali.
Se, insomma, una semplice iniezione di betametasone, anzi due distanziate di 24 ore, può ridurre significativamente la RDS, da tempo molti si chiedevano se non fosse una manovra azzeccata aumentare il numero dei cicli. Con lo scopo di aumentare il numero di bambini che scampano alle conseguenze respiratorie e/o migliorare i risultati in termini di funzionalità. Un tema che però non è mai stato affrontato con una ricerca ad hoc fino alla presentazione, al 28° Congresso della Society for Maternal-Fetal Medicine del 31 gennaio, di uno studio canadese. I ricercatori hanno raccolto 1858 gravide a elevato rischio di parto prematuro e, dopo la tradizionale somministrazione di un ciclo di betametasone, sono state suddivise in due gruppi: il primo ha ricevuto un nuovo trattamento ogni 14 giorni fino alla fine della trentatreesima settimana oppure fino al parto, l'altro ha ricevuto invece, alle stesse scadenze, il placebo. Dopodiché sono state valutate la presenza alla nascita, oltre che della RDS, di emorragie intraventricolari, leucomalacia periventricolare, displasia broncopolmonare e enterocolite necrotizzante. In effetti, tra i figli delle mamme trattate una sola volta e quelli delle mamme sottoposte a più cicli non sono state individuate differenze in termini di mortalità o morbilità.
Al contrario, la statistica sembra deporre per un minore peso alla nascita e una minore circonferenza cranica nei bambini delle gravide trattate ripetutamente. Di qui la conclusione, esposta al congresso da Kellie Murphy dell'Università di Toronto, che i cicli multipli di steroidi non offrono alcun vantaggio. D'ora in avanti, inoltre i bambini che allo studio sono risultati sottopeso verranno controllati nel tempo per stabilire se questa differenza rispetto al gruppo di controllo può avere o meno conseguenze cliniche a lungo termine. Secondo molti osservatori i risultati ottenuti paiono chiudere la questione. Anzi, Katharine Wenstrom, presidente della Society for Maternal-Fetal Medicine, si è detta preoccupata per gli effetti che potrebbe avere la minore circonferenza cranica riscontrata e si augura che lo standard di cura non venga più messo in discussione.
Maurizio Imperiali
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Due iniezioni in 24 ore
Se, insomma, una semplice iniezione di betametasone, anzi due distanziate di 24 ore, può ridurre significativamente la RDS, da tempo molti si chiedevano se non fosse una manovra azzeccata aumentare il numero dei cicli. Con lo scopo di aumentare il numero di bambini che scampano alle conseguenze respiratorie e/o migliorare i risultati in termini di funzionalità. Un tema che però non è mai stato affrontato con una ricerca ad hoc fino alla presentazione, al 28° Congresso della Society for Maternal-Fetal Medicine del 31 gennaio, di uno studio canadese. I ricercatori hanno raccolto 1858 gravide a elevato rischio di parto prematuro e, dopo la tradizionale somministrazione di un ciclo di betametasone, sono state suddivise in due gruppi: il primo ha ricevuto un nuovo trattamento ogni 14 giorni fino alla fine della trentatreesima settimana oppure fino al parto, l'altro ha ricevuto invece, alle stesse scadenze, il placebo. Dopodiché sono state valutate la presenza alla nascita, oltre che della RDS, di emorragie intraventricolari, leucomalacia periventricolare, displasia broncopolmonare e enterocolite necrotizzante. In effetti, tra i figli delle mamme trattate una sola volta e quelli delle mamme sottoposte a più cicli non sono state individuate differenze in termini di mortalità o morbilità.
Qualche inconveniente c'è
Al contrario, la statistica sembra deporre per un minore peso alla nascita e una minore circonferenza cranica nei bambini delle gravide trattate ripetutamente. Di qui la conclusione, esposta al congresso da Kellie Murphy dell'Università di Toronto, che i cicli multipli di steroidi non offrono alcun vantaggio. D'ora in avanti, inoltre i bambini che allo studio sono risultati sottopeso verranno controllati nel tempo per stabilire se questa differenza rispetto al gruppo di controllo può avere o meno conseguenze cliniche a lungo termine. Secondo molti osservatori i risultati ottenuti paiono chiudere la questione. Anzi, Katharine Wenstrom, presidente della Society for Maternal-Fetal Medicine, si è detta preoccupata per gli effetti che potrebbe avere la minore circonferenza cranica riscontrata e si augura che lo standard di cura non venga più messo in discussione.
Maurizio Imperiali
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