Il fumo nuoce al nascituro

14 novembre 2008
Aggiornamenti e focus

Il fumo nuoce al nascituro



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Durante la gravidanza ci sono comportamenti che sono normalmente rischiosi ma in questo caso lo diventano doppiamente: il riferimento più evidente è al fumo materno, che nuoce anche al nascituro. E si aggiungono ancora nuovi danni a un elenco di per sé preoccupante, dato che comprende basso peso alla nascita, necessità di terapia intensiva, rischio di morte improvvisa, e poi effetti neurocomportamentali successivi come deficit d'attenzione, iperattività, disordini di condotta, abuso di fumo e sostanze. Uno studio mostra ora conseguenze di tipo comportamentale precoci, entro il mese di vita, tali da intensificare le manovre manipolatorie dette "handling", e da individuare perché potrebbero legarsi a problemi della stessa sfera più avanti. Il messaggio che le sigarette in gravidanza vadano bandite dovrebbe essere acquisito e si spera che le donne incinte che fumano siano meno dell'11-30% che risultava per esempio da dati anglosassoni ancora tra il 1990 e il 2000. Non è l'unico che dovrebbe essere acquisito, un altro, tradizionalmente non ritenuto invece dannoso, è che acquistare molti chili in gravidanza è nocivo: tra l'altro una ricerca quantifica come cresce così la probabilità di neonati di peso eccessivo, con rischio che lo siano anche in seguito.

Effetti neurocomportamentali nel primo mese


Per quanto riguarda il fumo durante l'attesa risultava che l'abitudine riguardasse soprattutto le gestanti più giovani, povere e urbanizzate. Nello studio pubblicato sul Journal of Pediatrics si sono considerate 57 neo-mamme di Providence, Stati Uniti, metà fumatrici e metà no, omogenee per età (17-36 anni), ceto sociale e altro, con i loro figli da 10 a 27 giorni di vita, nati dopo 38-42 settimane di gravidanza, di peso appropriato per età gestazionale e sani. Si sono esaminati neonati di quest'età perché fosse meno probabile che risultassero effetti acuti della nicotina o da privazione da nicotina, ricordando che sintomi da interruzione per sostanze come questa (o la caffeina) a lunga emivita nel neonato terminano entro i primi dieci giorni: eventuali effetti comportamentali avrebbero allora indicato una disregolazione più persistente, indice di una vunerabilità verso deficit in età successiva. Si è ricorsi a una scala di valutazione neurocomportamentale per l'esposizione prenatale a sostanze (NNNS), relativa a tono attivo e passivo, riflessi, risposte interattive, ecc, e a al test della cotinina (metabolita della nicotina). Risultato: nei figli di gestanti fumatrici in contrasto con precedenti studi su neonati entro i 5 giorni di vita non sono apparsi effetti acuti o segni da stress/astinenza: Si sono invece osservati un bisogno aumentato di interventi esterni, una minore auto-regolazione e la tendenza a una maggiore eccitabilità; si sono cioè dovute incrementare quelle manovre di "handling" o manipolazione "dolce" del neonato per esempio nello spostarlo, nell'aiutarne i movimenti, nell'igiene quotidiana o durante il pasto. Individuare comportamenti anomali precoci e agire in modo mirato secondo gli autori potrebbe quindi prevenire sviluppi negativi sul lungo periodo.

Chili di troppo problema per madre e figlio


Oltre a non fumare, un'altra cosa che la futura madre dovrebbe evitare a beneficio del nascituro, e di sé stessa, è non aumentare troppo di peso. Si sapeva che il diabete in gravidanza si lega a eccesso di peso neonatale ed è più chiaro come l'aumento di peso della gestante influisce su quello del neonato: ora appare che se nell'attesa si acquistano troppi chili la probabilità di mettere al mondo figli "pesanti" è anche maggiore che per le donne con diabete gestazionale. Lo evidenzia uno studio statunitense relativo a oltre 40.000 donne pubblicato su Obstetrics & Gynecology: più del 20% di quelle che erano aumentate oltre il massimo raccomandato di 18 chili ha partorito neonati di almeno 4 chili, mentre ne ha avuti meno del 12% di quelle con aumento nella norma. Il rischio maggiore si è avuto per le gravide di peso eccessivo e con diabete gestazionale, quasi il 30%, contro soltanto il 13% per le donne con diabete gestazionale ma peso nella norma. Il neonato oversize comporta complicazioni alla nascita, con maggiori rischi sia per il piccolo sia per la madre (che se era sovrappeso avrà anche difficoltà a perdere chili dopo il parto). In più, questi bambini sono più predisposti a diventare sovrappeso od obesi nella loro vita successiva, come varie ricerche indicano; ci sono anche evidenze nell'animale che l'eccesso di peso materno possa programmare il cervello fetale verso l'induzione di obesità da adulti.

Elettra Vecchia



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