29 settembre 2006
Aggiornamenti e focus
Dormi che ti passa
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Sonno ristoratore vuol dire tante cose, alle quali se ne aggiunge una: potenziare la risposta immunitaria. Quindi, si può senza dubbio rivalutare la saggezza popolare che attribuisce ai periodi di privazione del sonno, e all'insonnia vera e propria, anche la maggiore propensione alle malattie infettive. La conferma delle conferme, visto che non si tratta della prima ricerca in merito, viene da uno studio tedesco, condotto su volontari sani, nei quali si è esaminato l'andamento di un particolare meccanismo del sistema immunitario. Quest'ultimo è per sua natura piuttosto complesso, presentando diversi sottosistemi. Uno è il bilancio tra le cellule immunitarie (monociti) che producono interleuchina 12 e quelle che producono interleuchina 10. L'IL 12 ha proprietà proinfiammatorie, quindi di attacco, ed è fondamentale per guidare la risposta immunitaria contro gli aggressori. L'IL 10 ha invece proprietà antinfiammatorie e serve quindi a "spegnere" la reazione difensiva. Entrambe le sostanze a loro volta contribuiscono a un altro momento fondamentale della risposta immunitaria, l'incontro tra le cellule che presentano l'antigene e i linfociti, che sono, alla fine, il plotone d'esecuzione del sistema immunitario. Se si produce uno squilibrio a favore della prima si avranno infiammazioni e danno tissutale, se a favore della seconda si avrà una vulnerabilità alle infezioni e allergia. A regolare l'equilibrio intervengono almeno due ormoni, prolattina e cortisolo.
Il rapporto tra le due interleuchine, quindi tra le cellule che le producono, subisce delle variazioni nell'arco della giornata e, in particolare, nelle ore notturne, risulta aumentata l'attività dei monociti che producono l'IL12 proinfiammatoria. Ma si tratta di una variazione automatica, cioè scatta l'orologio e cambia l'equilibrio, oppure è il sonno a operare il passaggio? E' questo l'oggetto dell'ultima ricerca, che ha diviso il campione in due gruppi: uno che è stato lasciato dormire nelle ore notturne e l'altro costretto a restare sveglio per 24 ore. La produzione di citochine è stata poi valutata con metodi quantitativi diretti piuttosto sofisticati (citometria di flusso). Quello che si è osservato è il mancato aumento della produzione di IL 12 nelle persone private del sonno. E' proprio il riassetto generale dell'organismo legato al riposo totale che determina il riequilibrio, non tanto o non soltanto lo scattare dell'ora. Per la precisione, il picco dell'attività dei monociti che producono l'interleuchina infiammatoria si ha attorno alle 2 e 30 del mattino.
Al di là della spiegazione complessa, questa scoperta ha implicazioni molto pratiche. Per esempio, che per massimizzare l'effetto delle vaccinazioni, lo studio fa l'esempio di quella contro l'epatite A, è opportuno concedersi un buon sonno dopo l'inoculazione, perché la risposta anticorpale dipende proprio dalla sovrapproduzione di IL 12 e se si passa la notte in discoteca si compromette l'effetto della vaccinazione. Un altra conseguenza molto pratica riguarda i malanni di stagione, ai quali si è senz'altro più vulnerabili se si conduce una vita spericolata (di quelle che non dormi mai). Allo stesso modo, malattie che vengono rinforzate da un eccesso di IL 10, si va dalla dermatite atopica all'infezione da HIV, possono essere meglio trattate se il paziente dorme regolarmente. Visto che si avvicina la stagione dei raffreddori e delle simil-influenze, anziché rivolgersi a costosi trattamenti alternativi per "rinforzare le difese", il cui effetto è tutto da verificare, c'è questo sistema: antico, sicuro, naturale e gratuito.
Patrizia Maria Gatti
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Un gioco di equilibri
Il rapporto tra le due interleuchine, quindi tra le cellule che le producono, subisce delle variazioni nell'arco della giornata e, in particolare, nelle ore notturne, risulta aumentata l'attività dei monociti che producono l'IL12 proinfiammatoria. Ma si tratta di una variazione automatica, cioè scatta l'orologio e cambia l'equilibrio, oppure è il sonno a operare il passaggio? E' questo l'oggetto dell'ultima ricerca, che ha diviso il campione in due gruppi: uno che è stato lasciato dormire nelle ore notturne e l'altro costretto a restare sveglio per 24 ore. La produzione di citochine è stata poi valutata con metodi quantitativi diretti piuttosto sofisticati (citometria di flusso). Quello che si è osservato è il mancato aumento della produzione di IL 12 nelle persone private del sonno. E' proprio il riassetto generale dell'organismo legato al riposo totale che determina il riequilibrio, non tanto o non soltanto lo scattare dell'ora. Per la precisione, il picco dell'attività dei monociti che producono l'interleuchina infiammatoria si ha attorno alle 2 e 30 del mattino.
Implicazioni pratiche
Al di là della spiegazione complessa, questa scoperta ha implicazioni molto pratiche. Per esempio, che per massimizzare l'effetto delle vaccinazioni, lo studio fa l'esempio di quella contro l'epatite A, è opportuno concedersi un buon sonno dopo l'inoculazione, perché la risposta anticorpale dipende proprio dalla sovrapproduzione di IL 12 e se si passa la notte in discoteca si compromette l'effetto della vaccinazione. Un altra conseguenza molto pratica riguarda i malanni di stagione, ai quali si è senz'altro più vulnerabili se si conduce una vita spericolata (di quelle che non dormi mai). Allo stesso modo, malattie che vengono rinforzate da un eccesso di IL 10, si va dalla dermatite atopica all'infezione da HIV, possono essere meglio trattate se il paziente dorme regolarmente. Visto che si avvicina la stagione dei raffreddori e delle simil-influenze, anziché rivolgersi a costosi trattamenti alternativi per "rinforzare le difese", il cui effetto è tutto da verificare, c'è questo sistema: antico, sicuro, naturale e gratuito.
Patrizia Maria Gatti
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