Celiachia, Iss: i sintomi più comuni

08 giugno 2023

Celiachia, Iss: i sintomi più comuni



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In Italia ogni anno vengono effettuate circa 9.000 diagnosi di celiachia. Per un totale, nel 2021, di 241.729 celiaci di cui il 70% appartenenti alla popolazione femminile e il restante 30% a quella maschile. La maggioranza dei celiaci diagnosticati si trova in Lombardia (18,2%) e, a seguire, nel Lazio (10,2%), in Campania (97%), in Emilia-Romagna (8,1%). È quanto si legge nella Relazione annuale al Parlamento sulla celiachia in riferimento all'anno 2021.

La relazione annuale al Parlamento, realizzata dalla Direzione generale per l'igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione del Ministero della salute, con il contributo dell'Istituto superiore di sanità, definisce la celiachia" una patologia di tipo autoimmunitario scatenata dall'ingestione di glutine in soggetti geneticamente predisposti". Si localizza nell'intestino tenue e le cause necessarie sono: l'ingestione del glutine con l'alimentazione e la presenza di geni predisponenti. Ad oggi non è ancora chiaro cosa la scateni, ma si sa che la celiachia si presenta in maniera molto variabile tanto da meritarsi la definizione di "camaleonte clinico". Tra i suoi sintomi troviamo frequentemente:

-Disturbi intestinali cronici (dolore addominale, stipsi, diarrea, meteorismo, alvo alterno)
-Stanchezza cronica
-Orticaria ricorrente
-Dermatite erpetiforme
-Stomatite aftosa ricorrente.

La dieta priva di glutine è al momento "l'unico trattamento scientificamente valido", si legge nella Relazione. «Il Servizio Sanitario Nazionale contribuisce all'acquisto dei prodotti senza glutine, garantisce la possibilità di usufruire di pasti senza glutine nelle mense e finanzia la formazione degli operatori del settore alimentare. Ma la prevenzione è sempre più efficace della cura e l'Italia crede fortemente nei programmi e nei protocolli diagnostici e di follow-up come forma primaria di salvaguardia» afferma il Ministro della Salute Orazio Schillaci.

Nel documento sono riportati anche i dati relativi alle mense (scolastiche, ospedaliere e annesse alle strutture pubbliche) che devono garantire il pasto senza glutine ai celiaci che ne fanno richiesta.
Per questo la formazione degli operatori del settore alimentare è fondamentale perché impatta in maniera diretta sulla sicurezza alimentare e sulla qualità dei servizi di ristorazione. Diverse regioni hanno promosso corsi dedicati alla celiachia con lezioni pratiche in cucine e laboratori didattici, al fine di consentire l'apprendimento delle corrette modalità di manipolazione e gestione del rischio di contaminazione. Nel 2021 sono stati realizzati 433 corsi di formazione che hanno visto coinvolti circa 7.701 operatori del settore ristorativo e alberghiero e le regioni più attive sono state Piemonte, Emilia-Romagna e Abruzzo.

 

fonte: Doctor33
 



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