17 ottobre 2003
Aggiornamenti e focus
Quest'anno si affronta così
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Alla vigilia dell'influenza 2003-2004, che si pensa possa arrivare a partire da Natale (tutto dipende dal clima o dal comportamento dei virus che circoleranno), gli esperti ci danno le raccomandazioni di rito: vacciniamoci in tempo, cioè da ottobre a novembre. Si sconsiglia generalmente di vaccinarsi con largo anticipo perché l'immunità conferita declina nell'arco di 6-8 mesi e, quindi, si potrebbe essere protetti solo parzialmente nel periodo più rischioso (ottobre-febbraio).
Ma quest'anno tra le raccomandazioni vi sono quelle di badare ai bambini (oltreché agli anziani ed alle altre persone a rischio). Lo scorso anno, infatti, l'incidenza massima è stata tra 0 e 14 anni.
Il vaccino di quest'anno è uguale a quello dell'anno scorso in quanto i virus circolanti sono gli stessi, come risulta dai riscontri epidemiologici e sierologici riguardanti la circolazione dei virus influenzali.
Si tratta di un vaccino trivalente con la seguente composizione:
Per quanto riguarda le persone sieropositive per il virus dell'AIDS non vi sono controindicazioni e, anzi, è consigliato vaccinarsi per evitare le complicanze derivanti dall'influenza. Tuttavia, nei soggetti con bassi livelli di linfociti CD4+ (<200 cell/mm3) il vaccino potrebbe non evocare una risposta anticorpale a titoli considerati protettivi. Gli studi clinici non riportano peggioramenti nella progressione dell'infezione da HIV conseguenti alla vaccinazione antinfluenzale.
Nei primi anni di vita, è possibile che il sistema immunitario non sia mai venuto in contatto con i virus influenzali che sono attualmente in circolazione e vada, quindi, preparato al riconoscimento. Di conseguenza, per i bambini al di sotto dei 12 anni si consigliano due dosi di vaccino, da praticarsi a distanza di almeno quattro settimane, mentre per i soggetti di età più avanzata è sufficiente una sola dose. Il vaccino antinfluenzale va somministrato per via intramuscolare ed è raccomandata l'inoculazione nel deltoide per tutti i soggetti di età superiore a 12 anni e nella fascia antero-laterale della coscia nei bambini e nei lattanti.
Per la vaccinazione antinfluenzale sono disponibili vaccini a base di virus interi inattivati e vaccini sub-virionici, con o senza adiuvanti. I vaccini sub-virionici possono a loro volta presentarsi sottoforma di: split-virus vaccini (costituiti da particelle virali frammentate e purificate) e vaccini a subunità, contenenti soltanto gli antigeni glicoproteici di superficie (emoagglutinina e neuroaminidasi).
Entrambi i tipi di vaccini: (vaccini virus-split e vaccini a subunità) sono indicati per la vaccinazione per i bambini in quanto conferiscono un'ottima protezione e gli effetti collaterali sono ridotti al minimo. Tuttavia sono generalmente consigliati ai bambini i vaccini a subunità in quanto sono meno reattogeni.
L'inoculazione del vaccino non provoca generalmente effetti collaterali di rilievo; in alcuni casi si possono manifestare lievi reazioni cutanee locali (arrossamento, gonfiore) di breve durata (massimo 48 ore). A volte, soprattutto quando il soggetto si vaccina per la prima volta, è possibile che, a distanza di 6-12 ore dalla vaccinazione, compaiano sintomi di tipo influenzale (febbre, dolori muscolari, mal di testa, brividi) in forma molto attenuata e transitoria (massimo 48 ore).
Reazioni allergiche immediate (orticaria, angioedema, asma) sono generalmente dovute ad ipersensibilità alle proteine dell'uovo, contenute nel vaccino in quantità minime.
Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato a persone con ipersensibilità alle proteine dell'uovo (il vaccino viene prodotto utilizzando uova embrionate di pollo) o ad altri componenti del vaccino.
La vaccinazione deve essere rinviata in caso di manifestazioni febbrili in atto.
Persone con alterazione dell'immunocompetenza per effetto di trattamento immunosoppressorio possono rispondere in maniera non ottimale alla vaccinazione; pertanto sarebbe opportuno differire la vaccinazione finché non sia trascorso almeno un mese dall'interruzione del trattamento.
Nei soggetti con malattie autoimmuni il vaccino antinfluenzale va somministrato solo dopo attenta valutazione del rapporto rischio-beneficio.
Elisa Lucchesini
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...e inoltre su Dica33:
Ma quest'anno tra le raccomandazioni vi sono quelle di badare ai bambini (oltreché agli anziani ed alle altre persone a rischio). Lo scorso anno, infatti, l'incidenza massima è stata tra 0 e 14 anni.
Il vaccino di quest'anno è uguale a quello dell'anno scorso in quanto i virus circolanti sono gli stessi, come risulta dai riscontri epidemiologici e sierologici riguardanti la circolazione dei virus influenzali.
Si tratta di un vaccino trivalente con la seguente composizione:
- Antigene analogo al ceppo A/Mosca/10/99 (H3N2)
- Antigene analogo al ceppo A/Nuova Caledonia/20/99(H1N1)
- Antigene analogo al ceppo B/Hong Kong/330/2001
- soggetti di età pari o superiore a 65 anni
- soggetti in età infantile ed adulta affetti da:
- malattie croniche a carico dell'apparato respiratorio (inclusa la malattia asmatica), circolatorio, uropoietico
- malattie degli organi emopoietici
- diabete ed altre malattie dismetaboliche
- sindromi da malassorbimento intestinale
- fibrosi cistica
- malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, inclusa l'infezione da HIV
- patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici
- soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo
- personale di assistenza o contatti familiari di soggetti ad alto rischio
- bambini reumatici soggetti a ripetuti episodi di patologia disreattiva che richiede prolungata somministrazione di acido acetilsalicilico e a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale.
Per quanto riguarda le persone sieropositive per il virus dell'AIDS non vi sono controindicazioni e, anzi, è consigliato vaccinarsi per evitare le complicanze derivanti dall'influenza. Tuttavia, nei soggetti con bassi livelli di linfociti CD4+ (<200 cell/mm3) il vaccino potrebbe non evocare una risposta anticorpale a titoli considerati protettivi. Gli studi clinici non riportano peggioramenti nella progressione dell'infezione da HIV conseguenti alla vaccinazione antinfluenzale.
La vaccinazione
Nei primi anni di vita, è possibile che il sistema immunitario non sia mai venuto in contatto con i virus influenzali che sono attualmente in circolazione e vada, quindi, preparato al riconoscimento. Di conseguenza, per i bambini al di sotto dei 12 anni si consigliano due dosi di vaccino, da praticarsi a distanza di almeno quattro settimane, mentre per i soggetti di età più avanzata è sufficiente una sola dose. Il vaccino antinfluenzale va somministrato per via intramuscolare ed è raccomandata l'inoculazione nel deltoide per tutti i soggetti di età superiore a 12 anni e nella fascia antero-laterale della coscia nei bambini e nei lattanti.
Per la vaccinazione antinfluenzale sono disponibili vaccini a base di virus interi inattivati e vaccini sub-virionici, con o senza adiuvanti. I vaccini sub-virionici possono a loro volta presentarsi sottoforma di: split-virus vaccini (costituiti da particelle virali frammentate e purificate) e vaccini a subunità, contenenti soltanto gli antigeni glicoproteici di superficie (emoagglutinina e neuroaminidasi).
Entrambi i tipi di vaccini: (vaccini virus-split e vaccini a subunità) sono indicati per la vaccinazione per i bambini in quanto conferiscono un'ottima protezione e gli effetti collaterali sono ridotti al minimo. Tuttavia sono generalmente consigliati ai bambini i vaccini a subunità in quanto sono meno reattogeni.
L'inoculazione del vaccino non provoca generalmente effetti collaterali di rilievo; in alcuni casi si possono manifestare lievi reazioni cutanee locali (arrossamento, gonfiore) di breve durata (massimo 48 ore). A volte, soprattutto quando il soggetto si vaccina per la prima volta, è possibile che, a distanza di 6-12 ore dalla vaccinazione, compaiano sintomi di tipo influenzale (febbre, dolori muscolari, mal di testa, brividi) in forma molto attenuata e transitoria (massimo 48 ore).
Reazioni allergiche immediate (orticaria, angioedema, asma) sono generalmente dovute ad ipersensibilità alle proteine dell'uovo, contenute nel vaccino in quantità minime.
Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato a persone con ipersensibilità alle proteine dell'uovo (il vaccino viene prodotto utilizzando uova embrionate di pollo) o ad altri componenti del vaccino.
La vaccinazione deve essere rinviata in caso di manifestazioni febbrili in atto.
Persone con alterazione dell'immunocompetenza per effetto di trattamento immunosoppressorio possono rispondere in maniera non ottimale alla vaccinazione; pertanto sarebbe opportuno differire la vaccinazione finché non sia trascorso almeno un mese dall'interruzione del trattamento.
Nei soggetti con malattie autoimmuni il vaccino antinfluenzale va somministrato solo dopo attenta valutazione del rapporto rischio-beneficio.
Elisa Lucchesini
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