14 novembre 2007
Aggiornamenti e focus
Il virus globalizzato
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La scorsa estate l'Italia è stata protagonista, per la prima volta nella storia europea, di un'epidemia causata da una malattia tropicale. Il virus della Chikungunya è arrivato nel nostro paese "a bordo" di un ospite umano, un viaggiatore indiano. Il virus è stato poi trasmesso ad altre persone attraverso le zanzare tigre stanziali. In questo caso si è trattato di un virus responsabile di una malattia tutto sommato benigna. E' infatti responsabile di sintomi non molto severi che difficilmente mettono a rischio la vita del contagiato ma che comunque provocano dolori articolari piuttosto intensi, spiegando quindi il nome del virus che in lingua makonde significa "capace di contorcere".
Per ricordare i rischi, comunque al momento solo potenziali, di pandemie, lo scorso 7 novembre, a Roma una conferenza stampa è stata organizzata dal Global Health Center, un organismo internazionale creato recentemente per contribuire allo sviluppo di una visione globale nella medicina preventiva e per stimolare la collaborazione sanitaria tra i governi.
"Questa volta - ha affermato Antonio Cassone, dell'Istituto Superiore di Sanità - siamo stati piuttosto fortunati, perché il virus giunto qui non era molto pericoloso e ha ucciso solo una persona, già affetta da molte altre patologie e quindi debole, ma dobbiamo intensificare gli sforzi per rimuovere i rischi prevedibili, per esempio l'addensamento eccessivo di insetti vettori come la zanzara tigre. Inoltre - ha ricordato - è importante creare efficienti canali di comunicazione che diffondano la notizia della nascita di un focolaio virale in qualsiasi parte del mondo per mettere a punto la migliore strategia possibile".
Uno dei virus indiziati come responsabile della prossima, possibile, pandemia è quello dell'influenza aviaria. Tuttavia è sbagliato focalizzarsi solo un virus, ma conviene agire con prospettive più ampie. "Bisogna evitare isterie - ha detto Laura Bianconi della commissione igiene e sanità del Senato - e allarmi ingiustificati. E' importante che tutti gli organismi internazionali si rendano conto che il rischio pandemia esiste ma è inutile entrare in trincea contro una minaccia che ancora non esiste". "Nel caso dell'aviaria - ha ricordato Walter Pasini, direttore del Centro collaboratore Oms per la medicina del turismo - la pandemia sarebbe possibile solo dopo la mutazione del virus H5N1 per cui la sintesi di un vaccino per questo ceppo virale o per qualunque altro sarebbe possibile solo l'effettivo isolamento del virus. Per il momento - ha ricordato Pasini - possiamo prepararci con la costruzione di strumenti collaterali al vaccino come i farmaci antivirali. Lo stoccaggio nei singoli paesi di questi medicinali va considerato - ha continuato - a sua volta come uno strumento globale. Nel caso dello scoppio di un focolaio infettivo in qualsiasi parte del mondo, il contenimento della malattia passa anche attraverso la somministrazione di antivirali alla popolazione non infetta come misura preventiva. Per cui - ha concluso Pasini - l'invio di riserve da un paese all'altro rappresenta una via consigliabile per tenere i virus lontani dai confini nazionali attraverso la diminuzione del numero di viaggiatori infetti".
Gianluca Casponi
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...e inoltre su Dica33:
La sorveglianza sia alta
Per ricordare i rischi, comunque al momento solo potenziali, di pandemie, lo scorso 7 novembre, a Roma una conferenza stampa è stata organizzata dal Global Health Center, un organismo internazionale creato recentemente per contribuire allo sviluppo di una visione globale nella medicina preventiva e per stimolare la collaborazione sanitaria tra i governi.
"Questa volta - ha affermato Antonio Cassone, dell'Istituto Superiore di Sanità - siamo stati piuttosto fortunati, perché il virus giunto qui non era molto pericoloso e ha ucciso solo una persona, già affetta da molte altre patologie e quindi debole, ma dobbiamo intensificare gli sforzi per rimuovere i rischi prevedibili, per esempio l'addensamento eccessivo di insetti vettori come la zanzara tigre. Inoltre - ha ricordato - è importante creare efficienti canali di comunicazione che diffondano la notizia della nascita di un focolaio virale in qualsiasi parte del mondo per mettere a punto la migliore strategia possibile".
Attenzione, ma con calma
Uno dei virus indiziati come responsabile della prossima, possibile, pandemia è quello dell'influenza aviaria. Tuttavia è sbagliato focalizzarsi solo un virus, ma conviene agire con prospettive più ampie. "Bisogna evitare isterie - ha detto Laura Bianconi della commissione igiene e sanità del Senato - e allarmi ingiustificati. E' importante che tutti gli organismi internazionali si rendano conto che il rischio pandemia esiste ma è inutile entrare in trincea contro una minaccia che ancora non esiste". "Nel caso dell'aviaria - ha ricordato Walter Pasini, direttore del Centro collaboratore Oms per la medicina del turismo - la pandemia sarebbe possibile solo dopo la mutazione del virus H5N1 per cui la sintesi di un vaccino per questo ceppo virale o per qualunque altro sarebbe possibile solo l'effettivo isolamento del virus. Per il momento - ha ricordato Pasini - possiamo prepararci con la costruzione di strumenti collaterali al vaccino come i farmaci antivirali. Lo stoccaggio nei singoli paesi di questi medicinali va considerato - ha continuato - a sua volta come uno strumento globale. Nel caso dello scoppio di un focolaio infettivo in qualsiasi parte del mondo, il contenimento della malattia passa anche attraverso la somministrazione di antivirali alla popolazione non infetta come misura preventiva. Per cui - ha concluso Pasini - l'invio di riserve da un paese all'altro rappresenta una via consigliabile per tenere i virus lontani dai confini nazionali attraverso la diminuzione del numero di viaggiatori infetti".
Gianluca Casponi
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