Herpes genitalis sempre leader

19 gennaio 2007
Aggiornamenti e focus

Herpes genitalis sempre leader



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Tra tutte le malattie sessualmente trasmesse (MST) quella in assoluto più diffusa nel mondo rimane l'Herpes genitalis, causata dal virus herpes simplex di tipo 2, o HSV-2, parente stretto dell'HSV-1 che è coinvolto nell'ancora più comune Herpes labialis (ma può dare lesioni ano-genitali). Un'infezione che in realtà molti non sanno di avere e che viene sottodiagnosticata, anche perché spesso asintomatica, e tuttavia può comportare dei rischi: soprattutto la trasmissione dal partner alla donna che può trasmetterlo al feto, con conseguenze anche serie; inoltre sono a rischio di forme più gravi persone con immunodeficienze a causa di malattie o terapie ed è dimostrato che l'infezione aumenta anche la probabilità di contrarre l'HIV. Per dare un'idea della frequenza dell'herpes genitalis, negli Stati Uniti si ritiene che ne siano colpiti 45- 60 milioni di persone, circa una su cinque, e che ogni anno ci sia un milione di nuovi casi; in pratica l'infezione riguarderebbe un numero di individui superiore a quello di tutte le altre MST combinate. Rispetto alla sieroprevalenza, cioè alla presenza di anticorpi contro il virus presenti nel sangue che rappresentano una spia nei casi asintomatici, si nota anche che essa continua ad aumentare per fasce d'età nella popolazione, infatti l'H.genitalis tende a rimanere tutta la vita nell'organismo: l'HSV-2, come l'HSV-1, una volta contratto migra nei gangli nervosi dove resta in fase latente finché non viene riattivato da fattori scatenanti (immunodeficienze, stress psico-fisici) e, attraverso i nervi, arriva in sede epiteliale dove causa le lesioni erpetiche. La prevalenza inoltre negli Usa risulta più elevata nelle donne rispetto agli uomini e tra le minoranze etniche, come afro-americani e sudamericani, rispetto ai bianchi: il dato medio è del 22%, considerando un numero di partner di 2-4 nel corso della vita (in rischio cresce ovviamente in proporzione al numero).

Nove su dieci non lo sanno


La manifestazione più tipica dell'herpes genitalis è lo sviluppo di chiazze eritematose, di vescicole (che poi formano una crosta e guariscono) e di piccole ulcere sui genitali stessi e nelle zone circostanti che provocano prurito e dolore, insorgono anche febbre, ingrossamento delle ghiandole inguinali, dolori muscolari; nelle forme recidivanti la sintomatologia è in genere più leggera e di breve durata rispetto all'infezione primaria. Il problema è che segni e sintomi spesso sono però difficili da riconoscere perché vengono confusi con altro oppure sono assenti, tanto che addirittura il 90% delle persone infette non sa di esserlo: d'altra parte chi è colpito dall'HSV-2 circa sette volte su dieci trasmette la malattia inconsapevolmente. Per la diagnosi certa si ricorre allora a esami specifici come la ricerca dei virus in materiale prelevato con tampone dalle mucose ed è utile anche la ricerca degli anticorpi specifici nel sangue. Quest'ultima è una misura indicata nel caso delle donne incinte, dati i rischi che si corrono, e la loro presenza segnala che la donna è protetta: la malattia è infatti pericolosa se trasmessa al feto, specie se contratta per la prima volta in gravidanza cosi ché non si sono ancora sviluppati gli anticorpi per bloccare il virus, e la probabilità è maggiore se questo avviene nel periodo vicino alla nascita. Le conseguenze sono infezioni soprattutto del sistema nervoso (meningiti ed encefaliti), ma anche nascite pre-termine e aborti; se l'herpes compare in gravidanza si deve ricorrere al parto cesareo per evitare il contagio altamente probabile con la via vaginale.

Prevenzione essenziale comunque


L'HSV-2 ha un'elevata infettività e il contagio avviene più facilmente dall'uomo alla donna, che avrebbe il 60% di probabilità di contrarre l'infezione se il partner è portatore. La prevenzione è quindi importante, ricorrendo al preservativo anche quando si sospetta il contagio, usato fin dall'inizio del rapporto dato che il rischio da contatto delle mucose c'è anche se non si arriva all'eiaculazione, ed effettuando una corretta igiene intima; sembra che il virus possa essere trasmesso anche per contatto orale e anale. Se l'uomo è contagiato e la partner non è incinta entrambi dovranno assumere antivirali, se ci sono anche sintomi è meglio astenersi dai rapporti. Naturalmente le misure di prevenzione non bastano ad annullare completamente il rischio, ma si tratta di minimizzarlo e per questo aiuta anche la prudenza dei comportamenti, come evitare numerosi partner sessuali o rapporti con persone che hanno molti partner sessuali. Quanto al trattamento, non esiste una terapia specifica, si alleviano i sintomi ricorrendo ad antivirali ed eventualmente analgesici e altre sostanze.

Elettra Vecchia



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