30 giugno 2006
Aggiornamenti e focus
Diffuse e trascurate
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Raramente si parla delle malattie a trasmissione sessuale (MTS), fatta eccezione, forse, per l'infezione da HIV. E così molte di esse, facilmente prevenibili e curabili, continuano a occupare la loro nicchia ecologica. Al recentissimo congresso statunitense sulle MTS (National STD Prevention Conference) è stato dedicato ampio spazio alle vaginosi batteriche e all'infezione da Trichomonas.
Le vaginosi batteriche, per la verità, non si verificano soltanto a causa di un contagio attraverso il rapporto sessuale, ma questa è la causa prevalente. La malattia, infatti, è favorita dall'alterazione del pH (acidità) vaginale. Infatti il giusto grado di acidità della zona è fondamentale per la sopravvivenza del bacillo di Doderlein, che è un ospite naturale della vagina e ha un ruolo protettivo verso i i batteri patogeni. Le alterazioni del pH vaginale (normalmente pari a 4-4,5) possono essere dovute all'uso di detergenti intimi sbagliati, a indumenti stretti, uso scorretto degli assorbenti interni, ma anche da frequenti rapporti sessuali, perché lo sperma rende meno acido l'ambiente vaginale e perché lo stesso contatto intimo può essere l'occasione dell'arrivo del batterio patogeno. Quanto all'identità dell'aggressore, è variabile, anche se nella maggioranza dei casi si tratta della Gardnerella, seguita da Bacteorides, micoplasmi e altri. Le vaginiti batteriche possono essere asintomatiche, ma anche produrre perdite acquose, di colore grigiastro e maleodoranti; a volte si avverte una sensazione di bruciore. Anche le infestazioni da Trichomonas possono essere consederate vaginiti,: anche in questo caso spesso si presentano perdite, che però sono più abbondanti, di colore giallo verdastro e schiumose. I sintomi sono di norma più intensi e comprendono oltre al bruciore, prurito. Anche la proliferazione di questo parassita è favorita dall'alterazione dl pH vaginale.
Un altro aspetto che hanno in comune le due malattie è che posssono essere curate facilmente, di solito con una monosomministrazione di un antìbiotico o di metronidazolo, e che, al contrario, se non trattate possono avere conseguenze anche gravi. In primo luogo in caso di gravidanza, situazione in cui l'infezione da Gardnerella sembra condurre anche a parto prematuro. Inoltre, queste infezioni possono favorire l'insorgere della PID, ovvero dell'infiammazione cronica della pelvi, disturbo piuttosto diffuso che intreressa l'utero, le tiube, l'ovaio e che causa dolore e, in molti casi, sterilità. Infine, è bene ricordare che questi stati infettivi aumenta le possibilità di contagio da HIV, in quanto le alterazioni dei tessuti dei genitali esterni aprono la strada al virus. Di qui l'importanza di individuare e curare, sia nella donna sia nel partner, questi episodi infettivi, assai più diffusi di quanto si creda. Infatti, pur nell'assenza di dati epidemiologici su vasta scala, soprattutto in Italia, piccoli studi confermano una prevalenza preoccupante. Al Congresso citato sopra, è stata presentata una ricerca (su 2000 donne) che rivelato una prevalenza delle vaginitio batteriche pari al 27,5 %, che non è poco (una donna su quattro). In Italia, un'indagine condotta su oltre 57000 adolescenti (età inferiore a 20 anni) tra il 1990 e il 1997, riportava queste come le infezioni più diffuse tra le giovani (oltre il 39%). La prevenzione è semplice: l'uso del condom, anche in questi casi è fondamentale. Per quanto riguarda la donna, poi, si può aggiungere che una prima forma di prevenzione è l'igiene intima, che non deve essere aggressiva, deve essere attuata con prodotti che hanno un'acidità fisiologica (quindi non saponi neutri) e deve essere coadiuvata dall'uso di indumenti intimi (e non solo) non eccessivamente stretti.
Sveva Prati
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Questione (anche) di acidità
Le vaginosi batteriche, per la verità, non si verificano soltanto a causa di un contagio attraverso il rapporto sessuale, ma questa è la causa prevalente. La malattia, infatti, è favorita dall'alterazione del pH (acidità) vaginale. Infatti il giusto grado di acidità della zona è fondamentale per la sopravvivenza del bacillo di Doderlein, che è un ospite naturale della vagina e ha un ruolo protettivo verso i i batteri patogeni. Le alterazioni del pH vaginale (normalmente pari a 4-4,5) possono essere dovute all'uso di detergenti intimi sbagliati, a indumenti stretti, uso scorretto degli assorbenti interni, ma anche da frequenti rapporti sessuali, perché lo sperma rende meno acido l'ambiente vaginale e perché lo stesso contatto intimo può essere l'occasione dell'arrivo del batterio patogeno. Quanto all'identità dell'aggressore, è variabile, anche se nella maggioranza dei casi si tratta della Gardnerella, seguita da Bacteorides, micoplasmi e altri. Le vaginiti batteriche possono essere asintomatiche, ma anche produrre perdite acquose, di colore grigiastro e maleodoranti; a volte si avverte una sensazione di bruciore. Anche le infestazioni da Trichomonas possono essere consederate vaginiti,: anche in questo caso spesso si presentano perdite, che però sono più abbondanti, di colore giallo verdastro e schiumose. I sintomi sono di norma più intensi e comprendono oltre al bruciore, prurito. Anche la proliferazione di questo parassita è favorita dall'alterazione dl pH vaginale.
Conseguenze a lungo termine
Un altro aspetto che hanno in comune le due malattie è che posssono essere curate facilmente, di solito con una monosomministrazione di un antìbiotico o di metronidazolo, e che, al contrario, se non trattate possono avere conseguenze anche gravi. In primo luogo in caso di gravidanza, situazione in cui l'infezione da Gardnerella sembra condurre anche a parto prematuro. Inoltre, queste infezioni possono favorire l'insorgere della PID, ovvero dell'infiammazione cronica della pelvi, disturbo piuttosto diffuso che intreressa l'utero, le tiube, l'ovaio e che causa dolore e, in molti casi, sterilità. Infine, è bene ricordare che questi stati infettivi aumenta le possibilità di contagio da HIV, in quanto le alterazioni dei tessuti dei genitali esterni aprono la strada al virus. Di qui l'importanza di individuare e curare, sia nella donna sia nel partner, questi episodi infettivi, assai più diffusi di quanto si creda. Infatti, pur nell'assenza di dati epidemiologici su vasta scala, soprattutto in Italia, piccoli studi confermano una prevalenza preoccupante. Al Congresso citato sopra, è stata presentata una ricerca (su 2000 donne) che rivelato una prevalenza delle vaginitio batteriche pari al 27,5 %, che non è poco (una donna su quattro). In Italia, un'indagine condotta su oltre 57000 adolescenti (età inferiore a 20 anni) tra il 1990 e il 1997, riportava queste come le infezioni più diffuse tra le giovani (oltre il 39%). La prevenzione è semplice: l'uso del condom, anche in questi casi è fondamentale. Per quanto riguarda la donna, poi, si può aggiungere che una prima forma di prevenzione è l'igiene intima, che non deve essere aggressiva, deve essere attuata con prodotti che hanno un'acidità fisiologica (quindi non saponi neutri) e deve essere coadiuvata dall'uso di indumenti intimi (e non solo) non eccessivamente stretti.
Sveva Prati
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