28 novembre 2007
Aggiornamenti e focus
Pneumococco da battere
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Ogni anno lo Streptococcus pneumoniae (SP), detto più semplicemente Pneumococco è responsabile di un gran numero di infezioni. Si parla secondo le stime dei pediatri di famiglia di oltre 10 mila polmoniti, circa 200 mila otiti e qualche centinaio di casi di meningite e sepsi.
Al tema e all'urgenza di mettere a punto un programma di vaccinazione universale, è dedicata la "Consensus Conference sulla vaccinazione pneumococcica dei nuovi nati" organizzata a Roma il 26 e 27 novembre scorsi.
"Questo appuntamento ci è sembrato il mezzo più idoneo per far confluire contemporaneamente sullo stesso obiettivo i pareri dei pediatri, degli igienisti, degli infettivologi e degli operatori di pubblica sanità - ha dichiarato Giampiero Carosi, Presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT). E' importante - ha aggiunto - che ogni intervento sia rapportato alla realtà italiana e non si tenti di importare modelli di prevenzione applicati all'estero che proprio perchè pensati altrove non possono tenere di conto di fattori specifici del nostro paese. Nel corso delle due giornate di lavoro gli esperti hanno parlato di come mettere a punto le prossime strategie vaccinali discutendo argomenti come efficacia e sicurezza del vaccino valutate sulla base di tutti gli studi disponibili in letteratura, oppure come l'argomento dell'"immunità di gruppo", ossia il principio secondo cui se i più piccoli vengono vaccinati il pericolo infettivo si riduce a vantaggio di tutta la popolazione generale.
Gli esperti hanno voluto sottolineare anche l'argomento della disparità tra regione e regione che ancora esiste in Italia nell'accessibilità ai servizi vaccinali. "Nel nostro paese - ha ricordato Maria Grazia Pompa, direttrice dell'Ufficio Malattie Infettive del Ministero della Salute - per arrivare a presentare un'offerta unica e uguale per tutti bisogna ancora lavorare su alcuni punti focali come la raccolta di dati epidemiologici sul territorio nazionale o la riqualificazione delle strutture dedicate ai servizi vaccinali nelle ASL. Per questo - ha continuato Pompa - non sarà possibile aspettarsi un servizio uniforme già a partire dal "Piano Nazionale Vaccini" per il periodo 2008-2010 dal momento che questo è ancora in corso di definizione. In questo periodo dovremo soprattutto - ha concluso Pompa - raccogliere i dati per fornire, nel Piano successivo, un'offerta equa a ogni regione".
Inserire la vaccinazione nei LEA
Il "federalismo vaccinale" - ha confermato Giuseppe Mele, Presidente nazionale della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) - va combattuto chiedendo che la vaccinazione pneumococcica possa essere offerta a tutti i nuovi nati gratuitamente e attivamente, ossia mandando lettere a casa e chiamando e richiamando le famiglie. Che faccia parte, in altre parole, dei LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza, non regionali, bensì nazionali".
Dello stesso avviso Alberto Ugazio, Presidente della Commissione Vaccinazioni della Società Italiana di Pediatria (SIP), che afferma: "Le infezioni da S. pneumoniae causano un ampio spettro di malattie che complessivamente rappresentano un importante problema di salute pubblica. Per questo le Società Scientifiche Pediatriche hanno sottoscritto un documento congiunto nel quale si raccomanda: di garantire l'accesso alla vaccinazione a tutti i nuovi nati, allo scopo di prevenire il maggior numero possibile di infezioni da pneumococco in tutte le sue manifestazioni e proteggere indirettamente popolazioni diverse da quelle pediatriche, come gli anziani".
Gianluca Casponi
Salute oggi:
...e inoltre su Dica33:
Al tema e all'urgenza di mettere a punto un programma di vaccinazione universale, è dedicata la "Consensus Conference sulla vaccinazione pneumococcica dei nuovi nati" organizzata a Roma il 26 e 27 novembre scorsi.
L'unione fa l'immunità
"Questo appuntamento ci è sembrato il mezzo più idoneo per far confluire contemporaneamente sullo stesso obiettivo i pareri dei pediatri, degli igienisti, degli infettivologi e degli operatori di pubblica sanità - ha dichiarato Giampiero Carosi, Presidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (SIMIT). E' importante - ha aggiunto - che ogni intervento sia rapportato alla realtà italiana e non si tenti di importare modelli di prevenzione applicati all'estero che proprio perchè pensati altrove non possono tenere di conto di fattori specifici del nostro paese. Nel corso delle due giornate di lavoro gli esperti hanno parlato di come mettere a punto le prossime strategie vaccinali discutendo argomenti come efficacia e sicurezza del vaccino valutate sulla base di tutti gli studi disponibili in letteratura, oppure come l'argomento dell'"immunità di gruppo", ossia il principio secondo cui se i più piccoli vengono vaccinati il pericolo infettivo si riduce a vantaggio di tutta la popolazione generale.
Lavorare per uniformare
Gli esperti hanno voluto sottolineare anche l'argomento della disparità tra regione e regione che ancora esiste in Italia nell'accessibilità ai servizi vaccinali. "Nel nostro paese - ha ricordato Maria Grazia Pompa, direttrice dell'Ufficio Malattie Infettive del Ministero della Salute - per arrivare a presentare un'offerta unica e uguale per tutti bisogna ancora lavorare su alcuni punti focali come la raccolta di dati epidemiologici sul territorio nazionale o la riqualificazione delle strutture dedicate ai servizi vaccinali nelle ASL. Per questo - ha continuato Pompa - non sarà possibile aspettarsi un servizio uniforme già a partire dal "Piano Nazionale Vaccini" per il periodo 2008-2010 dal momento che questo è ancora in corso di definizione. In questo periodo dovremo soprattutto - ha concluso Pompa - raccogliere i dati per fornire, nel Piano successivo, un'offerta equa a ogni regione".
Inserire la vaccinazione nei LEA
Il "federalismo vaccinale" - ha confermato Giuseppe Mele, Presidente nazionale della Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) - va combattuto chiedendo che la vaccinazione pneumococcica possa essere offerta a tutti i nuovi nati gratuitamente e attivamente, ossia mandando lettere a casa e chiamando e richiamando le famiglie. Che faccia parte, in altre parole, dei LEA, i Livelli Essenziali di Assistenza, non regionali, bensì nazionali".
Dello stesso avviso Alberto Ugazio, Presidente della Commissione Vaccinazioni della Società Italiana di Pediatria (SIP), che afferma: "Le infezioni da S. pneumoniae causano un ampio spettro di malattie che complessivamente rappresentano un importante problema di salute pubblica. Per questo le Società Scientifiche Pediatriche hanno sottoscritto un documento congiunto nel quale si raccomanda: di garantire l'accesso alla vaccinazione a tutti i nuovi nati, allo scopo di prevenire il maggior numero possibile di infezioni da pneumococco in tutte le sue manifestazioni e proteggere indirettamente popolazioni diverse da quelle pediatriche, come gli anziani".
Gianluca Casponi
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