13 luglio 2005
Aggiornamenti e focus, Speciale Bocca sana
Quei sorrisi nel bicchiere
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Il termine dentiera, per dirla all'americana, non è molto "sexy". Però la protesi mobile, come è più opportuno chiamarla, è stata ed è un presidio importantissimo. Lo ha ricordato recentemente Roberto Callioni, presidente dell'Associazione Nazionale Dentisti Italiani, e l'occasione è stata la presentazione di un'indagine epidemiologica che l'ANDI sta avviando ora, battezzata "Progetto senior". La ricerca prevede di censire gli italiani portatori di protesi, in particolare quelle mobili, al fine sia di avere un dato quantitativo sia di valutare se i portatori di protesi si comportano correttamente. Infatti, al contrario di quanto magari in molti pensano, la protesi mobile non è immutabile negli anni, così come non lo sono i tessuti della bocca su cui poggia. Infatti le capsule fissate alle arcate sono solitamente in resina, materiale largamente usato anche per realizzare le corone singole (le capsule cosiddette), che ha ottime caratteristiche ma è soggetto a usura, esattamente come le altre strutture. Quanto alla bocca, il rimodellamento dell'osso, cioè la sua perdita, è un processo che in tarda età non si arresta, e lo stesso vale anche per i tessuti molli, le gengive e la mucosa del palato. Anzi per questi ultimi è la stessa azione della protesi, che sulle gengive e sul palato deve appoggiare, a poter determinare un'atrofizzazione. Di conseguenza, anche avendo una protesi completa, non si deve interrompere la buona pratica della visita dal dentista ogni 6-12 mesi.
L'indagine dell'ANDI, che si avvale del contributo di un'azienda del settore, la Polident, partirà però con una prima fase riservata agli odontoiatri, per stabilire qual è il livello di consapevolezza delle tematiche relative a questo tipo di intervento. Sulla base di questi dati, che dovrebbero essere disponibili entro il 2005, gli esperti dell'ANDI elaboreranno una guida per la successiva compilazione delle schede epidemiologiche, cioè sulla corretta rilevazione dei dati relativi ai pazienti. Callioni ha sottolineato il valore di un'indagine di questo genere proprio nel momento in cui si parla di "protesi sociali" e in cui gli stessi esponenti del Governo promettono "dentiere gratis". E' bene sapere qual è la realtà se si vuole intervenire efficacemente.Molti si chiederanno perché, dopo che per anni si parla dei progressi ottenuti con le protesi fisse, cioè gli impianti endossei, si continui a parlare di "dentiere". La ragione è duplice. Innanzitutto c'è una motivazione clinica: "Non in tutti i pazienti l'osso della mascella e della mandibola è in condizioni da permettere l'inserimento delle viti necessarie al fissaggio delle corone" ha spiegato il dottor Claudio Pagliani, che si occupa di protesi totali presso la Clinica odontoiatrica dell'Ospedale San Paolo di Milano. L'altro aspetto è economico, ha sottolineato Callioni, gli impianti endossei sono costosi e, comunque, spesso non alla portata di coloro che ne avrebbero più bisogno. Situazione che alcuni segnali indicano come in peggioramento a causa della congiuntura economica, visto che nel periodo dal 1999 al 2002 le prestazioni odontoiatriche sono calate in Italia sono calate di un milione e seicentomila unità. "Inoltre, vi sono situazioni in cui questo è l'unico intervento possibile anche in persone giovani. Per esempio, anche le comunità come San Patrignano sono piene di giovani privi di denti e che presentano altre condizioni che rendono impossibili interventi diversi", ha aggiunto Calliotti
Nel corso della presentazione non sono mancate anche indicazioni pratiche per chi ha la protesi. "Innanzitutto, proprio per evitare di danneggiare i tessuti molli" ha spiegato il professor Gianmaria Jonghi-Lavarini, che dirige il reparto di Protesi totale del San Paolo. "La notte la protesi va pulita esattamente come i si fa con i denti. Anche sulla protesi, infatti, si depositano i batteri e può formarsi la placca. Anche la bocca deve essere lavata, per lo stesso motivo. Poi, se si avverte che qualcosa non va, che la protesi come si suol dire "balla", è necessario rivolgersi al dentista, perché possono essere necessari interventi di manutenzione e di modifica". Insomma, le moderne "dentiere" possono restituire sia la funzionalità sia l'apparenza estetica, quasi come denti veri, ma come questi ultimi, richiedono cure periodiche.
Maurizio Imperiali
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Ragioni cliniche ma anche economiche
L'indagine dell'ANDI, che si avvale del contributo di un'azienda del settore, la Polident, partirà però con una prima fase riservata agli odontoiatri, per stabilire qual è il livello di consapevolezza delle tematiche relative a questo tipo di intervento. Sulla base di questi dati, che dovrebbero essere disponibili entro il 2005, gli esperti dell'ANDI elaboreranno una guida per la successiva compilazione delle schede epidemiologiche, cioè sulla corretta rilevazione dei dati relativi ai pazienti. Callioni ha sottolineato il valore di un'indagine di questo genere proprio nel momento in cui si parla di "protesi sociali" e in cui gli stessi esponenti del Governo promettono "dentiere gratis". E' bene sapere qual è la realtà se si vuole intervenire efficacemente.Molti si chiederanno perché, dopo che per anni si parla dei progressi ottenuti con le protesi fisse, cioè gli impianti endossei, si continui a parlare di "dentiere". La ragione è duplice. Innanzitutto c'è una motivazione clinica: "Non in tutti i pazienti l'osso della mascella e della mandibola è in condizioni da permettere l'inserimento delle viti necessarie al fissaggio delle corone" ha spiegato il dottor Claudio Pagliani, che si occupa di protesi totali presso la Clinica odontoiatrica dell'Ospedale San Paolo di Milano. L'altro aspetto è economico, ha sottolineato Callioni, gli impianti endossei sono costosi e, comunque, spesso non alla portata di coloro che ne avrebbero più bisogno. Situazione che alcuni segnali indicano come in peggioramento a causa della congiuntura economica, visto che nel periodo dal 1999 al 2002 le prestazioni odontoiatriche sono calate in Italia sono calate di un milione e seicentomila unità. "Inoltre, vi sono situazioni in cui questo è l'unico intervento possibile anche in persone giovani. Per esempio, anche le comunità come San Patrignano sono piene di giovani privi di denti e che presentano altre condizioni che rendono impossibili interventi diversi", ha aggiunto Calliotti
Igiene orale come con i denti naturali
Nel corso della presentazione non sono mancate anche indicazioni pratiche per chi ha la protesi. "Innanzitutto, proprio per evitare di danneggiare i tessuti molli" ha spiegato il professor Gianmaria Jonghi-Lavarini, che dirige il reparto di Protesi totale del San Paolo. "La notte la protesi va pulita esattamente come i si fa con i denti. Anche sulla protesi, infatti, si depositano i batteri e può formarsi la placca. Anche la bocca deve essere lavata, per lo stesso motivo. Poi, se si avverte che qualcosa non va, che la protesi come si suol dire "balla", è necessario rivolgersi al dentista, perché possono essere necessari interventi di manutenzione e di modifica". Insomma, le moderne "dentiere" possono restituire sia la funzionalità sia l'apparenza estetica, quasi come denti veri, ma come questi ultimi, richiedono cure periodiche.
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